Parma, lezioni sospese in due Facoltà Sul Regio lo spettro delia chiusura di Renato Rizzo

Parma, lezioni sospese in due Facoltà Sul Regio lo spettro delia chiusura Dopo la paura lo sconforto: complessivamente i danni superano i 100 miliardi Parma, lezioni sospese in due Facoltà Sul Regio lo spettro delia chiusura Inagibili, per il momento, Scienze ed Economia - Gli studenti: «Faremo i muratori per accelerare il restauro delle nostre aule» • Si spera in qualche soluzione provvisoria - Tappeto di calcinacci nel «tempio» verdiano DAL NOSTRO INVIATO . PARMA —Ora che il terrore è passato, ora che la città : ha ripreso 11 suo respiro quasi I normale, si censiscono 1 danni e si guarda al domani. E il do- . mani è pieno d'ombre. E lo - sconforto e la preoccupazione hanno preso il posto lasciato dalla paura. Il terremoto, nei suol tre secondi d'immenso brivido, ha colpito al cuore: ' Parma ha subito danni che il sindaco e 1 parlamentari della zona valutano superiori ai cento miliardi. E, su una realtà, che già vede drammaticamente lesionato il centro storico, Incombe la spada di Damocle d'una minaccia assai grave: la chiusura di parte : dell'Università e quella del " Teatro Regio. Seimila studenti di questo 1 che è uno del più antichi atenei Italiani rischiano di per- ' dere l'anno accademico. Negli edifici che ospitano Scienze ' ed Economia e Commercio, il terremoto ha aperto falle e crepe preoccupanti inducendo il Rettore a sospendere le lezioni «sine die». «Non si poteva agire in modo diverso — ha osservato 11 preside di Eco - nomia, professor Basini — ■ Per evitare ulteriori danni ed eventuali responsabilità dobbiamo attendere l'accerta- 1 mento dell'agibilità dei locali. Già abbiamo'sollecitato l'in- •■ tervento dei tecnici: in una situazione come questa non si ' può perdere neppure un mi- ; nato». Ieri mattina decine di stu- " denti, prima di lasciare la Facoltà, hanno voluto offrire la propria collaborazione: Se ' c'è bisogno, siamo pronti: faremo i muratori per accelerare il restàuro delle nostre au- ' le-. Tra calcinacci, vetri rotti e lesioni al muri degli istituti di Fisica, Chimica, Farmacia, Biologia e Matematica della facoltà di Scienze, analoghi •momenti di fervore e di - preoccupazione: -Abbiamo faticalo a mandare a casa i ■■ rogassi—ha detto il direttore ' dell'istituto di Fisica — ma lo "stato dei locali non ci concedeva alternative». Óra Si spera in qualche -soluzione prov; visoria» La stessa incertezza che si j respira tra gli ori e gli stucchi ''caduti del Teatro Regio aggredito dal sisma proprio quando, al proprio interno, si . lavorava per riparare 1 danni - causati dal tempo c dall'incuria. Il grande complesso, nato nel 1829, è una dolorosa ragnatela di lesioni: centinaia di nuove crepe si sono aggiunte alle vecchie, è crollata quali si interamente la scala di servizio. La «città teatrale» è strage di intonaci caduti in cui ingegneri e tecnici stanno valutando la gravità delle lc- . sioni di corridoi, volte e legni. Il fantasma della chiusura, che aleggiava da quel maledetto pomeriggio di mercoledì quando Parma ha tremato, è diventato, Ieri, qualcosa in più di un'ombra: «Si tratta di - danni estremamente rilevanti — ha notato l'assessore alla - cultura e al teatro del Comu- - ne, Enzo Bioli —. Occorrerà ., un'approfondlta indagine sui problemi statici dell'Intero complesso». Si avanzano seri dubbi sulla possibilità di non ■i compromettere la stagione 11 " rlea che doveva iniziarsi il 26 " novembre. «/ più ottimisti ritengono . che in un paio di mesi il Regio sarebbe in grado di tornare agibile, ma la realtà potrebbe essere diversa», commenta un ' tecnico. Sono in molti a ricor¬ dptpn«ntsmdgdgrqgsmedb dare che, l'anno scorso, quasi per caso si evitò nel teatro un terribile rischio: una trave portante del soffitto era incrinata e minacciava di cedere: «Sarebbe bastata una forte nevicata per far crollare il tetto e determinare un dramma», si osserva. Subito dopo, incominciavano 1 lavori di consolidamento, ma in un corpo grande e vetusto l'abbandono di decenni aveva lasciato segni troppo profondi per essere curati rapidamente: «Da queste considerazioni — spiega ancora un tecnico — i nostri timori di oggi: quali traumi intemi può aver subito un edificio già cosi ammalato?:. L'inventarlo del segni del disastro ha altre punte di buio. La Pilotta, stupendo complesso già duramente colpito dal terremoto del luglio '71; lentamente sprofonda per un male simile a quello che affligge la Torre di Pisa: il sisma di mercoledì ha dato una tremenda «spallata» alle strutture seicentesche. Intanto, a scopo precauzionale, sono stati chiusi all'interno dell'edificio, il Museo nazionale, la Biblioteca Palatina e la Galleria nazionale. dove mercoledì si erano aperte nuove lesioni ed allargate le vecchie. E ancora, in questo mosaico disastrato, altri danni a edifici storici: crolli all'Archivio di Stato c all'istituto d'arte Toschi, lesioni al Palazzo Ducale, a quello del Vescovado e a trentacinque chiese della diocesi (quattro delle quali a Parma). La città è stata divisa in quattordici zone e i tecnici della Protezione Civile, coordinati dalla prefettura, stanno lavorando per compiere sopralluoghi e sgomberare'le famiglie dalle case pericolanti: fino a ieri sera le cifre parlavano di 146 abitazioni gravemente lesionate e di 228 i cui danni erano meno rilevanti; 3410 le richieste di controlli da parie dei cittadini nei cui appartamenti s'erano verificate lesioni. In mattinata si è tenuto un summit cui'hanno preso parte, oltre al sindaco Lauro Grossi, parlamentari della zona, rappresentanti degli enti locali e delle associazioni di categoria: è 6tato compiuto un inventario delle conseguenze del terremoto per individuare e sanare prontamente le necessità più urgenti attingendo ai 14 miliardi stanziati dal ministero della Protezione Civile. Ed è emer-, sa la necessità di richiedere una legge speciale: ./incora oggi — è stato detto — viviamo sulla nostra pelle i problemi nati dopo lo straripamento del Taro avvenuto il 9 novembre dell'anno scorso: i danni non sono stati finora risarciti a dimostrazione che. davanti a certi eventi, intervenire con leggine non serve a nulla. Occorrono misure più radicali». Renato Rizzo

Persone citate: Basini, Eco, Enzo Bioli, Lauro Grossi, Torre Di Pisa, Toschi

Luoghi citati: Parma