I top ten del Phôtellerie italiana

I top ten delPhòtellerie italiana I top ten delPhòtellerie italiana no le firme di Giovanni Agnelli per gli alberghi e di Giovanni Nuvolettl per 1 ristoranti. La scelta è personale degli autori: i libri non sono né vogliono essere delle «guide», ma il loro scopo è quello di presentare un'immagine di altissima qualità della h 6 tei lede italiana. Il 28 ottobre all'Hotel Ciprlanl, a Venezia, Gianni Luppl e il fotografo Franco Fontana riuniranno 11 ristoratori, 11 albergatori e un folto gruppo di giornalisti e uomini di cultura. Il motivo del singolare evento è la presentazione, fatta dal senatore Susanna Agnelli, di due libri che Luppl e Fontana hanno realizzato con i titoli: «I primi dieci ristoranti d'Italia» e «I primi dieci alberghi d'Italia», editi dalla «Chiave d'Oro» di Modena. Le prefazioni portaAlberghi CALA DI VOLPE, Costa Smeralda - CASTEL FREIBURG, Merano - CIPRIANO Venezia - GRAND HOTEL, Roma - LE S1RENUSE, Positano LOCANDA CIPRIANI, Torcello (Venezia) - QUISISANA, Capri - RELAIS EL TOULA', Paderno di Ponzano (Treviso) - SPLENDIDO, Portofino VILLA SAN MICHELE, Fiesole (Firenze). Ristoranti ALBERGO DEL SOLE, Malco (Milano) - ANTICA OSTERIA DEL PONTE, Cassinetta di Lugagnano (Milano) • EL TOULA', Cortina d'Ampezzo -> ENOTECA PINCHIORRI, Firenze - GUALTIERO MARCHESI, Milano GUIDO, Costigliele d'Asti - HARRY'S BAR, Venezia - LA FRASCA, Casti -oc-aro (Forlì) • LOCANDA DELL'ANGELO, Ameglia (La Spezia) • SAN DOMENICO, Imola. meravigliosi piccoli locali italiani: una trattoria, Dati Batti, a Portofino e un' albergo, Il Gattapone, n Spoleto. Per attenuare l'esclusività dei 'Top Ten* e perché «il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce», ve ne sono altri due, «non qualsiasi», fra i tanti Giorgio Pinchiorri è di Pavullo nel Frignano, anzi più precisamente di Monzone in provincia di Modena. Franco ed io, durante una colazione da lui, ci scoprimmo, con una punta di orgoglio, comune l'origine dalla nostra terra che continua a partorire da sempre questa gente caparbia e volonterosa. Curiosando nell'elenco del telefono, ho scoperto anche che a Monzone c'è un Pinchiorri che abita in Via delle Lacrime, strano nome per una strada che sembra quasi faccia da sfondo ai luoghi intensi e disperati descritti dal poeta modenese Guidò-Oavani. «Ma se quel Pinchiorri abita in Via delle Lacrime, questo, qui, Giorgio, con la sua Annle è la loro Enoteca, stanno certamente a Firenze, in Via della Gioia, che tale è l'emozione principale degli ospiti venuti a toccare con mano l'amore, la sapienza e la bontà, le tre virtù che ha il pane quotidiano quando è buono. ' K'>''' i .Mi.dica. Pinchiorri,^fcoJrte1''è nata l'Enoteca e, perchép-qjjeglo nome?» gii chiedo. «*■*" «Nel 1972 entrai come dtrettbreie sommelier nell'Enoteca Nazionale che era voluta da nove commercianti allo scopo di far conoscere la qualità del vini italiani. Avevo alle spalle l'esperienza di diversi anni di lavoro nei maggiori ristoranti toscani dell'epoca, e nello stesso tempo avevo continuato a sviluppare la passione per le bottiglie che mi aveva sempre accompagnato fin dalla mia prima infanzia. ■ . I: C rigo, ma sarebbe meglio dire la figlia di suo padre. Perché prima che mettesse su famiglia, tutti pensavano che dovesse essere lei per grinta e sapienza la sua erede. Adesso che la locanda è sua, è co' me se avesse avuto a cinquantanni un altro figlio. Cosi la cura, appunto come va curata, come un figlio. Se dovessi consigliare ad un amico di visitare Torcello, gli direi mai di domenica, ma solo durante la settimana quando si assottiglia la schiera delle migliaia di visitatori poco motivati e vien dato un attimo di respiro all'ordine delle cose. Se poi il mio amico volesse abitare nella locanda gli direi di alzarsi prima dell'alba e di coricarsi dopo il tramonto perché da uno dei balconi delle sei stanze potrebbe vedere cose che è impossibile immaginare. Alla Locanda lavorano 50 persone. Un esercito durante la settimana, una pattuglia nei giorni di festa. E' la regola di questo mondo disordinato. Le verdure che nascono dalla terra, cretosa e salata dalle acque alte, hanno gusti che ci fanno tornare con la niente alla nostra In- N fanzia. Le sogliole, le scine, i gamberetti, quelli portati direttamente