Venti milioni di turchi oggi votano per i partiti approvati dai militari di Ferdinando Vegas

Venti milioni di turchi oggi votano per i partiti approvati dai militari Per la prima volta dal putsch deiT80, in lizza solo formazioni nuove Venti milioni di turchi oggi votano per i partiti approvati dai militari Le elezioni'parlamentari che si tengono oggi in Turchia costituiscono solo il primo passo verso la restaurazione della democrazia, dopo tre anni di governo militare. Ad Ankara, infatti, si insedierà un governo civile, ma non per questo si può parlare di democrazia nel senso pieno del termine. I militari non solo continueranno a1 controllare dall'alto la situazione (Presidente resta il generale Evren), ma hanno anche imposto alla contesa elettorale condizioni e limiti tali da alterare profondamente le caratteristiche proprie di ogni elezione veramente libera. Sciolti i vecchi, tradizionali partiti, messi al bando gli uomini politici che ne erano gli esponenti, i militari hanno poi permesso la costituzione di nuovi movimenti, riservandosi però di convalidare solo quelli che rispondessero alle rigorose norme dettate in materia, cioè che fossero, in sostanza, graditi ai militari stessi. Così, dei 14 partiti sorti dallo scorso maggio, solo tre sono stati ammessi alle elezioni, e sono quindi oggi in lizza, rappresentando uno spettro politico che va dalla destra moderata o conservatrice, al centro sinistra. Il partito della democrazia nazionalista (Pdn), indubbiamente di destra, guidato dal generale in pensione Sunalp e considerato appunto il «partilo dei generali», rifiuta infatti lo schema destra-centro-sinistra; il suo leader si professa repubblicano-nazionalista, rifacendosi così al partito fondato da Kcmal Atatiirk. Ma anche questo partito, l'artefice della Turchia moderna, è stato sciolto come lutti gli altri; c si capisce, perché da ultimo, con Ècc-, vit, era divenuto il partito socialdemocratico, troppo a sinistra a giudizio dei militari. Sorte uguale, e per la stessa ragione, c toccata al partito che riprendeva le posizioni del grande antagonista di destra, il partito della giustizia di Demirei. Così i turchi, privati dei partiti storici e dei leader ben conosciuti, devono votare per formazioni nuove e dirigenti sconosciuti, che a loro volta ignorano chi siano i propri potenziali elettori. Così, mentre il generale Sunalp si definisce di centro-destra, ma assume di fatto un atteggiamento super partitico invitando tutti i turchi all'abbraccio patriottico, le altre due formazioni si collocano su posizioni politicamente più definite. A destra, nel senso classico di conservatorismo politico c liberismo economico, sta il partito della Madre Patria guidato da Turgut Ozal. Economista, ministro del regime militare e come tale autore del piano di restaurazione che ha ridotto l'inflazione dal 100 al 35 per cento su base annua, Ozal ha detto esplicitamente che farà leva sull'economia di mercato, tanto clic il suo partito viene considerato come «il partito degli uomini d'affari». Poiché questi, e con essi parte dei ceti medi c della vasta burocrazia, non bastano certamente a raggiungere la maggioranza, Ozal fa appello ai seguaci dei «valori tradizio¬ nali»: una formula cauta per indicare i fedeli musulmani, senza irritare i militari. Terzo concorrente, infine, è il partito del popolo guidato da Nckgct Calp, un alto burocrate in pensione. Viene ritenuto «il partito d'opposizione dei generali». E' un partilo che si professa «socialdemocratico, umanista e populista»6 e conta di trovare seguaci tra i celi medio-bassi Le previsioni danno come favorito il partilo di Ozal, benché i generali non facciano mistero di favorire il collega Sunalp. Chiunque vinca, del resto, non potrà ignorare che la grande maggioranza dei turchi, specie nelle campagne, appoggia i militari ai quali è ancora graia per aver salvato il Paese, con il colpo di Stato del 12 settembre 1980, dal caos politico, dal terrorismo di destra c di sinistra c dal disastro economi co. L'operazione chirurgica riuscì, ma ad un prezzo esorbitante, con i gravissimi abusi dei militari. Ferdinando Vegas

Persone citate: Evren, Ozal, Turgut Ozal

Luoghi citati: Ankara, Turchia