E' finita l'epoca del «bimbo oggetto»

E' finita l'epoca del «bimbo oggetto» E' finita l'epoca del «bimbo oggetto» La nuova legge sulle adozioni pone precisi limiti e soprattutto rende impossibile ogni «mercato» - E' il tribunale che decide - In Piemonte: 600 richieste per 200 bambini Ieri e oggi, due giorni per capire, commentare, divulgare la normativa che modifica l'istituto dell'adozione. Il convegno si svolge al Teatro Adua, l'hanno promosso gli enti pubblici torinesi, l'Associazione famiglie adottive e il Centro per l'adozione internazionale. Oltre settecento gli operatori intervenuti; un bel risultato per gli organizzatori e per quanti a Torino hanno lavorato alla modifica della legge che risale al '67. La nuova normativa pòrta la data del maggio scorso ed è li risultato di una lunga riflessione passata attraverso i tribunali dei minori e non poche scabrose situazioni arrivate al crivello della cronaca sotto la spinta dello scandalo e dell'indignazione: basti pensare ad alcuni capitoli del «mercato» dei neonati, o dell'«acquisto. (sic!) di bambini indiani, sudamericani e africani. Ora la «fame di figli, viene soddisfatta nella giusta misura restituendo dignità al banchetto degli affetti dove a capotavola c'è il minore ed ai lati la coppia meglio assortita tra le tante aspiranti al ruolo di genitori. Finisce la parabo¬ la del bimbo-oggetto di cui i genitori naturali dispongono come vogliono, comincia quella del bambino-soggetto il cui destino, In caso di necessità, è regolato e garantito dal tribunale competente. Il bambino è In condizioni di abbandono? Decide 11 giudice se è vero. Viene allevato male? Sarà sempre il magistrato a destinarlo a un ambiente migliore. La nuova legge abbassa il limite di età della coppia adottante: meglio che i genitori siano giovani poiché ne trae' beneficio 11 bambino. Il tetto dei 5 anni di matrimonio (la legge esclude le pretese di coppie non regolarmente coniugate) è sceso a 3, la differenza di età tra adottanti e adottato passa da 20 a 18 anni e il limite massimo di età dell'adottante scende da 45 a 40 anni: oltre questa soglia non è neppure il caso di avanzare domanda di adozione. Ampio il capitolo dedicato all'adozione internazionale. Sono cambiati i tempi: 11 nostro Paese che una volta esportava manodopera e bambini ora importa l'una e gir altri. Per Torino e 11 Piemonte i bambini disponibili «in loco» sono in un anno meno di 200 (di cui una trentina figli di ignoti) mentre le do- mande di adozione, in media, si aggirano sulle 600: da qui l'esigenza di ricorrere al «mercato» esterno. Ma ci vuole un freno alle adozioni facili. La legge è tassativa: nessun bambino può entrare in Italia se gli adottanti non sono In possesso del requisiti confermati dai tribunali minorili e se il bambino In arrivo non è accompagnato da un provvedimento che acconsente 8.il'espatrio e dichiara lo stato di adottabilità rilasciato dalle autorità del Paese d'origine. Altre severe norme costituiscono uno sbarramento al passaggio clandestino di bambini da una madre che vuole disfarsi del figlio magari «vendendolo» a coppie inidonee. Sono gli argomenti principali su cui discutono o hanno già discusso personalità politiche e docenti, magistrati e operatori sociali: dai parlamentari Felisettl (psi), Oaravaglia (de), Tedesco (pei) alla giornalista Neera Fallaci; dal magistrati Giorgio Battistacci e Alfredo Carlo Moro agli assessori comunali e provinciali Mlgliasso e Gattini. p.p.b.

Persone citate: Alfredo Carlo Moro, Gattini, Giorgio Battistacci, Neera Fallaci, Tedesco

Luoghi citati: Italia, Piemonte, Torino