Einaudi chiede la legge Prodi

Einaudi chiede la legge Prodi Einaudi chiede la legge Prodi TORINO — Giallo Einaudi ha fatto sua la proposta dei sindacati ed ha espresso ieri «l'auspicio 'che la casa' editrice possa1 passare in amministrazione straordinari» in forza della legge Prodi»: è quanto emerge da un comunicato della Regione Piemonte che informa che il presidente della casa editrice ha incontrato il presidente della giunta regionale. Con l'applicazione della legge Prodi, l'Einaudi otterrebbe credito garantito dallo Stato e congelerebbe la situazione per alcuni mesi; nel contempo potrebbe tentare tre operazioni: ricapitalizzazione, risanamento e riorganizzazione. Alternativa alla proposta della direzione resta quella di Mondadori e delle Messaggerie, che prevede l'ingresso di un nuovo socio di maggioranza: Mondadori e Mauri, infatti, non intenderebbero esporsi oltre alle quote oggi possedute. Ma l'ingresso di un nuovo socio escluderebbe Einaudi dalla direzione. Domani si riunisce il consiglio di amministrazione Einaudi e si potrà avere una prima verifica della possibilità di richiedere la Prodi: non è detto che tutti i consiglieri siano d'accordo con Einaudi. Lunedi, poi, si terra l'assemblea degli azionisti e basterebbe che non venisse riconvocata per far decadere l'ipotesi: l'applicazione della legge richiede tempi lunghi, e decisioni immediate non possono che portare al concordato preventivo od al fallimento.

Persone citate: Einaudi, Mauri, Mondadori

Luoghi citati: Piemonte, Torino