Torino, i giudici cercano un legame con i rapimenti di Claudio Cerasuolo

Torino, i giudici cercano un legame con i rapimenti Torino, i giudici cercano un legame con i rapimenti TORINO — Sono cinque i mandati di cattura per associazione per delinquere di stampo mafioso spiccati dai magistrati torinesi dopo il blitz al casinò di Saint-Vincent. Ma le persone trattenute nella caserma della Guardia di Finanza, in corso IV Novembre, sono molte di più. E' una delle pochissime ammissioni fatte dal team di giudici, 1 sostituti procuratori Maddalena, De Crescienzo, Saluzzo, 1 giudici Istruttori Sandrelli, Laudi e Tamponi, in un breve incontro con i giornalisti ieri pomeriggio. •Ci sono diverse inchieste ma quella di cui ci occupiamo — hanno detto — riguarda il Casinò di Saint-Vincent e in minima parte quello di Sanremo, per fatti legati a sequestri di persona su cui stavamo indagando da tempo: Esistono dei collegamenti per scoprire gli assassini di Bruno Caccia, il procuratore capo assassinato a Torino? «E' uno delle tante piste — hanno replicato i magistrati —.Non possiamo dire altro. Sulle persone che stiamo interrogando ci sarà qualche dichiarazione ufficiale domani'. Da mesi i giudici torinesi impegnati nelle indagini sul sequestri di persona avevano individuato nelle case da gioco uno dei possibili tramiti per il riciclaggio di denaro del riscatti. Le dichiarazioni di due pentiti, processati per il rapimento Ravizza, avrebbero fornito elementi preziosi. Tra le persone trattenute nella caserma della Guardia di Finanza ci sono indiziati per associazione per deliquere e fermati per favoreggiamento o reticenza. Uno' di questi ultimi, giocatore accanito, difeso dall'avvocato Gianaria, ha rischiato l'arresto. Poi si è ricordato il nome di un prestasoldl di Saint-Vincent e ha riguadagnato la libertà. I cinque nomi finora resi noti sono: Franco Chamonal, amministratore delegato del'là'tìlatv, ia'sòci'èlà'cn¥rfa in' gestione là ' casa - dà giòco; Bruno Masi, ex direttore ge¬ nerale e candidato, a quanto si dice, alla presidenza della holding delle società che ruotano attorno a Saint-Vincent (Sala Giochi, Centro Con,gressl e Grand Hotel Billia); Umberto Zingarelll, chef della reception del Billia; Lorenza Datteri, capo ufficio fidi e Sergio Ramerà, ex assessore regionale della Valle d'Aosta. Il blitz al casinò è stato effettuato da reparti della Guardia di Finanza del nucleo di polizia tributarla di Torino, coordinati dal colonnello Guzzi, con l'appoggio delle Fiamme Gialle di Aosta. Da venerdì scorso sono in corso gli interrogatori dei fermati, che proseguono quasi senza soste, con brevissime interruzioni. Gli avvocati Altara e Giordanengo, che difendono Lorenza Datteri, sono usciti dalla caserma alle tre e mèzzo del mattino: «No commenU, è stata la loro laconica risposta alle domande del cronista. L'impressione è che 1 magistrati abr ano una gran fretta di co:.in!etare un primo giro di iiterrogatori prima di deciriet altre mosse. Per ora si possono soltanto fare delle Ipotesi sugli elementi d'accusa. A parte la possibilità di riciclare denaro sporco dei sequestri in un casinò, potrebbe esistere un'organizzazione clandestina di prestasoldl, o per meglio dire, di usurai, con complici nella casa da gioco. Sotto inchiesta è l'intero staff direttivo del casinò. I responsabili sapevano di questa organizzazione? Fino a che punto era arrivato il potere del cambisti clandestini? La direzione U tollerava, era addirittura d'accordo con loro o doveva per forza subirne la presenza, magari perché minacciata da elementi mafiosi? Gli interrogatori in corso potrebbero fornire risposte chiarificatrici. A tarda sera cominciavano a circolare in città nomi di probabili indiziati: gente chiacchierata che da anni vive di usura, spostandosi da Saint-Vincent a Campiqne e Sanremo. La loro cafctyUft potrebbe essere Imminente. Claudio Cerasuolo