Scoprii Morselli leggendo quel manoscritto

Scoprii Morselli k *■ v'.-v-*.r :ì «tot Un convegno e la vicendadiventato un «caso letter Scoprii Morselli A dieci anni dalla morte si tiene a Gavlrate un con- ■ vegno di stadio per ricordare Guido Morselli. Lo scrittore si era ritirato in questa località (provincia di Varese), dove possedeva una casetta e un podere, e dal 1952 viveva in uno sdegnoso Isolamento. Frequentava pochi amici, non aveva pubblicato nulla: la sua fama è arrivata postu¬ ma con «Roma senza papa» stampato da Adelphi. I lavori del convegno, a cura di Dante Isella con la collaborazione della casa editrice Adelphi, si svolgono oggi e domani nell'auditorium della scuola media con l'intervento di critici e studiosi. Tra 1 relatori Vittorio Coletti, Geno Fampalonl, Giuseppe Pontiggla, Cesare Segre. Sono previste le comunicazioni di Guido Belli, Clelia Martignoril e Flavia Ravaczoli. Abbiamo chiesto a Giuseppe Pontiggla, che fu il primo lettore di Morselli alla Adelphi, un intervento sullo scrittore, rifiutato in vita dal maggiori editori italiani e diventato uno del più importanti casi letterari dopo la morte. HO letta nel 1973 il primo manoscritto di Morselli che era arrivato all'Adelphi (si trattava di Contro-passato prossimo), accompagnato da una lettera di Vittorio Sereni a Luciano Foà: vi si accennava a una loro conversazione avvenuta a Varese, qualche tempo prima, insieme con Dante Isella, nel corso della quale si era parlato della fine dolorosa dell'autore e del fatto che egli potesse interessare per la , pubblicazione una casa come l'Adelphi. Ricordo di avere associato l'espressióne «fine dolorosa» a suicidio e di avere pensato a un caso umano, prima che letterario. La prima pagina, letta rapidamente, non mi suscitò reazioni particolari, ma questa era già una reazione significativa: in genere si percepiscono errori o dissonanze. Procedendo nella lettura ero sempre più attratto da quella precisione visionaria che contraddistingue un talento narrativo.' Non che provassi entusiasmo, come sarebbe facile dire, ora, ma tradendo la verità di quella esperienza: provavo invece un interesse strano, come se il racconto in qualche modo mi riguardasse, che è poi la meta più ambiziosa che perseguono i narratori. ' Del resto, di fronte a un autore totalmente sconosciuto — e l'ho osservato in altri — l'adesione si manifesta general- mente in modi attenuati, quando non reticenti. Ed è fatale che sia cosi, anche perché l'attrazione, quanto più è forte e imprevista, tanto più mette in moto ' resistenze. Questi meccanismi complicano ulteriormente le cose nei rapporti letterari, perché sia la sordità naturale di taluni sia l'orecchio finissimo di altri possono concorrere : I alla medesima riluttanza. C'è da sperare, a parte qualche altro ingrediente, in un discreto connubio di pazienza e di passività, . che non a caso nascono daila-stetsas.ratjica: v. -: Gradualmente apprezzavo in Morselli nuove caratteristiche, che poi avrei ritrovato negli altri suoi romanzi, arrivati successivamente alla casa editrice: in particolare la costruzione sapiente, calibrata, allusiva, del racconto. Questa, che é certamente una qualità — anche se non l'unica e di per sé non sufficiente — deve avere contribuito a' suscitare diffidenza in non pochi lettori di Morselli.. In Italia l'intelligenza narrativa è guardata spesso con sospetto; quasi come una colpa o un limite. La si considera un calcolo preliminare, con l'aggravante che'la parola calcolo ha, nella nostra società, una connotazione invariabilmente negativa. Invece si tratta di un lavoro successivo alla stesura, quando la narrazione ha dato alcuni frutti é bisogna selezionarli e disporli. Ed è altrettanto avventuroso che il viaggio fatto prima, perché l'aspirazione di un narratore non è di raccontare quello che sa, ma di scoprire quello che non sapeva e che pure e riuscito a raccontare. I romanzi dì Morselli si rivelano appunto, a mano a mano che.li leggevo, come viaggi in mondi storici o quotidiani o fantastici molto diversi tre di loro: da quello politico e militare della Grande Guerra, che vede, in Contro-passato prossimo, vincere la «lògica delle cose» sulla logica dei fatti, a quello nel futuro, in Dissipano H.G., quando una apocalisse fa riscoprire al protagonista, sopravvissuto al proprio suicidio e a quello dell'umanità, la propria voce, nel silenzio dell'universo; dalla cronaca immaginaria di Divertimento 1S89, cosmo di avventure galanti e di malinconie quotidiane, alla Roma sema Papa del Duemila, babele teologica dove la Chiesa vive l'agonia della fede; dalla.crisi ideologica del Comunista, scritto nel 1964-'65, che co¬ glie nel suo progressivo isolamento, politico e umano, anche il senso più .segreto del suo destinò, al Dramma borghese, dove l'attrazione di una Figlia per il padre coincide con il confronto tra un impulso «natii- ' rale» e una fatale ambiguità. Si è chiamata con il termine di mimetismo la capacità di Morselli di moltiplicare il punto di vista narrativo, di evocare, at- travèrso segnali orientativi e dettagli illuminanti, i divèrsi stili di vita e la varietà dei linguaggi, parlati e interiori. Tale continua metamorfosi sembra una ironica sfida dì «professionalismo» in uno scrittore che in vita non è mai stato riconosciuto tale: e. non poteva, anche dopo la sua scomparsa, che suscitare comprensibili riserve, in una cultura dove il luogo comune che si scrive . sempre lo stesso romanzo è spesso interpretato e applicato alla lettera. Ma proprio tale metamorfosi cela, a mio avviso, una fuga dall'io e dal presente, una difesa dall'oblio e dalla morte, che rendono la sua pagina piena di malinconia dissimulata, di pathos sotterraneo. E' questa la forza segreta della sua narrazione. E se non sorprende che abbia tardato a imporsi nella nostra cultura — anche, se la parte più attenta e sensibile gli ha riconosciuto il suo spazio — non stupisce che la cultura europea, attraverso innumerevoli traduzioni, non abbia atteso altrettanto. Giuseppe Pontiggla Guido Morselli a dello scrittore rario» dopo la morte

Luoghi citati: Adelphi, Italia, Roma, Varese