Primo atto della nuova Argentina è un impegno per i desaparecidos di Igor Man

Primo atto della nuova Argentina è un impegno per i desaparecidos Cinquecento madri di Plaza de Mayo ricevute dai dirigenti radicali Primo atto della nuova Argentina è un impegno per i desaparecidos Sarà la magistratura a colpire i responsabili - L'autoamnistia promulgata dai militari poco prima delle elezioni «è un sopruso» e sarà considerata nulla - In politica estera Alfonsin punta al non allineamento DAL NOSTRO INVIATO BUENOS AIRES — Non è ancora la «nuova storia» auspicata da Alfonsin ma già si avverte un cambiamento di stile, un approccio nuovo, democratico, coi problemi più caldi e amari dell'Argentina. Iersera cinquecento madri di desaparecidos, guidate dalla indomita signora Hebe Bonafini, sono state ricevute nella sede del partito radicale dal dirigente bonaerense della Ucr, Adolfo Gass. Perseguitate durante sette anni, spesso incarcerate (e qualcuna di loro è anche scomparsa), insultate ancor di recente dai sindacalisti peronisti e addirittura percosse da alcuni squadristi del cosiddetto justicialismo, le locas de plana de Mayo, come pietosamente le chiama il popolo, per la prima volta possono dire di aver intravisto un po' di luce in fondo al. tunnel della loro tragedia di madri, di spose. «E' un altissimo onore per noi la vostra presema qui», ha detto a Hebe Bonafini Adolfo Oass, che era insieme con HO' racio Ravena, rappresentai) te di Alfonsin all'Assemblea permanente dei diritti umani Il nuovo governo radicale . rifiuterà la formazione di una commissione d'inchiesta parlamentare sui.diritti umani calpestati durante dieci anni di buio, poiché le commissioni parlamentari finiscono fatai' mente con l'esaurirsi in un dibattito politico sterile, di nes sun valore pratico. «Quando c'è un potere giudiziario indipendente e libero non servono le commissioni investigatrici», ha dichiarato Adolfo Gass, aggiungendo che il governo radicale intende dare ai nuovi legislatori una conségna precisa: 'La giustizia deve esercitare il suo insostituibile ruolo nell'ambito della legge». . Fattualmente ciò significa che la famigerata legge di au toamnistia promulgata dai militari sarà, considerata '< .nulla, perche.non è-Wntìlegge, è un sopruso». Hebe Bonari lini, che prossimamente si incontrerà col "presidente Alfonsin, aveva consegnato a Gass una copiosa documentazione di testimonianze e riscontri sul casi di sequestro e di *sparieione» occorsi prima e dopo il 1976. Della documentazione •dovrà farsi carico la magistratura perché giustizia sia fatta», è stato detto alle madri che, secondo le parole di Gass, «preghiamo di insistere con le loro manifestazioni pacifiche. La vostra lotta è stata esemplare e deve conti' nuare per esigere che luce sia fatta sui desaparecidos. Siete state più forti di noi, lo siete tuttora, insieme porteremo avanti questa sacrosanta battaglia di giustizia e di liberta». Ci siamo dilungati su questo episodio perché segna una svolta nel costume politico e umano dell'Argentina. E per ricordare nuovamente come per Alfonsin si tratta, in definitiva, di dover rifondare il Paese. Un compito immane, Ma se Alfonsin non manca certo di problemi da risolvere è anche vero, osserva su La Prensa Iglesias Rouco, come in forza della strepitosa vittoria radicale che ha ridimensionato di fatto il potere degli alti gradi militari, specie degli artefici del «poeto» coi pero- nisti, miseramente naufragato nelle urne, oggi Alfonsin dispone di un margine di manovra più vasto di quanto non contasse di avere. Parrebbe, infatti, che la maggior parte del "generalato» si mostri ben disposta ad accettare senza troppe resistenze la famosa ristrutturazione della prassi delle nomine militari e la dipendenza dellelPorze Armate dal potere politico. (Prossimo ministro della Difesa dovrebbe essere l'avvocato Juan Carlos Pugliese, già ministro dell'Economia al tempo della presidenza radicale Jllja). C'è di più: l'estabilishmeht militare è disponibile «a una soluzione politico-giuridica» del doloroso problema del desaparecidos sempre che non vengano colpiti quegli ufficiali di grado inferiore a generale di brigata che si limitarono ad eseguire gli ordini. In questa direzione, grossomodo, è orientato Alfonsin, almeno a giudicare dal suo programma elettorale. Le buone intenzioni ci sono ma le questioni interne rimangono inquietanti (che faranno, ad esempio, gli squadristi del sindacalismo peronista?). E inquietanti sono del pari le questioni internazionali, strettamente collegate con la laboriosa formazione del nuovo governo. Le possibilità ohe l'ex presidente Arturo Frondizi assuma la carica di ministro degli Esteri sembrano ridotte a' minimo. Ora, a quanto assicura Iglesias Rouco, che ben lo conosce, il vecchio Frondizi non sarebbe disposto ad accettare l'incarico pur essendo consapevole che un personaggio com'egli è, molto stimato e ascoltato in Occidente, in particolare in Europa, potrebbe davvero aiutare l'Argentina a uscire dall'isolamento, soprattutto dalle relazioni-capestro con l'Urss: Buenos Aires fornisce a Mosca quasi tutto il suo grano ricevendo in cambio tecnologia sovietica Ma se Frondizi, come pare, rifiuterà gli Esteri non mancherà per questo di tenersi a disposizione per incarichi delicati, forse assumendo quello che fu in Usa il ruolo di Kissinger prima della sua nomina a Segretario di Stato. In politica estera si profila no tempi critici per l'Argenti na. Tanto per cominciare la Gran Bretagna non intende modificare la sua posizlone-base sulle Malvlnas, nonostante l'avvento della democrazia in Argentina. Sara soprattutto arduo per Alfonsin stabilire rapporti nuovi e di¬ versi con Washington. Prima delle elezioni gli Usa fecero sapere che la Casa Bianca considera che l'Argentina «ha una qualeìie importanza per gli Usa, via ritiene anclie clic gli Stati Uniti sono molto più importanti per l'Argentina». Alfonsin punta al non allineamento, dichiarandosi genericamente terzomondista e questo può «disturbare, anche se, ci faceva osservare uno dei consiglieri diplomatici del presidente eletto, gli americani non dovrebbero di¬ menticare che il non-allineamento del maresciallo Tito fu possibile anche in grazia della •comprensione» di Washington, divenendo cosi un elemento di equilibrio internazionale non trascurabile nello spazio di oltre trent'annl. Gli americani dovrebbero rendersi conto, concludeva 11 nostro interlocutore, che, se non si ricuce presto lo strappo tra Buenos Aires e Washington, a trarne vantaggio sarà unicamente l'Unione Sovietica. Igor Man