dalla barca dei pescatori, arrivano solo qui, mai a Venezia. A guardia delle rose begonie c'è un giardiniere geloso, ma l'uva non arriva mai a maturare perché se la menglano prima i clienti allungando la mano sotto il pergolato che va verso la chiesa di Santa Fosca. CI E' un'isola nella laguna di Venezia dove Dio ha disegnato canali e barene per uomini che vi hanno costruito le loro case e le Chiese di Dio a Sua immagine e somiglianza. Io credo che non ci sia posto al mondo nel quale l'equilibrio tra le cose e la natura riesca a dare un significato più preciso alla parola proporzione. Alla fine del lungo canale che l'attraversa sospeso ai tamerici delle due rive, Giuseppe Cipriani, che aveva accompagnato in gondola nel 1929 alcuni clienti dell'Hotel Europa dove lavorava, era stato folgorato dalla vista di una vecchia osteria. Ma una mancanza cronica di fondi lo aveva obbligato a mettere momentaneamente da parte la voglia di comprarla, e fu solo nel 1936 quando il gestore ormai vecchio e stanco decise di ritirarsi che la acquistò per trentamila lire dai proprietari che volevano disfarsene. E siccome in fondo era lui che avrebbe voluto starci anche se non aveva il coraggio dnàselareTHarry's Bar, la chiamò Locanda Cipriani perché ricordasse almeno nel nome la presenza dell'oste che non c'era. Per molti anni, dopo, vi visse «la zia Gabriella», sua cognata. Confezionava con cura ogni mattina i vasetti dei fiori da mettere sui la-voli, accoglieva con umori sapientemente alterni tutti i clienti, e metteva ordine in tutte le infinite cose che tutti i giorni si scompigliano di solito in un ristorante. Adesso c'è Carla, la sorella di Ar¬ «Detti il mio aiuto per la sistemazione della cantina e l'arredamento della sala di degustazione situata in un magnifico palazzo del Seicento. Il palazzo era stato ' all'origine l'abitazione della famiglia russa Trubeskoy, per poi essere acquistato nel 1880 dalla famiglia Clofl Giacometti, «Cominciai cosi la mia attività all'Enoteca, modestamente, senza pubblicità, ma con tanta passione. Il lavoro mi impegnava il giorno e le notti. In cantina di giorno e in sala di sera. L. _ «Non potevo fare a meno di spie-, .gare a tutti le caratteristiche organolettiche e la provenienza di goni vino, era più forte di me. Fu durante una rassegna gastronomica toscana che decisi di dare anch'io qualche cosa da mangiare,' però sempre per gustare meglio il vino. «Feci un buffet dove tutti potevano andare a scegliersi due o tre specialità. Questa formula ebbe tanto successo, che In poco tempo arrivò tutta la migliore clientela di Firenze». Gianni Luppi LA famiglia americana sta vivendo un momento di profondi cambiamenti. Tuttavia i suoi componenti continuano a preferire le vacanze e il tempo libero da trascorrere insieme e a scegliere svaghi e attività da svolgere in comune in casa. Inoltre risulta che le famiglie con i due genitori che lavorano fuori casa, trascorrono più tempo in attività programmate con 1 figli di quelle in cui c'è soltanto un genitore che lavora. Neppure il televisore, che è sempre un punto di attrazione prevalente in tutte le case, sembra riuscire a distogliere da altri interessi o interferire nei rapporti familiari. Questi sono i principali risultati dello studio intitolato «Dove va il tempo?», un'indagine della -.United Media Enterprises sull'occupazione del tempo libero in America. Per un mese e mezzo sono state intervistate telefonicamente mille persone dal 18 agli 89 anni scelte a caso nei 50 Stati. Secondo gli organizzatori di questa inchiesta, la percentuale d'errore può essere del 3 per cento. L'intera progetto è stalo sponsorizzato dalla «United Media Enterprises», una società delle edizioni «Scripps-Howard» di New York. Naturalmente gli intervistati che hanno maggiori responsabilità, come "per esempio 1 genitori di bambini piccoli, dispongono del minor tempo libero, da 23 a 25 ore alla settimana, contro le 43 ore settimanali degli anziani (dai 65 anni in su) e le 41 ore dei giovani (fino a 19 anni). Nonostante gli obblighi, i genitori singoli hanno detto di avere da una a due ore di tempo libero in più alla settimana delle coppie nelle quali lavorano tutt'e due i genitori o delle coppie tradizionali (dove la moglie non è occupata fuori di casa). Dai