Il grande pasticcio di Sanremo di Remo Lugli

Il grande pasticcio di Sanremo Viaggio nelle case da gioco: si può riciclare il denaro dei riscatti? Il grande pasticcio di Sanremo Il Casinò torna provvisoriamente ad essere gestito dal Comune in attesa che il ministro dell'interno ratifichi il passaggio alla società Sit - Non sarà decisione facile anche perché sulla casa da gioco pesa il recente passato che vide croupier* dalle lunghe mani e clienti disonesti coinvolti in uno scandalo che portò alla condanna di 112 persone DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SANREMO — Il casinò di Sanremo è più che mai in acque agitate; un tipo di navigazione, del resto, che gli è abituale. Ora torna ad essere gestito dal Comune, come lo fu dal '69 all'82, anni di ruberie da parte di croupiers dalle lunghe mani e di clienti loro compari. Nel processo che si svolse da febbraio a giugno dell'anno scorso i condannati furono 112. La gestione diretta , sarà provvisoria fino a quando 11 ministro dell'Interno non avrà ratificato il passaggio alla società Sit che non ha vinto la gara d'appalto, ma sembra aver diritto alla gestione in base ad un accordo con il vincitore. Una vicenda complicata, non facilmente comprensibile, quindi tale da non facilitare il benestare da parte del ministro Oscar Luigi Scalfaro. Tra l'altro Scalfaro, proprio in questo periodo, non nasconde la sua convinzione che i casinò siano, per sequestratori e mafia in genere, centrali di riciclaggio del denaro sporco. E in questa fase anche il casinò di Sanremo è al centro di particolari attenzioni della Guardia di Finanza e di altri Inquirenti. Nel tempo in cui i croupier disonesti pagavano ai compii' ci vincite non avvenute oppa re scambiavano flches grosse con altre di taglio inferiore ma in misura, errata, il casinò di Sanremo aveva registrato parametri incredibili; ad esempio, nel '77, le mance erano risultate più alte dell'incasso, pari al 105 per cento, mentre invece in tutti 1 casinò del mondo la percentuale oscilla tra il 37 e il 38. Nel '78 si migliorò: cento per cento; nel '79 si passò al 70%. Adesso siamo al 35%, in piena normalità. L'anno scorso l'introito stato di 31 miliardi e 850 milioni che, detratte le spese ordinarie (i dipendenti sono circa 500) e alcune spese straordinarie, hanno portato nelle caoké1 dòmù'hali un utile'di 19 m'fffàrar.;n'27% delle "entrate va alla provincia di Imperia che li distribuisce fra tutti i Comuni e al Comune di Savona. Nell'82 il Comune, stanco di gestire direttamente il casinò, decideva di darlo in appalto e nominava una commissione che' doveva stabilire le cifre minime e massime per il canone d'affitto, La commissione indicava come minima 15,5 miliardi, che però il consiglio considerava troppo bassa e alzava a 18. La massima doveva rimanere segreta, e lo è ancora; veniva ricavata dalla media delle cifre indicate dal cinque membri della commissione. Sarebbe stato vincitore chi avesse indicato una cifra più vicina alla media tra la minima e la massima. Il 25 gennaio scorso alla gara c'erano due concorrenti: la società Flower's Paradise del conte milanese Giorgio Borlotti e la Sit dell'industriale Michele Merlo, di origine siciliana, ma con stabilimento (elettronica per aeronautica) a Milano. Borletti aveva offerto 18 miliardi e 650 milioni, Merlo 21 miliardi. Il dott. Domenico Riccomagno, magistrato in pensione, presidènte della commissione e garante nominato dal tribunale di Sanremo, dopo avere aperto le buste dei cinque membri della commissione e avere calcolato la media del loro massimi, dichiarava vincitore Borletti in quanto Merlo, coi suoi 21 miliardi, era andato oltre il massimo. Tutto finito, tutto pacifico, dunque? No, tutt'altro. Borletti già due giorni prima aveva presentato una denuncia contro la Sit affermando che dietro Merlo c'erano persone interessate in altri .casinò. Merlo da parte sua accusava la Plower's di non essere una società nata appositamente per la gestione del casinò, come richiesto dal bando, Di fronte a una simile Ingarbugliata vicenda il Comune bloccava l'aggiudicazione continuando a gestire il casinò in proprio. Il 21 marzo altro scossone: su richiesta del conte Borletti il tribunale sequestrava la casa da gioco incaricando della gestione tre custodi sequestratali: il dott. Antonio Semeria, commercialista, che già era stato presidente della gestione comunale, il dott. Erio Fucini, pure commercialista, e l'avv. Natalino Francis!. Il 29 settembre scorso il tri- bunale ha dissequestrato il casinò dopo che le varie parti, d'accordo con il garante, avevano trovato una soluzione. Merlo dà due miliardi subito a Borletti perché si ritiri e rinunci alla sua qualifica di aggiudicatario, offre al Comune, per otto anni, un canone annuo indicizzato di 21 miliardi, più 650 milioni una tantum per gli sfrattati e, non appena insediato, darà a Borletti altri quattro miliardi. Qui a Sanremo le cose sembrano appianate, ma Roma nicchia. Il sindaco Osvaldo Vento nei giorni scorsi è andato al Ministero dell'Interno, da cui dipendono le case da gioco, perché sperava di poter chiedere al ministro le motivazioni delle sue dichiarazioni recenti contro i castnò, che a suo dire sarebbero sotto l'influenza della mafia e anche per sollecitare il nullaosta al passaggio della gestione alla Sit. Ma il ministro Scalfaro non lo ha potuto ri ce vere; dall'amministrazione civile dello Stato ha saputo che il momento della decisione non è ancora imminente. Nell'attesa prendono flato le voci. L'industriale Merlo sarebbe in società con Ilario Lcgnaro e Gaetano Corallo, il primo titolare di un'agenzia turistica di Varese, il secondo gestore di un casinò a San Merteen, nelle Antille. «Non è dettò che 21 miliardi siano sempre più di 18 — afferma Piero Parise, sindaco dal '71 al '75, ora all'opposizione nelle file della «Nuova Sanremo. —, nel senso che chi offre di più a volte può fare male i propri conti, finire a rovesci, con grave danno per il Comune*. Il sindaco Vènto si dichiara tranquillo. «Le. indagini sui concorrenti alla gara d'appalto sono di competenza del Ministero dell'Interno — dice —. Sia per la Flower's, sia per la Sit, da Roma era venuto il benestare, dopo lunghe indagini. E adesso, per la ratifica, il ministro sta ancora prendendo tempo. Non ci resta che augurtffr^W, àlWfinè, la scotte sfi felice». Remo Lugli