Nasce alla «Università del legno» il futuro forestale del Piemonte
Nasce alla «Università del legno» il futuro forestale del Piemonte In collina un istituto d'avanguardia per lo studio di piante e ambiente Nasce alla «Università del legno» il futuro forestale del Piemonte Àiripla, in un parco di 30 ettari, agronomi, cartografi e geologi studiano il territorio e le sue colture - La produzione di legname potrebbe essere più che raddoppiata Dove la collina torinese si allarga nel Comune di S. Mauro, in un parco di .30 ettari con 100 qualità di alberi diversi (uno ha 123 anni), c'è r lini versità popolare del legno e: dell'ambiente. Cosi l'ha definita il direttore prof. Bruno Fassi, responsabile dell'Ipla Istituto piante da legno e ambiente: Una sessantina di tecnici (agronomi, cartografi, periti, geologi, forestali, chimici) da vari anni studiano 11 territorio del Piemonte: montagne, colline, pianure, fiumi e torrenti.' Conoscono tutti i segreti dei suoi boschi, colture, possibilità produttive, situazioni ambientali. L'Ipla è uno dei tanti Istituti torinesi all'avanguardia in Italia nel proprio settore. Un esemplo: è qui che si sono coltivate le piante che producono il tartufo bianco. •Il nostro compito — precisa 11 prof. Fassi — è dare un supporto scientifico ed operativo alla pianificazione del territorio, dallo sviluppo della forestazione al miglioramento dell'ambiente. Ci occupiamo o <Hapronomiaesi/t>icoIfMra,/i- tosoctologta e geobotanica, genetica forestale, micologia, fltopatologta, chimica agra- ria, microbiologia, cartogra- fia, informatica e bioenerge- tica». E' tra queste mura che si e preparato l'atlante del terri torio plemontese, sezlonato con centinaia dl foto aeree, - pol rlportato su canine per 1 - dlversi lnterventl sul suolo: - forestale, ldrogeologico, per colture, cave o insediamenti urban!. L'ultlma fatica della pntlbmuqp serie è la carta faunistica regionale, Il Piemonte ha una miniera a cielo aperto, che oltre ad esigere rinnovabile può fornire lavoro e migliorare la qualità della vita: sono le sue foreste, o meglio, i suoi boschi. «/ boschi produttivi — afferma il direttore dell'Ipla — coprono globalmente 700 mila ettari, che potrebbero fornire 1 milione e 200 mila metti cubi di legname, invece dei 500 mila attuali. Solamente in pianura abbiamo colture di pioppi per 40 villa ettari, più altri 30 mila di aceri, querce, robinie. Ecco perché occorre un piano per lo sviluppo della silvicoltura, che potrebbe procurare centinaia di posti di lavoro ed evitare importazione ài legnami'. OH addetti al settore del pioppo sono 4500, altri 1500 sono boscaloll genèrici. Se il potenziale boschivo venisse utilizzato e trasformato potrebbero quadruplicare. «Però mancano gli enti adatti (esiste un solo consorzio forestale, quello dell'alta Val di Susa) — precisa il prof. Fassi —. Noi possiamo istruire il personale, ma questo bene forestale non viene utilizzato: Dal boschi al suol prodotti. Sono i ricercatori dell'Ipla che hanno trovato la metodologia della micorlzzazlone artificiale di roverelle, salici, noccioli, querce, tigli, per la coltivazione del tartufo bianco e nero. •Ne produciamo 10 mila pianticelle all'anno e abbiamo venduto ai francesi il sistema per ottenere i tuberi», precisa il prof. Fassi. Se alla natura si abbina la tecnologia, ecco la bioenergetica, cioè l'energia recuperata dai processi agricoli tramite l'utilizzo delle biomasse. Si ottengono cosi combustibili, fertilizzanti biogas. Obiettivi scientifici già relizzati ed altri nuovi che vengono perseguiti dall'Ipla con il Cnr, Il Politecnico, l'Università, il Ministero dell'agricoltura, 11 Cnen, Istituti tecnici ed agricoli brasiliani, 11 Bit e l'Ohu. Giuliano Dolimi II direttore Fassi mostra piantine niicorrizzate con lartufo
Persone citate: Bruno Fassi, Fassi, Giuliano Dolimi Ii
Luoghi citati: Comune Di S. Mauro, Italia, Piemonte, Piemonte Àiripla
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