Iorio giramondo del gol di Giorgio Barberis

Iorio giramondo del gol Iorio giramondo del gol Il cannoniere gialloblù ha cambiato sei squadre in otto stagioni - «11 Verona è più forte di quanto pensassi» - Scontata la lunga squalifica, domani può giocare in Austria otto anni a livello professioni- | DAL NOSTRO INVIATO. ' GRAZ — Vicenza e Perugia insegnano, con i loro esempi relativamente recenti, quanto nel calcio sia difficile confermare una stagione felice, specie se non si appartiene al gruppo delle riconosciute •grandi*. Eppure in questa turr. facile impresa ci sta riuscendo appieno il Verona di Bagnoli, un Verona che nella passata stagione aveva un goleador chiamato Pento ed oggi sembra averne trovato un altro altrettanto irresistibile in Iorio, vicecapo cannoniere' con 6 gol in altrettante parti te dietro sua maestà Zlco (7 gare, 7centri). Se Domenico Penso è esploso come goleador in età relativamente avanzata, non altrettanto si può dire per Maurizio Iorio, 'ragazzo del Sud» come ama definirsi, nato a Milano il 6 giugno di 24 anni fa e cresciuto nei prati di S. Siro. La famiglia è però di origini campane Quella di essere una specie di giramondo del caldo è una caratteristica di Iorio che in otto anni a livello professioni¬ f stico ha cambiato sei squadre. Il che, a prima vista, potrebbe far presupporre che cova sentimenti di rivalsa, o di antipatia, verso qualcuno: invece lui nega ('Posso lamentare solo di non aver raccolto per quanto ho dato nelle ultime, quattro stagioni»; e ricorda con affetto il Foggia di Furicela che lo fece esordire in serie A, e via via il Torino, l'Ascoli, il Bari e la Roma fino a questo Verona. i Tre i momenti, oltre a quello dell'esordio, che sottoliaea in maniera particolare: .A Torino—ricorda—ero giovane, appena 18 anni. Per me fu un momento importantissimo perché c'era molto da imparare dalla squadra di Radice: dal come si fanno 1 gol guardando Pullci a come si deve' calciare il pallone osservando Claudio Sala». «A Bari — prosegue — dopo una breve parentesi con Renna arrivò Capuzzì, uomo splendido oltreché ottimo allenatore. Sul piano umano furono giorni bellissimi: essendo scapolo capitava abbastanza spesso che Capuzzi radunasse i giocatori' non accasati come me nel dopopartita, aiutandoli a superare quel I problemi che, quando sei solo, sembrano a volte insormontabili. Oltretutto quell'anno segnai 18 gol, iniziando a gio-' care secondo quei dettami : della "zona" che avrei poi ritrovato nella stagione successlvaa Roma con Liedhoim». Iorio a questo pùnto fa uria pausa. L'esperienza in giallorosso (*Cob& posso pretendere di più? Sono arrivato e ho vinto lo scudetto segnando 5 gol in 26 partite») ha lasciato . qualche segno, probabilmen- j te. Lui nega. Ansi, osserva come non esistano- parole per sottolineare le qualità di Liedhoim ('OH aggettivi sono già stati usati tutti, e giustamente»;, ma ricorda anche come sia stato proprio lui a chiedere all'allenatore di lasciarlo libero se non c'erano garanzie che quest'anno potesse giocare [ «Erano stati acquistati Oraziani e Vincenzi, lo spazio per me fatalmente si riduceva, tanto più che mi portavo appresso quelle tre giornate di squalifica rimediate in Coppa Uefa a Lisbona . fro il Benfica. Un errore, V, imo, che l'arbitro mi fece pagare caro perché se è vero che diedi un cazzotto al portoghese Carlos Manuel, lo è altrettanto che prima lui mi aveva tirato 1 capelli. Il direttore di gara vide entrambe le cose, ma scelse di cacciare me». Ecco dunque Maurizio Iorio a Verona, alla vigilia del suo esordio internazionale della stagione: «E' stato una specie di purgatorio, finora — racconto —. Specie la partita di Belgrado che ho seguito per televisione soffrendo come non mal. Adesso spero di poter dare 11 mio contributo, A Verona, d'altronde, ho trovato il clima a me più gradito: non mi place essere soltanto considerato come uno del tanti, ma amo anche essere un poco coccolato. E per di più mi ritrovo In una squadra che scopro, nelle sue individualità, anche più forte di quanto non immaginassi». Giorgio Barberis