Il tango di un espressionista
H tango di un espressionista IN MOSTRA A VERCELLI DIPINTI E DISEGNI DI COMINETTI H tango di un espressionista VERCELLI — L'Auditorium Santa Chiara ospita fino al 13 novembre la ricca mostra dedicata al vercellese, dt Salasco, Giuseppe Cominetti, pittore, scenografo, disegnatore della prima guerra mondiale, esattamente coetaneo di Boccioni. A cura di R. Bossaglia, O. Bruno. E. Crispoltt, A Dragone, A. Quattordlo, amplia la più ridotta rassegna di quest'estate all'Accademia Ligustica di Genova, dove l'artista, dopo studi torinesi, operò dal 1902 ali 1909, prima di stabilirsi con; fortuna a Parigi, Montmartre (la collaborazione a Montjolei di Canudo e Apollinare, Sai-, mon e Cendrars è un bel titolo d'onore). E in effetti, nel percorso un poco labirintico dell'architetto Villani spira buona aria d'Italia e d'Europa 1900-1910: 11 gran ribollire di linguaggi e di forme, fra il recentissimo e ancora vitale passato pointiiliste e simbolista, il presente fauve, espressionista, «secessionista», l'imminente futuro cubista e futurista: Anche l'Italia da non spregevoli contributi, fra 11 divi-, sionismo marca Grublcy e 1 manifesti di Marinetti, da Milano a Roma, da Torino a Genova, da Bologna a Venezia. Affonda le radici in questo clima la generazione del 1880, Boccioni e Carri e Beverini, Modigliani e Casoràtl: accanto a essi, 1 «minori» compagni del primo e fondamentale tratto di strada, che non possono o non vogliono attingere alle più avanzate sperimentazioni fra primo e secondo decennio del secolo, né alle susseguenti ricomposizioni nove contesene. Cominciti è, fra questi, una delle' figure più complesse e affascinanti. Il quadro d'apertura della mostra, le Ore notturne del 1902, parte di un trittico di bozzetti (le Mattutine eie Vespertine sono in que- sti giorni all'asta a Breraarte ài Milano, sulla base di 8/10.000.000 ciascuna), è uno scoperto e fin ingenuo omaggio di ventenne a Segantini e Previatl, ma anche un ricordo della grande Esposizione modernista di Torino del 1902 e del famoso manifesto di Blstolfi, matrice di numerose pitture e sculture. In parallelo, la bèlla serie di Ritratti del 1904-1906 parte da ombrose morbidezze memori della Scapigliatura lombarda e di Medardo Rosso, aggiornate sull'intimismo sentimentale di Carrière, allora In grandissima voga, ma approda nel breve giro di un anno a una prima tessitura bruno dorata di tocchi e filamenti «divisi», secondo procedure che ritroviamo parallelamente in Carra e in Balla. Nel 1907 scatta il prime e i o e o e e i a i a n a i e e grande impegno simbolico divisionista. Gli enormi Conquistatori del sole bruno - rosso - oro, che valsero al pittore l'Invito al Salon d'Automne parigino, sono sotto 11 segno egemone della socialità di Plinio Nomellinl, ma sono a loro volta decisivo modello per l'alessandrino Bambino. La vénération du Christ è invece omaggio al misticismo «ideale» di Previatl, ma non v'è contraddizione In questo, che è uno dei ricorrenti momenti sincro listici fra Cristo e populismo. Il vero straordinario salto di qualità, di il a un anno, è nel Matrimonio del 1908, quadro autenticamente espressionista «europeo», da Munch a Ensor a Noldc. Non a caso, nasce hi esso e con esso la definitiva forma linguistica di Commetti, una vibratile tor¬ ture di strlature «divise» e Incrociate sulle dominanti (di volta in volta prevalenti) rosso - giallo e blu - verde: minutamente estesa sull'intera superficie pittorica, dissolve e reintegra dinamicamente forma e spazio, come avverrà dilla due anni nei primi quadri divisionisti - futuristi di Carra, Uscita da teatro, Notturno in Piazza Beccaria e di Boccioni, Il lutto, e già nel 1911 Idolo moderno e le Teste femminili, con cui presentano indubbie analogie le Teste di ragazze c di Midinettes dipinte da Cominettl all'inizio della fase parigina. Un futurista «mancato», dunque? (sono certi i rapporti con Marinetti, con Beverini) Piuttosto un espressionista, ben conscio e degli «stati d'animo- di Boccioni e delia «vie moderne» futuristizzata da Se verini, che coscientemente rifiuta la rivoluzione visuale e concettuale del cubismo, con i conseguenti effetti decisivi sul dinamismo plastico dei futuristi. Le grandi opere parigine, da Can-Can della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e dalla Grande Farandole del 1911 fino al Ritratto di Coco Chanci e a Tango del 1914, non sono per nulla ri tardatale né sul piano della forma né su quello del «gusto». E non si tratta solo dell'estrema •belle epoque», come dimostrano 1 temi sportivi del 1914, Rugby, Boxe. A controprova, gli esordii come scenografo fra Roma e Parigi sono sotto il segno dell'avanguardia russa di Bsnols, di Bakst, mentre le cupe litografie espressiontste vicine a Kubin. a Barlach. preludono al grandi carboncini della prima guerra mondiale, non impari a un Dix o a un Maserc-el nella loro deformante e incubica violenza di dissacrazione e denuncia. Marco Rosei Giuseppe Cominciti: «Nascila di Venere» (1913, particolare)
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