Un «nuovo» sovietico diretto da Sinaisky

Un «nuovo» sovietico diretto da Sinaisky Un «nuovo» sovietico diretto da Sinaisky TORINO — Il secondo concerto diretto dal maestro Sinaisky all'Auditorium ha portato'una novità di autore sovietico assai più interessante die quella presentata nel concerto precedente. Nel Concerto n. 3 per violino e orchestra da camera di Alfred Schnitlke (quarantanove anni, studi a Moscai qualche esperienza sclioenberghiana e d'avanguardia) non c'è alcuna traccia di folclore né d'ispirazione ■popolare. C'è invece una grande perizia di scrittura violinistica (che ha permesso a Valdis Zarins di sfoggiare calore di suono e intensità di cavata), un gusto timbrico raffinato, palesato nell'organico della piccola orchestra, quasi tutta di fiati, con soli quattro archi singoli, e una vena abbastanza copiosa di melodia strumentale, spezzata e frammentaria ina, appunto per questo, non banale. Il Concerto è in tre movimenti, Moderato - Agitato Andante, secondo una disposizione insolita (unico tempo vivace e drammatico al centro), die risale forse al modello del secondo Quartetto di Bartók. Il primo tempo invita il solista allo spiegamento d'una sonorità intensa, lirica e quasi zingaresca, il secondo presenta alte esigenze virtuoslstiche, drammaticamente motivate, e il terzo, il più interessante, indugia in un'atmosfera onirica, di piani lenta¬ mente sospesi e roteanti, die sta tra Scrlabine e il Prokofiev del primo Concerto per violino. La novità ha avuto un insolito, successo, attirando molti applausi al solista (quarantun anni, primo violino nell'Orchestra sinfonica di Riga) e al maestro Sinaisky, che Ita in complesso confermato la positiva impressione lasciata nel concerto precedente. E' uno di quei direttori che possiedono la dote d'un infinitesimo anticipo del gesto, in altri termini, non si fa trascinare né «si appoggia» sull'orchestra. Ha diretto la Piccola musica notturna di Mozart con molta finezza, mentre la Settima di Beethoven l'ha tirata più sul registro del grandioso e del trionfale, die non su quello della leggerezza, come vorrebbe la sua definizione tradizionale di apoteosi della danza. in. in.

Persone citate: Mozart, Prokofiev, Sinaisky, Zarins

Luoghi citati: Beethoven, Riga, Torino, Valdis