Per i cosmonauti della Saljut-7 nuova passeggiata: riparazioni ? di Fabio Galvano
Per i cosmonauti della Saljut-7 nuova passeggiata: riparazioni? 2V>' cLa Tass: installate altre cellule solari, l'operazione era prevista Per i cosmonauti della Saljut-7 nuova passeggiata: riparazioni? DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Con una seconda «camminata nello spazio» in tre giorni —2 ore e SS minuti contro le 2 ore e SO'di martedì — i cosmonauti sovietici della Saljut-7, Vladimir Ljachov e Aleksandr Aleksanàrov, hanno installato ieri altre cellule solari, in quello che l'agenzia Tass de/inlisce «un nuovo successo della scienza e della tecnologia sovietiche nell'esplorazione spaziale». Fonti occidentali, citate in ambienti diplomatici, insistono die potrebbe essersi trattato non di un'operazione prevista, bensì di una riparazione d'emergenza, ultimo epis'odio di un volo spaziale che dura ormai da quattro mesi (27 giugno) e che sarebbe stato colpito da una serie di disavventure. La Tass precisa che l'intervento di ieri era «pianificato» e «in linea con il programma di garantire un lungo sfruttamento della stazione orbitale». L'installazione di altre cellule su una delle tre «ali» solari della Saljut serve, secondo l'agenzia sovietica, ad «accrescere la capacità del sistema di fornitura energetica, rendendo possibile un considerevole ampliamento del programma relativo a esplorazioni ed esperimenti tecnico-scientifici». Aggiunge, come a voler parare le speculazioni occidentali di un guasto della Saljut, che «le azioni dell'equipaggio erano state collaudate prima del volo, In una vasca In cui si imitavano le condizioni di gravità zero, al centro di addestramento Gagarin», e che «quelle azioni sono state riprodotte nella vasca, seguendo l tempi di lavoro del cosmonauti, durante le passeggiate nello spazio». Ma specialisti occidentali insistono: forse si trattava di riparazioni. Nelle scorse settimane si era detto che la Saljut-7, e con lei i due cosmonauti, fosse in difficoltà a causa di una perdita ài carburante. L'Accademia delle Scienze sovietica aveva replicato con una secca smentita e uno dei direttori di volo aveva anche affermato che Ljachov e Aleksandrov non corrono alcun pericolo. Non per questo si sono chetate certe allarmanti voci d'oltreoceano, alimentate a fine settembre dalla disastrosa esplosione —poi confermata da fonti ufficiose sovietiche — del razzo che avrebbe dovuto portare alla Saljut un equipaggio «di ricambio». Nei giorni scorsi, i due cosmonauti si sono lamentati in un'intervista alla radio di essere stanchi, e forse non è una sorpresa: non si prevedeva, infatti, che la loro missione sarebbe durata cosi a lungo. Il quotidiano Trud ha tuttavia sentito la necessità di precisare: «Non c'è alcuna situazione drammatica». Dice la Tass che il lavoro di ieri «ha confermato le promesse della tecnologia elaborata per assemblare in condizioni spaziali strutture di grandi dimensioni» e ha dimostrato «l'esattezza delle soluzioni tecniche e dei metodi per svolgere tali operazioni»: il lavoro svolto da Ljachov e Aleksandrov, cioè, avrebbe aperto la strada alle ipotesi sovietiche per la futura costruzione di giganteschi complessi orbitali. Fabio Galvano
Persone citate: Aleksandr Aleksanàrov, Aleksandrov, Gagarin, Vladimir Ljachov
Luoghi citati: Mosca
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