Il mondo scopro iI vino di Sandro Doglio

11 mondo scopro II vino :- GLI ULTIMI GIORNI DELLA VENDEMMIA, COME SARA'LA PRODUZIONE DEL 1983 11 mondo scopro II vino Da due anni c'è sovrapproduzione, ma si beve di più: il consumo in un quarto di secolo è aumentato di 50 milioni di ettolitri -1 due mercati emergenti sono la Germania e gli Stati Uniti - Gli americani stanno passando dalla Coca Cola al Lambnisco e non è da escludere che in un prossimo futuro passino al Barolo e al Barbaresco ', DAL NOSTRO INVIATO i • MILANO — Il mondo ri-! jschta di annegare nel vino. 'Da due anni c'è sovrapproduzione: In Italia la vendemmia del 1982 è stata eccezionale [sia còiriè qualità che come Quantità; quella di quest'ansio — che sta per concludersi ;con la raccolta delle uve Nebbiolo, quelle che tra l'altro 'danno origine ai vini Barolo e jBarbaresco — pur non essendo forse come qualità straordinaria, è senza dubbio ottima dal punto di vista della .quantità. Ma anèhe gli altri Paesi produttori hanno avuto due vendemmie consecutive 'straordinarie. In Francia l'abbondanza — se fa tirare un gran sospiro di sollievo al produttori di Champagne che cosi possono rifarsi le scorte e prepararsi a inondare con le loro bottiglie :un mercato sul quale hanno avuto In questi anni qualche esitazione — nel Bordolese, in Borgogna e nello stesso Midi, ■ rappresenta una fonte di preoccupazione, vista la stasi •nelle vendite e le ingenti riserve di vino rimaste in canti na dal raccolto dell'anno scorso. Anno eccezionale come 'quantità, anche In Spagna .'Paese 1 cui vignaioli sembrano esser diventati via via più attivi e dinamici, specialmen te nel combattere sul mercati dell'esportazione. - ■ Grassa vendemmia persino in Germania: 11 vino/mosto ha raggiunto in questi giorni 11 prezzo più basso degli ultimi ■■anni (20 pfennig, circa 170 li re 11 litro soltanto); le cantine sono talmente piene che 11 vi no nuovo viene spesso conservato nelle autocisterne; In alcune zone 1 viticoltori hanno addirittura rinunciato a raccogliere le uve. Anche In California — dove nasce la più gran parte del vini americani — la vendemmia è stata solo leggermente meno abbondante di quella dell'anno scorso, che però era un'annata da primati anche sulla costa del PaclflcoC Tutte le cantine del mondo, in altre parole, straripano di-vino: chi lo berrà? Al contrario di quel che si sente dire, non è vero che oggi nel mondo si beve meno vino di quanto se ne beveva in passato. Negli ultimi venticinque anni — il tempo di una generazione —11 consumo globale di vino nel mondo è aumentato di 50 milioni di ettolitri; il guaio è che in questo stesso periodo, la produzione di vino è aumentata di 90 milioni di ettolitri. Non si consuma meno, quindi: si produce troppo. Per due Paesi—Italia e Francia — in cui il consumo continua a scendere, ce ne sono decine di altri in cui invece aumenta: percentuali grosse, anche se quantità piccole; ma nel complesso ciò che si con- suma di meno nei due grandi Paesi latini viene ampiamente recuperato, anno per anno, e Incrementato, negli altri Paesi. Nel mondo "del vino, i due, più importanti mercati emergenti sono la Germania e gli Stati Uniti: mercati ricchi, Paesi evoluti, meta agognata di tutti i nostri esportatori. Da questi due Paesi anche quest'anno vengono notizie positive per 1 vini da pasto: ce le forniscono gli esperti milanesi del gruppo di «Civiltà del Bere», che sotto la guida di Pino Khail tengono continuamente 11 polso al mercato vinicolo italiano e a quello degli altri Paesi. In Germania, quest'anno, secondo i dati dell'Istituto tedesco del vino, il consumo dovrebbe aumentare di circa 2,2 litri prò capite. Sono purtroppo invece negativi gli Indicatori tedeschi relativi al consumo degli spumanti in genere (lo Champagne francese, gli Spumanti Italiani e lo stesso Sekt tedesco): si registra un sensibile calo, al quale non è estraneo anche 11 nuovo gravame fiscale, imposto da sei mesi