risultati appare che I top ten delPhòtellerie italiana I top ten delPhòtellerie italiana no le firme di Giovanni Agnelli per gli alberghi e di Giovanni Nuvolettl per 1 ristoranti. La scelta è personale degli autori: i libri non sono né vogliono essere delle «guide», ma il loro scopo è quello di presentare un'immagine di altissima qualità della h 6 tei lede italiana. Il 28 ottobre all'Hotel Ciprlanl, a Venezia, Gianni Luppl e il fotografo Franco Fontana riuniranno 11 ristoratori, 11 albergatori e un folto gruppo di giornalisti e uomini di cultura. Il motivo del singolare evento è la presentazione, fatta dal senatore Susanna Agnelli, di due libri che Luppl e Fontana hanno realizzato con i titoli: «I primi dieci ristoranti d'Italia» e «I primi dieci alberghi d'Italia», editi dalla «Chiave d'Oro» di Modena. Le prefazioni portaAlberghi CALA DI VOLPE, Costa Smeralda - CASTEL FREIBURG, Merano - CIPRIANO Venezia - GRAND HOTEL, Roma - LE S1RENUSE, Positano LOCANDA CIPRIANI, Torcello (Venezia) - QUISISANA, Capri - RELAIS EL TOULA', Paderno di Ponzano (Treviso) - SPLENDIDO, Portofino VILLA SAN MICHELE, Fiesole (Firenze). Ristoranti ALBERGO DEL SOLE, Malco (Milano) - ANTICA OSTERIA DEL PONTE, Cassinetta di Lugagnano (Milano) • EL TOULA', Cortina d'Ampezzo -> ENOTECA PINCHIORRI, Firenze - GUALTIERO MARCHESI, Milano GUIDO, Costigliele d'Asti - HARRY'S BAR, Venezia - LA FRASCA, Casti -oc-aro (Forlì) • LOCANDA DELL'ANGELO, Ameglia (La Spezia) • SAN DOMENICO, Imola. meravigliosi piccoli locali italiani: una trattoria, Dati Batti, a Portofino e un' albergo, Il Gattapone, n Spoleto. Per attenuare l'esclusività dei 'Top Ten* e perché «il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce», ve ne sono altri due, «non qualsiasi», fra i tanti Giorgio Pinchiorri è di Pavullo nel Frignano, anzi più precisamente di Monzone in provincia di Modena. Franco ed io, durante una colazione da lui, ci scoprimmo, con una punta di orgoglio, comune l'origine dalla nostra terra che continua a partorire da sempre questa gente caparbia e volonterosa. Curiosando nell'elenco del telefono, ho scoperto anche che a Monzone c'è un Pinchiorri che abita in Via delle Lacrime, strano nome per una strada che sembra quasi faccia da sfondo ai luoghi intensi e disperati descritti dal poeta modenese Guidò-Oavani. «Ma se quel Pinchiorri abita in Via delle Lacrime, questo, qui, Giorgio, con la sua Annle è la loro Enoteca, stanno certamente a Firenze, in Via della Gioia, che tale è l'emozione principale degli ospiti venuti a toccare con mano l'amore, la sapienza e la bontà, le tre virtù che ha il pane quotidiano quando è buono. ' K'>''' i .Mi.dica. Pinchiorri,^fcoJrte1''è nata l'Enoteca e, perchép-qjjeglo nome?» gii chiedo. «*■*" «Nel 1972 entrai come dtrettbreie sommelier nell'Enoteca Nazionale che era voluta da nove commercianti allo scopo di far conoscere la qualità del vini italiani. Avevo alle spalle l'esperienza di diversi anni di lavoro nei maggiori ristoranti toscani dell'epoca, e nello stesso tempo avevo continuato a sviluppare la passione per le bottiglie che mi aveva sempre accompagnato fin dalla mia prima infanzia. ■ . I: C rigo, ma sarebbe meglio dire la figlia di suo padre. Perché prima che mettesse su famiglia, tutti pensavano che dovesse essere lei per grinta e sapienza la sua erede. Adesso che la locanda è sua, è co' me se avesse avuto a cinquantanni un altro figlio. Cosi la cura, appunto come va curata, come un figlio. Se dovessi consigliare ad un amico di visitare Torcello, gli direi mai di domenica, ma solo durante la settimana quando si assottiglia la schiera delle migliaia di visitatori poco motivati e vien dato un attimo di respiro all'ordine delle cose. Se poi il mio amico volesse abitare nella locanda gli direi di alzarsi prima dell'alba e di coricarsi dopo il tramonto perché da uno dei balconi delle sei stanze potrebbe vedere cose che è impossibile immaginare. Alla Locanda lavorano 50 persone. Un esercito durante la settimana, una pattuglia nei giorni di festa. E' la regola di questo mondo disordinato. Le verdure che nascono dalla terra, cretosa e salata dalle acque alte, hanno gusti che ci fanno tornare con la niente alla nostra In- N fanzia. Le sogliole, le scine, i gamberetti, quelli portati direttamente dalla barca dei