Re, dittatori e umili sudditi Chi governa le società animali

Re, dittatori e Umili sudditi Chi governa le società animali Re, dittatori e Umili sudditi Chi governa le società animali che non appartiene al clan e In questo caso lo si caccia via In malo modo. Nella difesa del territorio si manifesta l'Innata «aggressività» delle specie animali, aggressività che ha modo di palesarsi anche per la conquista della femmina. In queste occasioni soprattutto s'ingaggiano le lotte tra gli individui, per quanto quasi sempre, prima di passare alle vie di fatto, vengano messe in atto varie forme di intimidazione e di minaccia che spesso sortiscono l'effetto desiderato. Di solito vengono esibite le armi naturali di cui l'individuo dispone. Il grosso gambero Birgus latro, meglio noto come «ladro delle noci di cocco», un paguro che vive nelle isole dell'arcipelago malese, apre e solle-. atteggiamento di sottomissione che placa di colpo l'aggressività dell'avversarlo. Sono proprio 1 duelli quelli che stabiliscono la «scala gerarchica», un altro fattore fondamentale per la convivenza pacifica dei membri delle società. Le esperienze di A. M. Ouhl e del suoi collaboratori della Kansas State University hanno dimostrato che in ogni società di galli si stabilisce una rigida gerarchia di dominanza. Esiste una sorta di despota, un individuo dominante, chiamato Individuo alfa (la prima lettera dell'alfabeto greco) che è in testa a tutti gli altri. E' 11 primo che ha 11 diritto di accostarsi al cibo e si becca naturalmente i bocconcini migliori. E' quello che fa per In un libro di Isabella Lattes Coifmann le ultime scoperte dell'etologia: non vale la semplice legge del più forte: ci sono anche singolari esempi di «altruismo» va minacciosamente le chele, le sue grosse pinze, l'iguana marina fa l'atto di mordere, Inarca 11 dorso ed espone 11 fianco, lo scoiattolo digrigna 1 denti incisivi, il gorilla corruga le sopracciglia e si erge In tutta la sua mole battendosi 11 petto con le mani. Ma se l'avvertimento non è sufficiente, allora il combattimento è inevitabile. 81 accendono cosi le lotte tra i maschi del cervi, del caprioli, delle antilopi, degli stam¬ becchi, come tra quelli dei pesci, del serpenti o delle lucertole. E' piuttosto raro però che 11 duello si spinga a oltranza sino alla morte di uno del due contendenti. Nella maggior parte dei casi 11 comportamento di lotta è «ritualizzato». Pochi o molti colpi incruenti, cioè una sorta di rito che vale a stabilire quale dei due sia il più forte, e 11 combattimento cessa perché 11 più debole prende atto della superiorità del rivale assumendo un LE nostre passeggiate nei boschi in questo periodo sono allietate anche dalla raccolta delle castagne. Il castagno nostrano (Castanea satira) è •uh albero longevo, di elevato e maestoso portamento, alto in media da 10 a 20 metri, però in grado di raggiungere anche 30-35 metri di altezza e 6-8 metri di circonf erenza, dotato di radice fittonante molto robusta, ma di limitato sviluppo In profondità. Il castagno si ancora tenacemente al suolo con le sue radici laterali, poco numerose ma assai ramificate a raggiera nel terreno. Il fusto, eretto e robusto, si divide presto per costituire una cima vigorosa ampia e espansa. Il fusto e 1 rami sono protetti, da giovani, da una corteccia liscia e brillante, di colore bruno-ros- te slmile a quello degli odonatl attuali alcune specie di paleod'lctÌòpteri"dairasirétto abbastanza slmile a quello delle libellule. DI queste la più bella e somigliante era la Meganeura moni/t, un gigante che poteva raggiungere e superare aperture alari di settanta centimetri, misura veramente eccezionale anche per il mondo degli insetti del Carbonifero. Queste dimensioni rimasero uniche in tutta la classe degli Insetti, Le meganeure, nonostante queste dimensioni, avevano un corpo snello e ali sottili molto sviluppate. In base al caratteri morfologici rilevati nelle impronte fossili dei corpi delle meganeure e in particolare per quanto riguarda 11 loro apparato boccale, si può ritenere che le abitudini e l'alimentazione non si discostassero da quanto si osserva negli odonatl viventi. Le zone acquitrinose dove vivevano le meganeure erano frequentate anche da un'altra forma affine, la Stenodictya lobata. Di costituzione più robusta e con l'addome meno slanciato quest'ultima, contendeva probabilmente lo stesso terreno di caccia alle più grandi meganeure. Le libellule vére e proprie ebbero origini, nieno antiche e comparvero verso la fine del Paleozoico, con specie sempre di cospicue dimensioni fra le quali alcune del tutto simili alle forme , attuali. Tutti questi insetti del passato sono oggi ben .conosciuti perché le forme del loro corpi sono rimaste impresse nelle rocce sedimentarie formatesi in quei tempi lontani. La finezza del sedimenti in qualche caso ha permesso di rilevare esattamente la conformazione di molte specie estinte ormai da centinaia di milioni di anni. Pier Giuseppe Caretto Re, dittatori