Ruoli rovesciati di Bernardo Valli

Ruoli rovesciati Ruoli rovesciati Le nuovi eruzioni del vulcano libanese, nelle due ultime settimane, hanno modificate ancora una volta la situazione politico-militare in Medio Oriente, rendendola non meno indecifrabile, senz'altro più in. sidiosa. Il rischio di uno straripamento della mischia, finora contenuta, è aumentato. Sia sul piano regionale per quel che riguarda il cronico confronto Siria-Israele, sia sul più vasto piano internazionale, per quel che riguarda lo scontro indiretto Usa-Urss. E' anzitutto difficile non interpretare gli attentati a Beirut contro i murino; americani e i para francesi come una dichiarazione di guerra alle forze occidentali presenti in Libano: e non soltanto da parte dei militanti musulmani sciiti, che hanno fornito gli autisti dei camion-kamikaze, ma anche, per logica estensione, da parte di tutte quelle milizie locali e quei Paesi limitrofi o vicini che si oppongono alla presenza, all'influenza americana in Medio Oriente. Il successivo attentato contro gli israeliani a Tiro, compiuto : dai musulmani sciiti sempre i (e norifesnainglqugiunrinbalrepnvpnretrgsnpdscsatci sono ormai scarsi dubbi in proposito), ha accentuato, esasperato l'identificazione degli Stati Uniti con Israele, che per molti in quelle terre oda tempo un dogma non sempre foà dato. Il risultato dei primi attentati, quelli di Beirut, è stato di accelerare la svolta già in corso nei rapporti tra Washington e Gerusalemme. Dopo essersi impegnati per due generazioni a proteggere e talvolta a trattenere Israele, adesso gli americani, feriti pclla carne e nell'orgoglio in Libano, chiedono agi: israeliani di contribuire alla di fesa degli interessi degli Stati Uniti in Medio Oriente. I ruoli si sono rovesciati. Mentre fino a qualche mese fa Washington chiedeva a Gerusalemme di ritirare le truppe dal Libano, la settimana scorsa invece ha affacciato la possibilità di una coopcrazione strategica tra Stati Uniti e Israele non soltanto in Libano ma in Medio Oriente. Il sottosegretario di Stato, Lawrence Eagleburg, che agiva dopo il rifiuto degli alleati europei di affrontare l'argomento di una possibile rappresaglia si c urtato alla riluttanza dei dirigenti israeliani a impegnarsi ulteriormente fuori dai patrii confini, con il rischio di un faccia a faccia, si, di una guerra a breve termine con la Siria, protetta dai missili sovietici. L'attentato di Tiro è stato una frustata per gli esitanti credi di Bcgin, la cui nenie, audacia o sfrontatezza, viene probabilmente rimpiànta a Washington in questa fase. La rappresaglia israeliana è stata immediata, ma a suo modo cauta: gli aerei con la stella di David hanno bombardato zone controllate dagli alleati della Siria, ma, sembra, non direttamente dalle forze armate siriane. Queste ultime hanno comunque negato di avere subito perdite, evitando di essere obbligate a un'eventuale risposta. 1 Si é cosi arrivati a una peri colosa pausa di riflessione, du rante la quale americani israeliani si propongono di scoprire gli esecutori e i mandan degli attentati. La pista li con duce inevitabilmente ai gruppi di musulmani sciiti, ispirati dai militanti del «partito di Dio (Hizballajt) di Khomcini o dal movimento libanese sciita Amai che però probabilmente ssvmvfcpsc non li controlla. C'è però chi li rifornisce di ingenti quantità di esplosivo, di tonnellate di dinamite che certo non passano inosservate attraverso la giungla armata libanese. Ci sono molti controlli in quel Paese, da quelli dei falangisti cristiani, che non vogliono una pax siriana, a quelli dei siriani. Questi ultimi sono i più numerosi, i più fitti, e presumibilmente, ben disposti verso gli alleati sciiti. L'arco dei sospetti resta tuttavìa vasto, moltiplica possibili obiettivi di una rappresaglia. La scelta di colpire, non avendo prove precise, diventa ineluttabilmente politica per Gerusalemme e per Washington. Rcagan si dibatte tra il realismo europeo che spinge a trattare con Damasco, passaggio obbligato per una qualsiasi soluzione della tragedia libanese, e la necessità per una superpotenza, in questo periodo di tensione Est-Ovest, di rispondere a offese sanguinose come quella di Beirut. Quest'ultima opzione condurrebbe a scontrarsi; per l'appunto, con missili sovietici installati in territorio siriano. Bernardo Valli

Persone citate: Lawrence Eagleburg