pescatori, arrivano solo qui, mai a Venezia. A guardia delle rose begonie c'è un giardiniere geloso, ma l'uva non arriva mai a maturare perché se la menglano prima i clienti allungando la mano sotto il pergolato che va verso la chiesa di Santa Fosca. CI E' un'isola nella laguna di Venezia dove Dio ha disegnato canali e barene per uomini che vi hanno costruito le loro case e le Chiese di Dio a Sua immagine e somiglianza. Io credo che non ci sia posto al mondo nel quale l'equilibrio tra le cose e la natura riesca a dare un significato più preciso alla parola proporzione. Alla fine del lungo canale che l'attraversa sospeso ai tamerici delle due rive, Giuseppe Cipriani, che aveva accompagnato in gondola nel 1929 alcuni clienti dell'Hotel Europa dove lavorava, era stato folgorato dalla vista di una vecchia osteria. Ma una mancanza cronica di fondi lo aveva obbligato a mettere momentaneamente da parte la voglia di comprarla, e fu solo nel 1936 quando il gestore ormai vecchio e stanco decise di ritirarsi che la acquistò per trentamila lire dai proprietari che volevano disfarsene. E siccome in fondo era lui che avrebbe voluto starci anche se non aveva il coraggio dnàselareTHarry's Bar, la chiamò Locanda Cipriani perché ricordasse almeno nel nome la presenza dell'oste che non c'era. Per molti anni, dopo, vi visse «la zia Gabriella», sua cognata. Confezionava con cura ogni mattina i vasetti dei fiori da mettere sui la-voli, accoglieva con umori sapientemente alterni tutti i clienti, e metteva ordine in tutte le infinite cose che tutti i giorni si scompigliano di solito in un ristorante. Adesso c'è Carla, la sorella di Ar¬ «Detti il mio aiuto per la sistemazione della cantina e l'arredamento della sala di degustazione situata in un magnifico palazzo del Seicento. Il palazzo era stato ' all'origine l'abitazione della famiglia russa Trubeskoy, per poi essere acquistato nel 1880 dalla famiglia Clofl Giacometti, «Cominciai cosi la mia attività all'Enoteca, modestamente, senza pubblicità, ma con tanta passione. Il lavoro mi impegnava il giorno e le notti. In cantina di giorno e in sala di sera. L. _ «Non potevo fare a meno di spie-, .gare a tutti le caratteristiche organolettiche e la provenienza di goni vino, era più forte di me. Fu durante una rassegna gastronomica toscana che decisi di dare anch'io qualche cosa da mangiare,' però sempre per gustare meglio il vino. «Feci un buffet dove tutti potevano andare a scegliersi due o tre specialità. Questa formula ebbe tanto successo, che In poco tempo arrivò tutta la migliore clientela di Firenze». Gianni Luppi LA famiglia americana sta vivendo un momento di profondi cambiamenti. Tuttavia i suoi componenti continuano a preferire le vacanze e il tempo libero da trascorrere insieme e a scegliere svaghi e attività da svolgere in comune in casa. Inoltre risulta che le famiglie con i due genitori che lavorano fuori casa, trascorrono più tempo in attività programmate con 1 figli di quelle in cui c'è soltanto un genitore che lavora. Neppure il televisore, che è sempre un punto di attrazione prevalente in tutte le case, sembra riuscire a distogliere da altri interessi o interferire nei rapporti familiari. Questi sono i principali risultati dello studio intitolato «Dove va il tempo?», un'indagine della -.United Media Enterprises sull'occupazione del tempo libero in America. Per un mese e mezzo sono state intervistate telefonicamente mille persone dal 18 agli 89 anni scelte a caso nei 50 Stati. Secondo gli organizzatori di questa inchiesta, la percentuale d'errore può essere del 3 per cento. L'intera progetto è stalo sponsorizzato dalla «United Media Enterprises», una società delle edizioni «Scripps-Howard» di New York. Naturalmente gli intervistati che hanno maggiori responsabilità, come "per esempio 1 genitori di bambini piccoli, dispongono del minor tempo libero, da 23 a 25 ore alla settimana, contro le 43 ore settimanali degli anziani (dai 65 anni in su) e le 41 ore dei giovani (fino a 19 anni). Nonostante gli obblighi, i genitori singoli hanno detto di avere da una a due ore di tempo libero in più alla settimana delle coppie nelle quali lavorano tutt'e due i genitori o delle coppie tradizionali (dove la moglie non è occupata fuori di casa). Dai risultati appare che