Banconote dei riscatti al Casinò i sospetti sono diventati prove di Remo Lugli

Banconote dei riscatti al Casino i sospetti sono diventati prove ! NUOVI SVILUPPI NELLE INDAGINI SUI RAPPORTI TRA CASE DA GIOCO E MAFIA Banconote dei riscatti al Casino i sospetti sono diventati prove ! A St-Vincent sono stati trovati pezzi da 50 e da 100 mila provenienti dai sequestri Gatta, Crosetto, Alessio e Giordano - Si parla anche di un nuovo arresto a Torino - Interrogati due impiegati, fermati nei giorni scorsi DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Slamo ai primi frutti del blitz operato dalle procure della Repubblica di Milano e di Torino la notte di S. Martino contro i Casinò. Un risultato tangibile viene da Torino e riguarda il Casinò di Saint-Vincent. Dal controllo delle banconote fotocopiate, che erano state prelevate dal tavoli e dalla cassa della casa da gioco valdostana, è risultato che un certo numero di biglietti da cinquanta e centomila facevano parte dei riscatti pagati per alcuni sequestri. Fra questi ci sono l sequestri di Paolo Alessio (rapito il 24 novembre '81, oltre 4 miliardi di riscatto), Lorenzo Crosetto (rapito il 4 luglio '81, 672 milioni di riscatto, ritrovato cadavere), Luigi Giordano (rapito il 19 marzo '83, 500 milioni di riscatto) e Marco Gatta (rapito 1120 gennaio '79, 742 milioni di riscatto). Della banda che aveva rapi¬ to 11 Gatta faceva parte Michele Condolucci, 43 anni, orefice con negozio davanti al Casinò di Sanremo e prestasoldi. Sempre a Torino pare sia stato operato un altro arresto, ma la notizia non è confermata. A Milano c'è un rallentamento negli interrogatori. Del tre sostituti procuratori due, Francesco Di Maggio e Pier Camillo Davigo, sono fuori città, partiti per Roma e forse anche per Napoli; è rimasto Corrado Carnevali, il quale anche ieri mattina ha continuato a interrogare. Sul motivo del viaggio dei due sostituti stanno circolando voci Insistenti. La prima tappa è Roma, si dice, perché devono andare a consultarsi, in sede superiore, su una questione molto delicata: il coinvolgimento nella vicenda Casinò di alcuni magistrati. Quanti? Forse due. La cosa più ovvia è cercare di accertare la veridicità di queste voci. SI pone quindi la: domanda al procuratore capo, dott. Mauro Oresti. Nega. «JVo — dice —, nessun magi-, strato è invischiato in questa storia. E' vero che due sostituti sono andati a Roma, via per altre questioni, il viaggio era stato programmato in precedenza'. Dunque solo voci. Forse sono nate dal fatto che la sera del blitz, 1110 novembre, a Milano, Giorgio Sacco, commercialista, uno dei personaggi di primo plano nella gestione del Casinò di Campione, probabile socio occulto della Getualt e, e stato arrestato mentre si trovava in un ristorante del centro insieme con un sostituto procuratore che aveva con sé la moglie e il figlio. Tutti e quattro erano finiti in caserma e il magistrato e i familiari erano potuti rincasare soltanto dopo tre ore di attesa. Il proseguimento del viaggio a Napoli del due magistrati sarebbe motivato da una verifica, tramite gli Inquirenti, napoletani, su eventuali con-i tatti tra la mafia del Casinò e la camorra. I difensori di Lucio Traversa, presidente della Getualte, avvocati Vaccarl e De Riso, Ieri mattina apparivano ottimisti circa le sorti del loro difeso. «Il primo round — dicevano — lo possiamo considerare nostro. Traversa è un onesto, al di fuori di eventuali giri sporchi». I due legali, che certo non si nascondono la pesantezza dell'art. 416 bis, associazione per delinquere di stampo mafioso, di cui deve rispondere Lucio Traversa, ipotizzano che 1 «porteurs» del Casinò presentatori di clienti, dei quali Ilario Legnaro era per Campione il maggiore esponente, oltre a convogliare questi giocatori verso i tavoli verdi e a prestare loro denaro quando rimanevano all'asciutto, passassero alle minacce nei casi in cui diventa- i l va difficile recuperare 11 pre-I stlto. ! Un mondo ambiguo, torbido, che circondava il Casinò, ma del quale 11 Traversa, secondo i suol difensori, sarebbe stato all'oscuro. (A me, qualche giorno prima dell'arresto, Traversa, riferendosi a Legnaro, aveva detto: «Mi porta clienti, può darsi che presti anche denaro»). Dall'inchiesta, Legnaro pare risultare portatore di clienti non solo a Campione, ma anche In Africa, attraverso viaggi organizzati con meta 1 Casinò di Salnt-Marteen, nelle Antille, e a Freetown, in Sierra Leone. Case da gioco, queste, che sono nelle mani di nomi chiaramente legati alla mafia, non solo italiana, ma internazionale. Di qui le connessioni, gli intrecci, che avvolgono e stringono dentro un'unica spirale la vita e le sorti di diverse case da gioco. Ieri l'altro a Torino erano stati interrogati due impiegati dell'ufficio fidi, Lino Morise e Sandro Passino, portati a Torino da Saint-Vincent con un mandato di accompagnamento. Lavoravano con Lorenza Ciocchi-m Datteri, capo di quell'ufficio, che è stata arrestata e, dopo l'interrogatorio, mandata agli arresti domiciliari. Morise è un ex direttore di una banca locale, Passino ex maresciallo dei cara binlerl. Sembra che, per quanto riguarda l'andamento del loro ufficio, abbiano parlato di sconfinamenti di fidi, rispetto ai massimi che erano indicati per 1 vari clienti; deroghe, tuttavia, autorizzate di volta in volta dalla direzione E' facile supporre che argomento dell'Interrogatorio del due possa essere stato anche il riciclaggio di denaro sporco e dei metodi per attuarlo. Le banconote che affluiscono al la cassa vengono suddivise da cernitori occasionali, per lo più casalinghe, anche qua! clic uomo," 1 quali' dedicano a questa attivi tà alcune ore del la mattina. ■( - I biglietti di banca, una volta in mazzette, vengono post in apposite macchine contasoldi. Operazione che, ovviamente, avviene sotto gli occhi del controllori. Una volta con tati, passano in altre mani per la fascettatura. Gli inqui renti dovranno accertare se tecnicamente, possono essere possibili delle sostituzioni di biglietti dopo la fase del conteggio. Remo Lugli Campione. La sala delle roulettes e dei (avoli di «chemin de fer» chiusa dopo il «blitz» al Casinò (Tclefolo Associulcd Press)