Hayez, trovatore del Risorgimento

ffayez, trovatore del Risorgimento LA GRANDE M0STRA MILANESE DEL PITTORE PREDILETTO DA STENDHAL ffayez, trovatore del Risorgimento Fu idolatrato dalla società di Manzoni, Grossi, Berchet, l'unica in Italia che avesse allora respiro europeo - Ebbe per clienti congiurati e carbonari come principi asburgici e nobili austriacanti - Dalla patente sensualità dei primi dipinti alla delicatezza ingresiana della maturità - Finì per assumere le vesti di «pittore nazionale», ritrattista illustre dei Padri della Patria MILANO — La città dove fu artista egemone per almeno quarantanni ricorda, da oggi al 27 febbraio, a Palazzo Reale e nel palaeeo di Brera, Francesco Hayez, con ampiezza di mezzi, rigore scientifico, splendore di restauri: il veneziano Hayee, giovane speranza a Roma negli ultimi anni napoleonici, prediletto dai conterranei Canova e Cicagnara, adotta ed è adottato nel 1820 dalla Milano di Manzoni (il Conte di Carmagnola, quadro, è del 1821), di Grossi, di Berchet. E di Stendhal: «Me semble rien moins que le premier pelntre vivant», «m'apprend quelque chose de nouveau sur les passiona qu'llpeint». L'astratta distinzione e scansione nel tempo fra neoclassicismo e romanticismo sarà frutto di posteriori ester • Oche e poetiche. In realtà la lucida, creativa consonanza con una precisa società e cultura accomuna i due, e spiega quel giudizi. Vent'anni dopo, e in ritardo, vi sarà anche IVlus'ione mazziniana del pittore celebrante l'Idea nazionale italiana, quando già Hayee aveva affrescato {Allegoria dell'ordine politico di Ferdinando I d'Austria in quel Salone delle Cariatidi, semidistrutto dai bombardamenti nel 1943, che ospita le narrazioni storiche e romanzesche più clamorose e rutilanti. Il romantico-realista Sten dhal era perfettamente in grado di individuare la consonanza di fondo con una società, precisa di tempo e di luogo, al di sotto delle impalcature storicistiche fra/Medioevo e Rinascimento lom¬ bardo-veneti, del guardaroba trobadorico o romanzesco, filellenico e orieiitalistico. E' il tratto distintivo di Hayez rispetto all'amico-rivale, già dagli anni romani, Pelagio Palagi, anch'eglt presente in mostra con una Partenza di Colombo mai uscita dalla sede privata originaria, e ai romantici puristi delle altre contrade italiane; ed è d'altronde il tratto distintivo dell'unica società italiana ricca in quei decenni di respiro e cultura europei. E' una consonanza con tutta la società milanese: quella del Conciliatore e dei congiurati Federati del 1821, committenti e spesso modelli del pittore come «attori» nelle storie dipinte; di Cristina Belgiojoso, la * Princesse Malheureuse> Giardiniera Carbonara, il cui stupendo ritratto fu forse dipinto durante un soggiorno clandestino a Lugano nel 1830. Ma nel contempo anche quella della Milano capitale vicereale asburgica: della bella e mondana GiuliaSamoyloff Pahlen, committente ad Hayez del Tenore David negli «Arabi nelle Gal Uè-, melodramma dell'amante in carica Pacini; del presidente di Brera Conte Ambrogio Nava, ciambellano dell'Imperatore, il cui ritratto fu sfregiato in mostra a Brera dal patriota Carlo De Cristo/ori». . Hayez aveva bene appreso da Canova la lezione di quel tipo di rapporto ..civile,, fra artista e società illustrato alle origini da David e Goya: ed è questo il filo rosso perseguito con logica analitica e ferrea dagli ordinatori Cristina Gozzoli e Fernando Mazzocca, prima nella pluriennale ricerca che ha scavato con impensabili risultati nelle originarie collezioni patrizie, poi nella scansione in mostra ' di opera in opera, di gruppo in gruppo suddiviso in sezioni. Il Salone delle Cariatidi (e adiacenze) in Palazzo Reale ospita la grande scena storico-romantica e romanzesca (nonché la prima fase romano-veneziana), dal Pietro Bossi del 1820 alle due versioni di Giulietta e Romeo de! 1823 el833,alla Bice del Balzo è Marcò Visconti del 1838; e la parata del grande ritrattista, fra romantiche sensibilità psicologiche ed eletta, ingresiana stilizzazione del dato di costume, preziosità cromatiche e squisitezze luministiche. ' Si intrecciano