circa: mezzo marco al litro. Aumentano Invece decisa¬ mente 1 consumi vinicoli negli Stati Uniti, dopo il superamento della crisi del mercato del beni voluttuari, e dopo la generale riduzione del prezzi del vini, sciolti e in bottiglia, dovuta anche alle eccedenze di prodotto rimaste nelle grandi cantine californiane. Sia dalla Germania che dagli Stati.Uniti slhanno comunque notizie m^lto confortanti relative alle abitudini di con-, sumo: l'americano e il tedesco'' bevono sempre più vino durante 1 pasti (anche durante il fast food, cioè lo spuntfno di mezzogiorno); A medio termine questa nifàva abitudine tedesca e ameHcana potrebbe diventare uria carta vincente proprio per 1 trini italiani, Ma se le prospettive a termine sono buòne, a breve scadenza i , problemi per gli esportatori di'vino sono molti. E nascono in parte dalia situazione generale, ma anche da errori commessi dai nostri produttori. Per i vini sfusi — che rappresentano grosso modo la metà del totale delle esportazioni italiane del settore —il mercato tedesco sarà infatti ancora negativo, come già lo è stato quest'anno: per creare il loro vino-base, , lo Sekt, i produttori tedeschi non dovranno comperare vini italiani, perché il loro prodotto interno sarà, come si è vi'sto, eccedente. Nei confronti della Francia, invece, gli esportatori italiani di sfuso forse dovranno scontare il peccato di presunzione commesso quest'anno: anzi¬ ché vendere vino al francesi, accettandone le regole di mercato e an*ihe le polemiche, la maggior parte dei nostri produttori (ma soprattutto certe grosse case siciliane e sarde) hanno preferito la via comoda della distillazione. Via comoda, perché ha fruito finora anche di una sovvenzione da parte della Cee, ma aleatoria: il contributo comunitario per la distillazione agevolata è stato infatti ora bloccato, e i francesi si sono nel frattempo rivolti ai fornitori spagnoli, che difficilmente ora rinunceranno alle posizioni di primato in cui si sono trovati quasi senza lotta. Meglio dovrebbero andare le cose per i vini imbottigliati. Il Lambnisco — che ha conquistato 11 mercato statunitense, sul quale rappresenta la metà delle importazioni' globali di vino dall'Italia — si dovrà probabilmente misurare con una concorrenza ancor più agguerrita che in passato, in particolare proprio negli Usa. Gli esperti prevedono per il Lambnisco un altre anno forse di «crescita zero», ma non una perdita di quantità esportate. Per 1 vini di pregio in bottl- glla, dovrebbe invece continuare là fase ascendente: il successo è in via di acquisizione un po' su tutti 1 mercati del mondo. L'unico vino di pregio in difficoltà potrebbe essere quest'anno — come lo è stato in questi ultimissimi tempi — l'Asti Spumante, 11 cui prezzo di vendita troppo alto gli ha a poco a poco alienato parte dei consumatori già conquistati. Nel vini di qualità di più antica tradizione (1 nostri classici, tra 1 quali per esempio Barolo e Barbaresco, Brunello di Montalclno e Chianti Classico, eccetera), la risposta al primi sondaggi di esportazione è buona: questi grandi vini, che già sembra risentano meno della crisi di consumo del mercato italiano, hanno tutte le carte in regola per continuare a ritagliarsi una fetta crescente di vendite sui mercati mondiali, soprattutto se — senza perdere in qualità — i produttori avranno provveduto tempestivamente ad aggiornare e a migliorare le proprie tecniche di vinificazione. Un produttore albese che guarda ovviamente agli Stati Uniti come alla grande possibilità di espansione per i suol prodotti, ci ha confidato la sua speranza: «Gli americani stanno passando dalla Coca-Cola al Lambrusco; perché non credere che domani facciano un altropasso avariti sulla strada della qualità, passando dal Lambrusco al Barolo e al Barbaresco?*. Sandro Doglio (3. Fine - I precedenti articoli dell'Inchiesta sono stati pubblicati il 26 e 11 29 ottobre).

Persone citate: Nebbiolo, Pino Khail