Fu Hunt a causare lei tragedia di Monza di Cristiano Chiavegato

Fu Hwif q causare lei tragedia di Monza Pubblicato il testo della sentenza che mandò assolti Patrese e Restelli nel processo per la morte di Peterson Fu Hwif q causare lei tragedia di Monza L'incidente al via del G. P. d'Italia '78 - «Il pilota inglese — si legge — non ridusse la velocità della sua macchina e entrò in collisione con la Lotus» - Si è chiusa così una vicenda che provocò vivaci polemiche E' stato James Hunt, trentasei anni, campione mondiale di Formula 1 nel 1976, ritirato dall'attività nel giugno del 1979, attualmente commentatore della catena televisiva Bbc (nelle sue cronache non nasconde mal una certa antipatia per le macchine ed i piloti italiani), a provocare1 l'Incidente nel quale trovò la! morte a Monza 11 10 settembre 1978 lo svedese Ronnie Peterson. | La sorprendente rivelazlo-; ne viene fatta dal settimanale: automobilistico «Autosprint», dopo la lettura del testo integrale della sentenza con la quale il 28 ottobre 1981 vennero assolti dall'accusa di omicidio colposo 11 direttore dell'autodromo lombardo, Giovanni Restelli, e il pilota italiano Riccardo Patrese. Il pri¬ mo fu ritenuto innocente «per non avere commesso il fatto; il secondo «perché il fatto non costituisce reato». Ciò che non venne alla luce, all'epoca del processo, è che 11 presidente del Tribunale, Generoso Petroli a, attribuì la responsabilità dell'incidente a Hunt. n momento cruciale della tragica carambola di Monza viene cosi ricostruito dal magistrato: «72 pilota inglese della McLaren, superato sulla destra dalla Arrows di Patrese, non ridusse la velocità della sua macchina, cercando invece spazio verso il centro della pista dove entrò in collisione con la'Lotus di Ronnie Peterson.. fi p?-nrt Si è chiarità in questa maniera definitivamente, almeno per quanto riguarda gli aspetti giuridico-legali, una vicenda drammatica che suscitò scalpore e che provocò per lungo tempo molte discussioni. L'opinione pubblica, gli esperti, i piloti, 1 tecnici si divisero in due fazioni, prò e contro Restelli e Patrese. I due per tre anni subirono pressioni psicologiche non indifferenti che solo la sentenza di assoluzione potè cancellare. Ora ci si chiederà se James Hunt potrà venire incriminato a sua volta. La prassi richiederebbe una riapertura dell'inchiesta, altre indagini ed un nuovo processo. Non sembra che questa sia la strada scelta dal pubblico ministero o dalla par te civile. ■ Con tutta probabilità verrà messa una pietra sull'intera, triste vicenda. Anche in considerazione del fatto che, se Patrese è stato ritenuto incolpevole perché il fatto non costituisce reato, lo stesso trattamento spetta al pur altezzoso Hunt. Il quale, fra l'altro,; fa ora nascere il sospetto di avere abbandonato le corse 9 mesi dopo l'incidente anche per lo «choc» subito In quel-' l'occasione. Resta comunque la consta-, tazione della sportività e dell'umanità dimostrata da Riccardo Patrese. Dopo essere stato accusato per anni, aver, subito ogni sorta di danno, morale e materiale per l'acca-, duto, non ha voluto prendersi rivincite di nessun tipo. Il padovano sapeva da tempo che Il eludjce aveva.addossato.laresponsabilità ad Hunt, ma non ne aveva fatto parola con alcuna persona. Patrese si è comportato Insomma da gentiluomo, anche se il brutto episodio gli procurò molte sofferenze. Altro discorso, ventilato da alcune parti, quello sulla re' sponsabiiità di un qualsiasi pilota In un incidente simile a quello successo a Monza nel l'autunno 1978. Se il giudice ha addossato — si chiede qualcuno — la colpa ad Hunt, In una fase di sorpasso, che fi ne farà l'automobilismo sportivo? In effetti 11 compito, se non il dovere dei piloti, è proprio quello di non staccare l'acceleratore e non frenare per andare più forte degli al tri. E' chiaro che qui entra in ballo tutta la «filosofia» di questo sport per 11 quale i rischi di incidenti o si accettano o non si accettano. Non pare che ci siano vie di messzo, perché 11 pericolo è legato all'alta, velocità con cui corrono le1 macchine. Gli strumenti per ridurre al minimo i rischi ci sono: sicurezza attiva e passiva delle vetture e dei circuiti, regolamenti che tengano conto il più possibile dell'esigenza di evitare al massimo gli incidenti. Per quanto riguarda 1 piloti si può soltanto chiedere del buon senso, una perfetta forma fisica (anche questa è importante) ed un'ottima conoscenza del mezzo che viene adoperato. Al riguardo non bisogna sottovalutare l'esperienza. E' sempre valida la proposta fatta da molti piloti, secondo la quale per salire di categoria (ad esempio per arrivare in Formula 1) sarebbe auspica bile richiedere una certa serie di risultati, di punteggi acqui siti nelle formule minori. . Cristiano Chiavegato

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