A Milano vertice in manette tra i padroni dei tavoli verdi di Remo Lugli

A Milano vertice in manette tra 8 padroni dei tavoii verdi A Milano vertice in manette tra 8 padroni dei tavoii verdi La riunione del consiglio d'amministrazione della Getualte ritenuta indispensabile per salvare il casinò di Campione - Il presidente Traversa si è dimesso - Parla il magistrato che era a cena con uno degli arrestati DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Consiglio di amministrazione in manette. E' la prima volta che si tiene,' almeno a Milano, una seduta di questo tipo. Si è svolta ieri pomeriggio nella caserma di via Melchiorre Gioia della Guardia di finanza. Tre gli ammanettati: 1 due azionisti della Getualte, la società che fino alla notte di San Martino gestiva 11 Casinò di Campione, cioè Lucio Traversa (presidente e amministratore delegato, proprietario del 90% del pacchetto) e Mario Lepronl (che detiene 11 rimanente 10%), e Giovanni Cappelli, consigliere d'amministrazione. Una seduta di consiglio del la quale non si poteva fare a meno per cercare di risolvere il problema della riapertura del casinò, che ha 400 dipendenti e il cui funzionamento incide profondamente nel piccolo Comune italiano in terra svizzera che conta 2270 abitanti, del quali i due terzi vivono appunto sul casinò. La notte del blitz la casa da gioco era stata chiusa, non perché ci fosse una disposizione precisa in tal senso, ma perché tecnicamente era Impossibile che potesse continuare a funzionare, con la parte dirigente decapitata, il denaro e le attrezzature poste sotto sequestro. Bisognava incominciare a ridargli una struttura amministrativa, ricreare una gestione responsabile per poi passare al dissequestro del denaro e del materiale. Erano stati nominati due custodi giudiziari nelle persone di Mario Renna e Paolo Falaguerra, ma questi non potevano sostituirsi in tutte le funzioni al presidente e amministratore delegato. Sicché ieri pomeriggio Lucio Traversa, Mario Leproni e Giovanni Cappelli sono stati portati con mezzi separati all'interno della caserma. Qui erano in attesa Anna Verda Seveso, secondo consigliere d'amministrazione, libera ma destinataria sin dall'indomani del blitz di una comunicazione giudiziaria, i due consiglieri giudiziari, il notaio dott. Ciro De Vincenzo, e i due difensori di Traversa e Leproni, avvocati Vaccarl e De Riso, i quali però erano qui nelle vesti di delegati dei 400 dipendenti della Getualte. Nonostante l'eccezionalità della sede e delle circostanze, si trattava di una seduta ordinaria,' Traversa e gli altri membri del consiglio si sono dimessi quindi si é proceduto alla nomina di tre membri nuovi che erano stati scelti dalle autorità. Sono 11 dottor Renzo Gorlni, presidente dell'Ordine dei Commercialisti della provincia di Como, il dott. A n ionio Palma, pure di Como e uno dei due custodi giudiziari, Paolo Falaguerra. Lucio Traversa ha chiesto1 di fare la seguente dichiarazione: «Nei. rassegnare le di-i missioni da presidente della Getualte tengo a sottolineare che le suddette dimissioni sono dettate soprattutto dal senso di responssabilità nei confronti dei dipendenti del Casinò e dei campionesi tutti, nonché della volontà di cooperare alla piena ripresa dell'attività di guesto ultimo. Sono sicuro che i dipendenti sapranno, in questo momento delicato, valutare tale gesto del consiglio di amministra¬ zpinpmcgplcarsaupapeascrtp zione della Getualte e del suo presidente». Abbiamo avuto occasione di incontrare, ieri, il sostituto procuratore dott. Gino Alma, magistrato di Cassazione, il cui nome era stato In questi giorni al centro di voci su un possibile coinvolgimento nella vicenda dei casinò. Il procuratore capo dott. Crosti aveva detto mercoledì di essere in attesa di informazioni sul caso e che, soltanto dopo averle esaminate, prenderà una decisione in proposito. Il dott. Alma è rammaricato per questa disavventura che attribuisce a uno «spiacevole peccato di gola». Come già si era detto, la sera del blitz era al ristorante con uno dei personaggi colpiti da mandato di cattura, 11 dott. Giorgio Sacco, revisore dei conti della Getualte di Campione, la società presieduta da Traversa Racconta il sostituto procuratore: «Con Sacco eravamo in ottimi rapporti, almeno da venti anni: ci si trovava saltuariamente, si andava a cena insieme, si giocava a scopa. Non parlavamo mai di affari e io non pensavo che potesse essere coinvolto in simili cose. Sapevo tuttavia che gli piaceva giocare e si occupava di casinò. Qualche settimana fa, avendo avuto sentore di un'inchiesta nell'ambito delle case da gioco, mi sono rivolto ai colleghi che ne erano incaricati per sapere se ci fosse di mezzo anche lui. Mi hanno assicurato di no>. I colleghi, invece, su Sacco avevano già gravi sospetti, controllavano anche il suo telefono. « Un giorno—racconta ancora il dottor Alma—gli ho telefonato per dirgli che avevo cacciato un fagiano e che potevamo mangiarlo insieme. Lui ha invece invitato ine, mia moglie e mio figlio al ristorante. Lui sarebbe venuto con sua moglie e, mi ha detto più tardi, anche con una signora. Ho saputo soltanto a cena che era la signora Traversa». La sera del 10 novembre il gruppo si trova al ristorante Riccione, Alma porta il fagiano per darlo in regalo all'amico Sacco. Alla fine c'è la sorpresa. Dice il sostituto: «£' stato pubblicato che hanno condotto anche me in caserma e che mi ci hanno tenuto fino alle tre della notte. No: ci sono andato di mia volontà, per vedere come si metteva la cosa e con me sono venuti mia moglie e mio figlio. Siccome non avevamo macchina abbiamo dovuto aspettare fin verso le due die la Finanza ci procurasse un'automobile per il rientro». Il dott. Gino Alma ha 61 anni, da 30 è a Milano. «/( mio fascicolo è costellato di encomi—dice —. E sono un lavoratore: all'Ufficio stralcio ho eliminato 15 mila cause in ùue anni. Se dovessi fare un processo a un amico sarei pili severo perché non si dicesse che lo favorisco». Remo Lugli

Luoghi citati: Como, Milano, Riccione