L'acciaio tedesco ha perso centomila posti in 10 anni

L'acciaio tedesco ha perso centomila posti in 10 anni Ancora oggi un operaio su tre lavora a orario ridotto L'acciaio tedesco ha perso centomila posti in 10 anni BONN — Centomila: tanti sono i posti di lavoro scomparsi in dieci anni, dall'industria tedesca dell'acciaio. Eppure le tribolazioni continuano e la luce alla fine del tunnel resta sempre fievole e remota. Thyssen e Krupp prevedono ulteriori riduzioni di personale, almeno 14 mila uomini: e, secondo alcuni calcoli, un operaio su tre in tutte le aziende, lavora a tempo ridotto. E' uno dei problemi che affliggono maggiormente il governo Kohl 1 cui progetti di «razionalizzazione» dell'industria incontrano difficoltà incessanti e snervanti. Questa «razionalizzazione» dovrebbe costare allo Stato complessivamente 3 miliardi di marchi: il guaio è che mancano le premesse al finanziamenti. Nel giorni passati, Bonn ha salvato, almeno per ora, le acciaierie della Saar, Saarstahl: ma l'ostacolo maggiore è costituito dalla riluttanza dei «giganti» a rinunciare alla propria indipendenza. Cinque sono questi colos- si: Thyssen, Krupp, Hoesch, Salzgltter e Klockner. Una speciale commissione ha proposto che i cinque diventino due, dopo di che 11 governo assisterebbe, con 1 suoi fondi, 11 ridimensionamento, ovvero lo snellimento dei nuovi gruppi. Ma ogni tentativo è fallito. I negoziati Hoesch, Salzgltter e Klockner si sono trasformati In quella che un giornale ha definito un .-litigio istituzionalizzato», per cui questo matrimonio tripartito resta soltanto una speranza. L'altro gruppo dovrebbe nascere dalla fusione della Thyssen con la Krupp, le cut trattative parevano avanzare sulla strada giusta. Ma due settimane fa 11 colloquio è cessato; la situazione della Krupp ha intimorito la Thyssen; a nulla sono valse le esortazioni del governo, accompagnate da un'offerta Immediata di 500 milioni di marchi. Il Cancelliere Kohl vede con allarme il futuro: più tarda la «razionalizzazione», più arduo sarà il risanamento. La vasta riduzione di personale è stata ottenuta mediante prepensionamenti, generosi premi di liquidazione e altri incentivi. Queste misure hanno attenuato le difficoltà umane e sociali, ma non le hanno fugate del tutto, soprattutto nelle Regioni dominate economicamente dalla siderurgia. Marlo Clriello

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