II daino italiano è salvo ma vive come in uno zoo
II daino italiano è salvo ma vive come in uno zoo II daino italiano è salvo ma vive come in uno zoo zione dell'uomo, fanno aumentare la popolazione a un livello incompatibile con le risorse ambientali e si ha uno squilibrio con danno irreversibile alla vegetazione. E allora che fare non essen- ' do né proponibile, né realizzabile la reintroduzione del predatori naturali poiché le zone In cui oggi vive 11 daino sono troppo limitate e circondate da aree densamente abitate? L'unica soluzione consi1 sto nel limitare artificialmente il numero di daini con abbattimenti selettivi o con catture, per poter inviare gli esemplari in eccesso in altre zone idonee: ma non è una cosa molto semplice perché zone adatte libere non ve ne sono quasi più e tutte quelle occupate presentano ormai condizioni o di sovrappopolamento o tuttalplù di equilibrio, le catture sono difficili da eseguire e raramente ottengo¬ del tutto liberi, ma di re introduzioni, peraltro perfettamente riuscite, e di semidomesticità, poiché le aree in cui vivono, anche se molto ampie,-sono sempre cintate o limitate da confini invalicabili e il numero di questi animali, che In pochi anni tende a diventare elevato, impone un ausilio di nutrizione pena 11 danneggiamento della vegetazione anche a causa della totale mancanza, in quelle località, di predatori naturali efficaci quali il lupo e la lince. Queste introduzioni sono state fatte anche in molte zòne dell'Europa cèntrosettentrionale; e poiché si è adattato al punto di riprodursi naturalmente', 11 daino è considerato a buon diritto una specie selvatica europea, Nel giro di pochi anni dall'introduzione, la mancanza di predatori, 11 cibo abbondante e la sicurezza dell'a¬ del canneti. E ci sono poi i bracconieil che sparano spesso e volentieri su questi pacifici uccelli dalla tenera carne appetitosa. Come se non bastasse, il disastroso terremoto che nel 1976 ha sconvolto il Guatemala ha abbassato notevolmente il livello del lago,contribuendo a ridurre ulteriormente {habitat del Podilimbo gigante. Sta di fatto che mentre vent'annt fa si stimava ci fossero ancora nel lago più di duecento esemplari, quest 'anno ne sono stati contati solo ottanta. Proprio per le sue attrattive naturali, il lago Atitìàn è diventato, una località turistica sempre più frequentata e vi si costruiscono case di vacarne e alberghi a ritmo vertiginoso. Con i fitti canneti che lo circondano. Il lago offre ai PódiUmbi materiale in abbondanza per la costruzione del nidi. Sono nidi galleggianti in cui la femmina depone da tre a cinque uova per covata. Ma bisogna fare i conti con i tagliatori di canne indigeni, che, falciando indtscrtminatamente, distruggono uova e nidi, riducendo gradualmente la superficie 1.1. c. no il risultato numerico sperato, mentre gli abbattimenti selettivi sono di norma sgraditi ai naturalisti. La triste ironia di tutta questa storia è che l'uomo è stato la causa della diminuzione e della scomparsa del daino da- molte zone, poi è stato ancora l'uomo che per salvarlo ha eliminato 1 suol predatori e l'ha confinato in zone apparentemente ampie, senza pericoli, poi sempre l'uomo si è accorto di avere sbagliato e di dover contenere il numero per salvare questa volta la vegetazione e l'ambiente, poi... Ma quando l'uomo imparerà di nuovo a vivere in pace con l'ambiente naturale, dal quale non potrà mai prescindere? In realtà pensavo a tutte queste cose in una bella giornata di fine ottobre in cui ero a San Rossore e più che dedicarmi alle mie abituali osservazioni ornitolo¬ Giochi II daino italiano è salvo ma vive come in uno zoo II daino italiano è salvo ma vive come in uno zoo zione dell'uomo, fanno aumentare la popolazione a un livello incompatibile con le risorse ambientali e si ha uno squilibrio con danno irreversibile alla vegetazione. E allora che fare non essen- ' do né proponibile, né realizzabile la reintroduzione del predatori naturali poiché le zone In cui oggi vive 11 daino sono troppo limitate e circondate da aree densamente abitate? L'unica soluzione consi1 sto nel limitare artificialmente il numero di daini con abbattimenti selettivi o con catture, per poter inviare gli esemplari in eccesso in altre zone idonee: ma non è una cosa molto semplice perché zone adatte libere non ve ne sono quasi più e tutte quelle occupate presentano ormai condizioni o di sovrappopolamento o tuttalplù di equilibrio, le catture sono difficili da eseguire e raramente ottengo¬ del tutto liberi, ma di re introduzioni, peraltro perfettamente riuscite, e di semidomesticità, poiché le aree in cui vivono, anche se molto ampie,-sono sempre cintate o limitate da confini invalicabili e il numero di questi animali, che In pochi anni tende a diventare elevato, impone un ausilio di nutrizione pena 11 danneggiamento della vegetazione anche a causa della totale mancanza, in quelle località, di predatori naturali efficaci quali il lupo e la lince. Queste introduzioni sono state fatte anche in molte zòne dell'Europa cèntrosettentrionale; e poiché si è adattato al punto di riprodursi naturalmente', 11 daino è considerato a buon diritto una specie selvatica europea, Nel giro di pochi anni dall'introduzione, la mancanza di predatori, 11 cibo abbondante e la sicurezza dell'a¬ del canneti. E ci sono poi i bracconieil che sparano spesso e volentieri su questi pacifici uccelli dalla tenera carne appetitosa. Come se non bastasse, il disastroso terremoto che nel 1976 ha sconvolto il Guatemala ha abbassato notevolmente il livello del lago,contribuendo a ridurre ulteriormente {habitat del Podilimbo gigante. Sta di fatto che mentre vent'annt fa si stimava ci fossero ancora nel lago più di duecento esemplari, quest 'anno ne sono stati contati solo ottanta. Proprio per le sue attrattive naturali, il lago Atitìàn è diventato, una località turistica sempre più frequentata e vi si costruiscono case di vacarne e alberghi a ritmo vertiginoso. Con i fitti canneti che lo circondano. Il lago offre ai PódiUmbi materiale in abbondanza per la costruzione del nidi. Sono nidi galleggianti in cui la femmina depone da tre a cinque uova per covata. Ma bisogna fare i conti con i tagliatori di canne indigeni, che, falciando indtscrtminatamente, distruggono uova e nidi, riducendo gradualmente la superficie 1.1. c. no il risultato numerico sperato, mentre gli abbattimenti selettivi sono di norma sgraditi ai naturalisti. La triste ironia di tutta questa storia è che l'uomo è stato la causa della diminuzione e della scomparsa del daino da- molte zone, poi è stato ancora l'uomo che per salvarlo ha eliminato 1 suol predatori e l'ha confinato in zone apparentemente ampie, senza pericoli, poi sempre l'uomo si è accorto di avere sbagliato e di dover contenere il numero per salvare questa volta la vegetazione e l'ambiente, poi... Ma quando l'uomo imparerà di nuovo a vivere in pace con l'ambiente naturale, dal quale non potrà mai prescindere? In realtà pensavo a tutte queste cose in una bella giornata di fine ottobre in cui ero a San Rossore e più che dedicarmi alle mie abituali osservazioni ornitolo¬ Giochi
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