Messiaen porta S. Francesco all'Opera

Messiaen porta S. Francesco all'Opera Presentata Ieri a Parigi la composizione che debutterà in prima mondiale il 28 novembre Messiaen porta S. Francesco all'Opera Il musicista spiega la nascita e la struttura del lavoro, ispirato ai «Fioretti» e al «Cantico» - In scena più di 250 persone PARIGI — L'avvenimento della stagione musicale '83-'84 all'Opera di Parigi sarà «San Francesco d'Assisi», del compositore francese Olivier Messiaen. L'opera, in tre atti e otto quadri, debutterà 11 28 novembre a Palais Garnier, con la direzione del maestro Seiji Ozawa (che per la sola aerata del 14 dicembre sarà sostituito dal maestro Kent Nagano). Protagonista, nel ruolo di San Francesco, il belga José Van Dani, che ha interpretato Leporello nel «Don Giovanni» di Mozart portato sullo schermo dal regista Losey. Con lui canteranno la marti* nicana Christiane Eda-Pierre, nel ruolo dell'Angelo, Kenneth Rigel (la Lepre), Philippe Duminy e Michel Philippe, che si alterneranno nel ruolo di frate Leone, George Gautier, frate Masse, Michel Senechal, frate Ella, Jean-Philippe Courtis e Robert Grenier, nel ruolo di 'frate Bernardo. La regia è di Sandro Sequl, le scène e 1 costumi di Giuseppe Crlsollnl-Malatesta. Dopo la prima, l'opera sarà rappresentata il 1*, 3,6,9,12 dicembre. Il «San Francesco» è la terza opera della prima stagione parigina del maestro Massimo Bogianckino come , direttore dell'Opera. La stagione era stata inaugurata dai «Moise» di Rossini, accolto da critica e pubblico con grande entusiasmo. Il maestro Ozawa, giapponese, ha debuttato all'Opera nel 1979 con l'«Enfant et les sortiJlegès» e «Oedipus rex». In seguito vi ha diretto «Turandot», «Fidelio», «Tosca» e «Fai staff». PARIGI — Per Olivier Messiaen ? 'avvera finalmente un sogno antico. La sua cattedrale di musica dedicata a San Francesco è ormai costruita e sta per rivelarsi. Nella Francia laica e socialista di Mitterrand un'opera religiosa è 11. fatto culturale dell'anno. La prima .del 28 novembre vedrà schierata la critica internazionale. All'Opera è tutto esaurito da mesi. Messiaen, settantacinque anni, di Avignone, allievo del Paul Dukas celebre per «L'apprendista stregone». Figlio di un professore d'Inglese, padre di un professore di russo. Biglietto da visita che sembra un manifesto: «compositore, ornitologo, specialista ■ di ritmi, organista del grande organo della Sai"'? Trinité a Parigi, membri, tftìl'InsHtut de France, dc'ù'A Eudemia di Santa Cecilia» e di altri templi della Terra; Incalcolabili premi e lauree ad honorem. Maestro di maestri come Boulez e Btockhausen e Xenakls. Ecco le confidenze di un recente incontro. Questo monumento a San Francesco da che cosa nasce, quali segreti ha? rNasce da otto anni d'un lavoro immenso. Mi fu commissionato da Ralf Liebermann, p precedecessore di Bogianckino alla guida dell'Opera. Ne ho scritto io stesso il libretto, ispirandomi ai Fioretti, al Cantico delle creature e alle considerazioni sulle stimmate. Io stesso Ho suggerito un progetto per le scene e i costumi. Poi ho molto, molto faticato all'orchestrazione. L'orchestra è grande: ci sono tre ottavini, tre flauti, un flauto in Sol, sette clarinetti, gli archi, trombe e tube, onde martenot, venti strumenti a percussione, campane, xilofono, xtlomarimba, marimba, vibrafono, glockenspiel. In scena, oltre a cantanti e attori, duecentocinquanta persone. Insomma, una cosa importante. Tre atti, otto quadri: alme-, no quattro ore di musica, come Wagner». •—Eli linguaggio musicale? •E' il mio linguaggio, molto particolare. Al Conservatorio di Parigi ho studiato per dieci anni, armonia, contrappunto, ■jrte della fuga, pianoforte, organo, composizione, tutto! Ma poi, da solo, ho studiato appassionatamente la ritmica, cominciando dalla metrica, dal ritmi antichi. Ecco, possiedo un ritmo che gli altri musicisti non hanno». — Maestro Messiaen, ha un'altra caratteristica? ••Sono credente, sono cattolico. La maggior parte delle mie opere canta il mistero di Cristo. La vita di San Francesco somiglia alla vita di Gesù». —Poi c'è 11 «suo» colore» «£' la terza caratteristica: quando ascolto, quando scrivo I musica vedo dei colori. Ho sempre cercato, componendo, di rendere questi colori. Allora tutti i miei accordi, tutti i complessi di suoni sono insiemi di colori: rosso, blu, viola, verde, arancione... Un'altra caratteristica: non sono solo musicista, sono anche ornito¬ logo. Ho postato quarantanni della mid vita a annotare il canto degìl uccelli in Francia e nell'Europa in generale, a Assisi e sulla Verna. Ne ho annotati negli Stati Uniti, in Giappone, in Nuova Caledonia. Proprio a un uccello della Nuova Càledonia s'ispira, in questa opera, l'ingresso dell'Angelo. Un canto straordinario che affido all'ottavino, allo xilofono, al glockenspiel: — Quale musica ascolta, quale musica ama? •Ho studiato tutta la musica: l classici^ romantici, l'esotismo, l'ultramoderno. Mi place molto Mozart, ho sempre amato Debussy. Mozart per il suo ritmo, per la qualità dell'accento. Anche Debussy per il ritmo, iholtrèper le sfumature, l'agilità,ilcolore. E amo Chopin.'Atbénùt, Musorsgkt) per il colore!.. — Per l'ultramoderno prova ammirazione, sopportazione, indifferenza? «Ma luravuto allievi ultramoderni! Boulez, Stockausen, Xenakls erano nella mia classe al Conservatorio di Parigi. Ho insegnato loro la metrica greca, il canto gregoriano». — Il rivoluzionarlo della musica è'stato Stravlnskl o Schonberg? •Non d sonò rivoluzionari. Ci sono uomini nuovi, che ventanni dopo sono superati e cedono il posto a altri uomini nuovi». — Che opinione ha del Neoromanticismo, della Nuova tonalità? •Non ho opinioni. Finché ci sono ritmi e colori, penso che tutto possa essere buono. Sono al ài fuori di queste correnti, di questi cambiamenti. Ho lavorato solo, sempre solo». — Quale musica si ascolterà In futuro? •Non so, non sono profeta. Nel Medioevo il canto gregoriano era la musica più bella, più. raffinata, più perfetta. Con l'avvento dell'armonia e del contrappunto, restava bella, ma diventava "la musica del Medioevo". Non so che cambiamento avverrà nel Duemila. Già la radio e la televisione e i mezzi elettronici hanno mutato il consumo musicale». — E' ottimista sul destino dell'uomo e della sua arte? •Credo che l'uomo riuscirà ancora a vivere con poesia, perché fa parte della sua natura, perché esistono intorno a noi gli alberi, gli uccelli, il Sole e le stelle. Abbiamo, avranno bisogno di amore, di speranza, di poesia, di musica». Alberto Sinlgaglia ldceAnn S t tti d di li H