Uno crisi finanziaria sempre più grave ha parlato lo sciopero anche all'Unità

Uno crisi finanziaria sempre più grave ha parlato lo sciopero anche all'Unità Per la prima volta una agitazione interna blocca il giornale del pei Uno crisi finanziaria sempre più grave ha parlato lo sciopero anche all'Unità ROMA — Oggi torna In edicola l'Unità, dopo lo sciopero che all'improvviso mercoledì sera hanno proclamato 1 poligrafici degli stabilimenti di Milano e Roma dove si stampa 11 giornale del partito comunista. Ieri si sono succeduti le riunioni e i documenti finali delle diverse assemblee. I tipografi hanno esaminato la situazione, alla luce di quanto è emerso dopo 11 loro gesto, clamoroso anche perché senza precedenti, ma non imprevedibile. I giornalisti hanno ribadito sia le preoccupazioni che lo stato in cu) versa 11 giornale sollevano, sia la necessità di un maggiore impegno da parte del partito per arrivare in tempi serrati e dopo un serio dibattito alla definizione del plano finanziarlo da cui può scaturire la ristrutturazione del quotidiano: nessuna cen¬ sura, comunque, è stata espressa nel confronti dei tipografi, che pure hanno Incrociato le bracca mercoledì sera senza preventiva consultazione con la redazione e la direzione del giornale. Il clima all'interno dell' Unità resta molto acceso. La tensione dura da quindici mesi, da quando il partito ha annunciato una ristrutturazione resa necessaria dal deficit di 15 miliardi accumulato negli ultimi rami e dalla prospettiva di introdurre nella fattura del giornale nuove tecnologie. Il plano originarlo prevedeva tagli drastici negli organici, sia quelli giornalistici sia quelli del poligrafici. SI prevedeva la chiusura delle quattro sedi periferiche, e di uno del due stabilimenti In cui si stantia 11 giornale con una forte riduzione del dipendenti poligrafici: 207 prestano servizio alla Gate di Roma, 180 alla Temi di Milano. Da tre mesi la trattativa fra personale dell' Unità e 1 responsabili del pel aveva imboccato una prospettiva di soluzione «pacifica», capace insomma di tenere conto delle esigenze degli uni è degli altri. «E' la nostra ipotesi d'accordo — dice Tonino Tosto, del consiglio di fabbrica della Gate — quella che ci avviamo a firmare. Un 'ipotesi che prevede sia la salvaguardia del livelli occupazionali sta la necessità di un risanamento complessivo dell'azienda. Si punta, tanto per scendere nel dettaglio, a mantenere le due unità produttive di Roma e Milano. Si prevede la sospensione momentanea di una delle sedi periferiche, una sola, e a tempo determinato, finché non venga fatto il chiarimento complessivo necessario. Per que¬ sto è assurdo quanto da qualche parte viene ventilato, che cioè la nostra iniziativa di sciopero sia nata da un semplice momento di nervosismo per il ritardato pagamento degli stipendi di ottobre, oppure che dietro lo sciopero si agiti qualche oscura manovra, il rischio di una provocazione con cui buttare all'aria la trattativa in corso e già a buon punto». Nella redazione di via del Taurini, a Roma, ci si rende conto che lo sciopero proclamato dal poligrafici è la spia di un grande disagio In cui sono coinvolti quanti lavorano al giornale, e si riconosce che 11 dibattito sul futuro del quotidiano, su quale giornale si d,eve fare, sul rapporti fra il giornale e 11 partito, non procede con la chiarezza e serietà che sarebbero auspicabili. . ì.m.

Persone citate: Tonino Tosto

Luoghi citati: Milano, Roma