Dopo il giallo delusione a Bonn

Dopo il giallo delusione a Bonn Dopo il giallo delusione a Bonn Chi dice la verità? Il Cremlino o gli occidentali? L'impressione tedesca è che i russi avrebbero «riflettuto a alta voce» per saggiare il terreno: pare infatti improbabile che Kohl si sia inventato la nuova concessione e l'abbia resa pubblica - Al Congresso della Spd si vota contro i Pershing, che arriveranno dopo il sì del Bundestag DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ,, BONN — Chi dice la verità? Mosca o gli occidentali? Sono le domande esplose all'improvviso ieri sera in una Bonn già svuotata dal weekend, dopo le secche smentite di Mosca alle notizie di nuove proposte sovietiche o Ginewo. Purtroppo il dibattito su questo giallo diplomatico (i russi avrebbero avanzato un'«idea», avrebbero «riflettuto ad alta voce», ma forse soltanto per saggiare il terreno) e già spinto in secondo piano da una considerazione più ampia. Che sia stata espressa o no, {'«idea» sembro adesso ritirata: è una grossa delusione. Vi sarà tempo per ricostrui¬ re quello che potrebbe essere anche un grosso malinteso diplomatico. Pare improbabile che Washington si sia inventata questa possibile concessione russa: e soprattutto pare improbabile che se la sia inventata il cancelliere Kohl, il quale fu il primo a darne notizia, giovedì sera. Ma resta il fatto che gli ottimismi, seppur cautisstmi, accesi dall'informazione vacillano adesso tristemente. Tutto è possibile in diplomazia, ma, per ora almeno, la smentita di Mosca non sembra facilmente modificabile o ridimensionablle. E cosi per 24 ore gli euromissili hanno dominato ógni cronaca. Ne hanno parlato i so¬ cialdemocratici, al loro congresso straordinario, a Colonia; ne lia parlato il governo, nei suoi giudizi sulle presunte ■ nuove proposte sovietiche a Ginevra,' ne parlerà lunedì e martedì il Parlamento nel suo grande dibattito; ne parlano i pacifisti che si prestano a nuove dimostrazioni, ma non sanno se «radlcallzzarle» e in che misura. J primi 9 «Pershing-2» giungeranno il 23 o il 24, subito dopo il voto al Bundestag, ma non diverranno operativi prima di metà dicembre. Per tutta la giornata, fino al brusco comunicato da Mosca, il governo Kohl aveva espresso soddisfazione e spe¬ ranza. Sia perché la rinuncia alla contabilizzazione delle forze franco-britanniche «costituisce un passo avanti», sia perché, aveva detto il cancelliere, «qualcosa si muove», sia perché la fermezza atlantica sembrava finalmente raccogliere i primi frutti sperati e previsti. Allo stesso tempo, però, si insisteva, la pretesa sovietica «di Istituzionalizzare un proprio monopollo degli euromissili resta inaccettabile per l'Occidente». Le valutazioni di Bonn presmentita erano queste, e parevano valide. Il Cremlino ha subito una sconfitta diplomatica di eccezionale gravità: né il bastone né la carota hanno scalfito la risolutezza atlantica. Tutta la sua politica estera aveva un obiettivo, fermare gli euromissili: e invece le nuove armi cominciano adesso ad arrivare e le nazioni europee non sono lacerate da drammatici conflitti. Il progetto di piazzare altri missili nei Paesi dell'Est incontra difficoltà, la Bulgaria li ha respinti, l'Ungheria rilutta. Bisogna pertanto trattare e, questa volta, sul serio. E' forse un giudizio un po' troppo ottimistico, ce ne vorrà prima che Mosca abbandoni tutte quelle che Crasi definisce le sue «pregiudiziali negar Uve»; ma l'enfasi del cancelliere era diretta anche a Colonia, dove i socialdemocratici si apprestano a spezzare, per la prima volta dopo oltre 20 anni, il consenso nazionale in politica estera. I 400 delegati discuteranno, e quasi certamente approveranno, oggi, una mozione del comitato direttivo, in cui si riafferma la fedeltà alla Nato, ma si ripudiano le nuove armi. Soltanto cinque notabili hanno respinto il testo, Helmut Schmidt, HansApel, Georg Leber, Hans Matthòfer e Hans-JurgenWiczniewski. L'ex cancelliere Schmidt, che degli euromissili fu il «padre spirituale» e che nel 79 e ancora nell'82 ottenne dai congressi spd il benestare delle deliberazioni atlantiche, sarà il primo oratore della giornata: e il suo discorso sarà, senza dubbio, il più drammatico. Ieri sera, ha parlato un altro ex cancelliere, yfilly Brandt, le cui idee sono ben diverse da quelle di Schmidt. Tuttavia, a differenza di quanto aveva fatto in precedenti occasioni, soprattutto al recente raduno pacifista a Bonn, Brandt non si è schierato nettamente contro gli euromissili, ha aggirato l'ostacolo auspicando un «maggior peso dell'Europa» nell'Alleanza Atlantica. Mario Cirlello