Il denaro è amico, nemico, fratello

D denaro è amico, nemico, fratello Che rapporto hanno con i soldi 8 ricchi e i famosi? Ne parlerà dal 28 novembre una trasmissione tv D denaro è amico, nemico, fratello Le opinioni di Andreotti, Paolo Rossi, Fellini, padre Sorge, Spadolini - Laura Betti: «Ho guadagnato i primi quattrini ricattando mia sorella» DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — I ricchi e famosi parlano di soldi (desiderati, disprezzati, rispettati, sprecati, amati, giocati, posseduti dalla nascita o guadagnati, rubati, rischiati, tesaurizzati) ne «Il danaro e 1 suoi fratelli», un programma in quattro puntate della seconda rete televisiva della Rai che andrà in onda alle 21,30 dal prossimo 28 novembre. Realizzata da Giuliana Calandra e Gabriella Lazzonl, prodotta dalla struttura diretta da Giovanni Minoli, montata da Carla Simoncelli, l'Inchiesta interroga trentacinque italiani celebri (politici, artisti, industriali, calciatori, banchieri, donne belle, filosofi) sul tema più attuale, quello che è adesso al centro di tutti i nostri pensieri e le nostre ansie. Insieme con le domande sul soldi (quanti ne hanno, che uso ne fanno, quale potere rappresentano, se 11 spendono' da cicale o da formiche),, altre domande sull'amore, sul lavoro e su se stessi funzionano come abile con' t rollo di dichiarazioni magari troppo virtuose. Anticipiamo qui parte d'alcune risposte. Giulio Andreotti, ministro degli Esteri: In famiglia, chi amministra è mia moglie, molto più brava di me. Le passo circa due milioni al mese. Ira Furstenberg: L'uomo ricco non è una gran manna per una donna, perché in generale vogliono possederti. Siccome ti danno del soldi, pensano che puoi essere una loro possessione. Non sei più un individuo in te stessa, diventi un personaggio che dipende da loro. E' questa la cosa noiosa. Ecco perché a me gli uomini ricchi dopo un po' rompono. Claudio Martelli, vicesegretario del psl: Il danaro è sicuramente potere; ma nelle quantità in cui lo posseggo io no, non è un potere. Paolo Rossi, calciatore: Io sono un Impiegato della Juventus, un giocatore dipendente che perciò non può amministrarsi per conto suo. Non sono un finanziere né un' affarista come dicono, non sono Paperon de' Paperoni: cerco di dare ai soldi la giusta importanza. Renato Cantoni, economista: La Borsa è un posto per soffrire: la gente ama soffrire, perciò si mette a giocare in Borsa. Federico Fellini, regista: Il danaro mi place averlo, non mi place farlo. Non ho l'impressione di fare film per avere in cambio del danaro: col danaro non credo d'avere un rapporto particolare, al danaro non do gran valore, dal danaro non sono condizionato, Non ho mal soldi in tasca: se li porto, mi vanno via subito. Paolo Villaggio, attore: romani, diversamente dai ge novesi sono molto attaccati ai soldi: me, mi usano come un ricco, come il vecchio stronzo che paga i conti. E io 11 danaro lo butto via, però soffrendone. Morirò poverissimo, come Amedeo Nazzari, come tutti gli attori. Bartolomeo Sorge, gesuita: Noi abbiamo fatto voto di povertà: ciò che guadagnamo lo mettiamo in comune, non possiamo possedere... II danaro è uno strumento: diventa buono o cattivo a seconda dell'uso che se ne fa. Laura Betti, attrice: I primi soldi 11 ho guadagnati ricattando mia sorella, minacciandola di rivelare ai nostri genitori certi suoi segreti amorosi. Alcjandro De Tomaso, Industriale: Io sono orgogliosissimo di essere un capitalista. In Italia, se uno guadagna soldi si pensa subito che ha trafficato, che ha fatto cose illegali: ma perché? In Italia manca una cultura del denaro. Cesare Musatti, psicoanalista: Nel rapporto col danaro ho delle difficoltà... I soldi mi sono sempre venuti prima da mio padre, poi dallo Stato come stipendio, e ogni altra forma di pagamento mi mette a disagio. MI disturbava persino farmi pagare dai pazienti, mi sembravano soldi rubati. Giorgio Borletti, proprietario di Casinò: Tutti i Casinò rendono, perché la gente ama giocare : lo no, ma amo moltissimo 11 rischio. Sono nato ricco, In una famiglia di grandi industriali in cui il danaro era una cosa normalissima: i soldi mi place farli per spenderli. Eleonora Giorgi: attrice: Dopo la nascita di mio figlio, penso al soldi come a una forza nel momenti di debolezza. Alberto Dall'Ora, avvocato: Certi miei clienti non pagano, e sono felici di poterlo fare a spese d'altri clienti che pagano molto... L'importante è che il danaro circoli: lo faccio l'elogio morale della cicala, contro l'immoralità della formica. Giovanni Spadolini, ministro della Difesa: Verso 1 soldi ho una specie di incompatibilità fisica: non riesco a portarli addosso, li perdo, una volta per distrazione ho strappato e gettato un assegno da un milione. Guido Carli, finanziere: Credo nella funzione morale e sociale del danaro, anche come misura dei valori individuali: personalmente, sono piuttosto incline alla dissipazione. Giancarlo Pajetta, dirigente comunista: Parlare di cibo, di sesso e di soldi è una cosa che non sta bene. Lio Ughi, violinista: Del denaro non m'importa niente, ma certo ho dovuto adat tarmi al criterio corrente per cui un artista quanto più è pagato, tanto più è bravo. Inge Schoental, editrice Feltrinelli: Un editore di "cultura non ha mai fatto soldi; è sempre sulla cresta del falli mento. Luigi Lucchini, industriale : Mia moglie dice che neppure da fidanzati le ho mai offerto un fiore: vero, ma perché non sono mai riuscito a capire che valore possano avere 1 fiori. Non è per non spendere: a mia moglie ho regalato cose di un'entità anche grossa, anche se lei dice che l'ho fatto per Investimento. Alberto Moravia, scrittore: Soldi, bisognerebbe averne quel tanto che basta a non pensarci. Se si dà importanza a se stessi, il danaro è un mezzo; se si dà Importanza al danaro, si diventa noi stessi danaro. La gente dà molta importanza al danaro perché ha paura. Eleonora Giorni: «1 solili sono una forza nei momenti di debolezza»; il regista Federico Fellini invece dice: «Il denaro mi piace averlo, non mi place farlo. Al denaro non dò pran valore»

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