in mostra dipinti e relativi disegni, tratti dal ricchissimo patrimonio lasciato dal vecchio maestro alla sua Accademia, e volti del loro committenti, di Hayez stesso, del Moltenì,, 'dell'ArienU, del russo Brjullov, fino a ritratti-sculture del Vela. Sono sottolineati rapporti e momenti d'incontro stillstico-iconografici, come nella serie affascinante delle Maddalene, del Canova dalle collezioni civiche genovesi, del Cavalieri per Carlo Alberto da A glie, fino alla versione di Hayez nel 1825 per il patriota Gaetano Ciani, riscoperta in occasione della mostra. Hayez si muove in questa fucina della grande letteratura romantica con lucidissima «qualità* professionale, ma anche con l'autentica citali ta stilistica di un nobtl equilibrio fra la stilizzazione^ •deU'*accaàemia del reale» (là" robusta verità dei disegni lo' dimostra) e una sensibile, talora sensuale rivisitazione del colorismo veneziano quattrocentesco, da Carpaccio a Giambellino, che l'epoca definiva ^primitivo» in quanto preraffaellesco e pretizianesco. E', unico in Italia, cittadino dell'Europa romantica di Delaroche, di Alexandre Fragonard, di Scheffer, dei Vernet, di Bonington, di Brjullov, del monacensi da Cornelius a Moritz von Schwind a Kaulbach, voci di un coro che affianca gli 'acuti' di Delacroix e di Turner, ben distinto per più 'naturali' emozioni dalle astrazioni di visionari, «nazzarenU e puristi. Già nelle sale di Palazzo Reale è registrato un qualche allentamento della tensione -civile- e formale del 1820. Si affacciano, con le Odalische, le «mode' internazionali, trionfa il mito melodrammatico-romantico legato all'anagrafe veneziana del pittore, con le diverse versioni dei verdiani (ma «a posteriori') Due Foscari, fino al puro racconto -di costume storico', l'Accusa segreta del 1847-48. Anche il ritratto, dopo i vertici fra 1830 e '40 di Cristina Belgiojoso, di Luigia Mylius Vitali, di Caterina Bonvicini Cardinali — di assoluto livello iìigresiano —, diviene fascinosa, quasi astratta illustrazione della bellezza lombarda, dalla cantante Matilde Juva Branca (di una famiglia intrinseca con Donizetti, Rossini e Liszt) all'aristocraticità spagnolesca di Moriqulta d'Adda Falcò Pio di Savoia. Siamo ormai lontani dalla pa.tente sensualità del notorio 'tombeur de femmes', ostentata nel ritratto dell'allieva-amante Carolina Zucchi a letto, della Galleria d'Arte Moderna di Torino. Hayez è ora pronto ad assumere le vesti di pittore nazionale (fino all'Unità; quando esploderanno e si intrecce¬ ranno le nuove e più moderne voci, da Firenze a Napoli a Milano stessa), ma in un senso alquanto diverso da quello auspicato da Mazzini: 'ritrattista illustre' di Manzoni e Rosmini, Rossini e Cavour — già lavorando sulle maschere mortuarie, sulle fotografie —; scenografico macchinista accademico, fra Bibbia e Oriente; neotizianesco 'putoritrattista fino all'estrema età. Siamo alle sezioni suddivise fra la Pinacoteca di Brera e il salone napoleonico dell'Accademia di Brera, mentre la Biblioteca Braidense ospita la biblioteca dell'artista e il corridoio di congiunzione fra Biblioteca e Pinacoteca l'opera grafica, fra cui eccellono anche per perizia tecnica le litografie per i Lombardi alla prima Crociata di Tommaso Grossi e per llvanhoe di Walter Scott. i Colpisce, quasi reazione alla parabola inventiva ed emozionale, l'astensione di eccezionali perizie e fin malieie formali: l perlacei grigiori ■neoveronesianì che, sotterraneamente, conteranno non poco per i Faruffini e i Cremona; la conscia tensione ad una ^riproducibilità', che solo oggi ci è dato di valutare e comprendere nel celeberrimo Bacio. Afa ancor più colpisce l'introversione tardoromanfica, la sensualità allusiva e repressa, la caduta di illusioni delle Malinconie e Meditazioni. Nella versione della Galleria d'Arte Moderna di Verona, la pulitura in occasione della mostra ha rivelato incise sulla croce le date delle Cinque Giornate di Milano. Marco Rosei o a e o l rvMsae—s Un altro quadro in mostra: il conte Arese Lucini in carcere Francesco Hayez. Il ritratto della principessa Cristina di Belgiojoso, eseguito nel 1831