e Umili sudditi Chi governa le società animali Re, dittatori e Umili sudditi Chi governa le società animali che non appartiene al clan e In questo caso lo si caccia via In malo modo. Nella difesa del territorio si manifesta l'Innata «aggressività» delle specie animali, aggressività che ha modo di palesarsi anche per la conquista della femmina. In queste occasioni soprattutto s'ingaggiano le lotte tra gli individui, per quanto quasi sempre, prima di passare alle vie di fatto, vengano messe in atto varie forme di intimidazione e di minaccia che spesso sortiscono l'effetto desiderato. Di solito vengono esibite le armi naturali di cui l'individuo dispone. Il grosso gambero Birgus latro, meglio noto come «ladro delle noci di cocco», un paguro che vive nelle isole dell'arcipelago malese, apre e solle-. atteggiamento di sottomissione che placa di colpo l'aggressività dell'avversarlo. Sono proprio 1 duelli quelli che stabiliscono la «scala gerarchica», un altro fattore fondamentale per la convivenza pacifica dei membri delle società. Le esperienze di A. M. Ouhl e del suoi collaboratori della Kansas State University hanno dimostrato che in ogni società di galli si stabilisce una rigida gerarchia di dominanza. Esiste una sorta di despota, un individuo dominante, chiamato Individuo alfa (la prima lettera dell'alfabeto greco) che è in testa a tutti gli altri. E' 11 primo che ha 11 diritto di accostarsi al cibo e si becca naturalmente i bocconcini migliori. E' quello che fa per In un libro di Isabella Lattes Coifmann le ultime scoperte dell'etologia: non vale la semplice legge del più forte: ci sono anche singolari esempi di «altruismo» va minacciosamente le chele, le sue grosse pinze, l'iguana marina fa l'atto di mordere, Inarca 11 dorso ed espone 11 fianco, lo scoiattolo digrigna 1 denti incisivi, il gorilla corruga le sopracciglia e si erge In tutta la sua mole battendosi 11 petto con le mani. Ma se l'avvertimento non è sufficiente, allora il combattimento è inevitabile. 81 accendono cosi le lotte tra i maschi del cervi, del caprioli, delle antilopi, degli stam¬ becchi, come tra quelli dei pesci, del serpenti o delle lucertole. E' piuttosto raro però che 11 duello si spinga a oltranza sino alla morte di uno del due contendenti. Nella maggior parte dei casi 11 comportamento di lotta è «ritualizzato». Pochi o molti colpi incruenti, cioè una sorta di rito che vale a stabilire quale dei due sia il più forte, e 11 combattimento cessa perché 11 più debole prende atto della superiorità del rivale assumendo un LE nostre passeggiate nei boschi in questo periodo sono allietate anche dalla raccolta delle castagne. Il castagno nostrano (Castanea satira) è •uh albero longevo, di elevato e maestoso portamento, alto in media da 10 a 20 metri, però in grado di raggiungere anche 30-35 metri di altezza e 6-8 metri di circonf erenza, dotato di radice fittonante molto robusta, ma di limitato sviluppo In profondità. Il castagno si ancora tenacemente al suolo con le sue radici laterali, poco numerose ma assai ramificate a raggiera nel terreno. Il fusto, eretto e robusto, si divide presto per costituire una cima vigorosa ampia e espansa. Il fusto e 1 rami sono protetti, da giovani, da una corteccia liscia e brillante, di colore bruno-ros- te slmile a quello degli odonatl attuali alcune specie di paleod'lctÌòpteri"dairasirétto abbastanza slmile a quello delle libellule. DI queste la più bella e somigliante era la Meganeura moni/t, un gigante che poteva raggiungere e superare aperture alari di settanta centimetri, misura veramente eccezionale anche per il mondo degli insetti del Carbonifero. Queste dimensioni rimasero uniche in tutta la classe degli Insetti, Le meganeure, nonostante queste dimensioni, avevano un corpo snello e ali sottili molto sviluppate. In base al caratteri morfologici rilevati nelle impronte fossili dei corpi delle meganeure e in particolare per quanto riguarda 11 loro apparato boccale, si può ritenere che le abitudini e l'alimentazione non si discostassero da quanto si osserva negli odonatl viventi. Le zone acquitrinose dove vivevano le meganeure erano frequentate anche da un'altra forma affine, la Stenodictya lobata. Di costituzione più robusta e con l'addome meno slanciato quest'ultima, contendeva probabilmente lo stesso terreno di caccia alle più grandi meganeure. Le libellule vére e proprie ebbero origini, nieno antiche e comparvero verso la fine del Paleozoico, con specie sempre di cospicue dimensioni fra le quali alcune del tutto simili alle forme , attuali. Tutti questi insetti del passato sono oggi ben .conosciuti perché le forme del loro corpi sono rimaste impresse nelle rocce sedimentarie formatesi in quei tempi lontani. La finezza del sedimenti in qualche caso ha permesso di rilevare esattamente la conformazione di molte specie estinte ormai da centinaia di milioni di anni. Pier Giuseppe Caretto

Persone citate: Isabella Lattes Coifmann, Pier Giuseppe Caretto

Luoghi citati: Kansas