Concordato, i laici temono un blitz

Concordato, i laici temono un blitz Pri, psdi, pli, pr e pei chiedono che la «sesta bozza» sia discussa in Parlamento prima della firma Concordato, i laici temono un blitz ROMA — I partiti laici chiedono che la «sesta bozza» di revisione del Concordato venga discussa in Parlamento' prima della firma dell'intesa tra l'Italia e la Santa Sede. Chiusa nel «massimo riserbo» su tutta la vicenda concordataria la presidenza del Consiglio ieri è stata sollecitata a portare alle Camere il testo su cui è stato raggiunto l'accordo negoziale con 11 Vaticano, da interpellanze, dichiarazioni, prese di posizioni dei liberali, del repubblicani e del so-' daldemocratlci, tre partiti di governo a cui si aggiungono i radicali e la sinistra Indipendente, che hanno inviato a Craxi due lettere per rivendicare al Parlamento il diritto a discutere la nuova bozza prima della ratifica conclusiva. L'ultima fase della lunga trattativa concordataria, dunque, è incominciata. Il portavoce della Santa Sede ha dichiarato ieri che In Vaticano «non risultano novità* in merito alla revisione del Patti Lateranensl. Questo significa che dopo l'Intesa raggiunta tra le commissioni nominate dalle due parti sul 14 articoli della «sesta bozza» non sono ancora stati avviati 1 contatti diplomatici che precedono la firma. Ma ambienti del Vaticano molto autorevoli ci hanno confermato che la Santa Sede giudica 'soddisfacente* 11 testo della nuova bozza, considerandolo 'pronto per la firma*. D'altra parte il Vaticano, dopo la morte di padre Lener, uno dei tre membri della commissione incaricata della trattativa non ha nominato il suo successore, confermando indirettamente di non pensare ad una ripresa del negoziato In sede di commissione paritetica. Anche il governo italiano, a quanto ci risulta, ha fatto sapere al professor Gismondi, al professor Rossi e al professor Ago—1 tre membri della nostra delegazione — che non intende chiedere un supplemento di lavoro per verifiche o riletture alla commissione, giudicando soddisfacente il lavoro svolto. A questo punto, i prossimi passaggi sono due: un'Informazione al Parlamento (che la presidenza del Consiglio pensava di dare attraverso i gruppi, mentre molti partiti chiedono che venga investita direttamente l'assemblea), poi la firma e quindi la ratifi¬ ca delle Camere, com'è previsto per ogni trattato Internazionale. A suggerire cautela rivendicando la possibilità di un'ampia discussione, sono soprattutto le forze laiche. Il pli, con il segretario Zanone e 11 vice Patuelli, ha presentato un'Interpellanza a Craxi, per chiedere un «indispensabile dibattito parlamentare, prima della firma *Noi — ci ha spiegato Zanone — siamo in linea di principio per il superamento del regime concordatario. Davanti alla notizia di un nuovo testo, chiediamo di poterlo discutere. B trattandosi di un avvenimento storico di rilevante significato come la revisióne dopo 54 anni del Concordato, pensiamo che non sia opportuno portare il documento in Parlamento solo per la verifica*. Anche una nota della segreteria repubblicana e una dichiarazione del capogruppo Battaglia chiedono che 11 Parlamento sia informato «dei passi avanti compiuti prima di una decisione definitiva*, sottolineando come ci siano ancora 'questioni aperte, sia per i beni ecclesiastici sia per l'insegnamento religioso*. Quanto al psdi, 11 segretario Longo e il suo vice, Puletti, ritengono che si debba andare all'approvazione «in tempi rapidi*, passando comunque attraverso un dibattito parlamentare *per discutere davanti all'opinione pubblica le significative innovazioni del nuovo testo*. Con una lettera a Craxi, il presidente dei deputati della sinistra indipendente, Stefano Rodotà sollecita un dibattito «tempestivo» prima della firma dell'intesa anche perché «non sembra che. nella nuova bozza siano state abbandonate soluzioni che suscitarono riserve parlamentari in occasione delle precedenEzio Mauro (Continua a pagina 2 In quarta colonna)

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