E Martin Lutero riformò il Medioevo

Nella biografia di Pozzoli rivive il monaco ribelle Nella biografia di Pozzoli rivive il monaco ribelle E Martin Lutero riformò _--w*ts il Medioevo ro restò sempre, il ribelle e il polemista violento dall'aspro linguaggio plebeo, il dotto che traducendo la Bibbia creò la lingua tedesca, 11 capo che ebbe nelle sue mani 11 destino della Germania, il borghese circondato in famiglia dalla sua numerosa prole, convivono tutti in un: uomo che fu sempre tormentato dall'angoscia e,che nasconde mólte cose nella sua complicata e delicata psicologia. Il libro di Pozzoli è una buona guida, per chi voglia conoscere l'uomo Lutero, e attraverso di lui gettare lo sguardo sul passaggio dal Medioevo al mondo moder- ' no. Un passaggio operato, paradossalmente, da chi si proponeva la restaurazione dell'ordine antico calpestato dalla Chiesa rinascimentale mondana e corrotta. Il paradosso riempie del resto la vita di Lutero. Lui, il ribelle contro l'autorità costituita, lui che aveva rifiutato la violenza per affidarsi solo all'efficacia della Parola di Dio, finirà per appellarsi all'autorità di principi e di cavalieri, incitandoli allo sterminio del contadini in rivolta. Un paradosso, questo, tipicamente moderno, dal momento che troppe volte le moderne ribellioni alle autorità tradizionali hanno dato luogo a forme di potere sempre più totalitarie. L'ottica di Claudio Pozzoli si propone di liberare la figura di Lutero dai luoghi IL momento più alto ed emblematico della vita di Lutero è quello in cui' compare alla Dieta di Worms al cospetto dell'Imperatore Carlo V. Il monaco scomunicato, inagrissimo nel suo saio, che il primo giorno era apparso intimorito, il giorno dopo, spinto a dichiarare apertamente se intende o no ritrattare le sue tesi, dice in latino: «Poiché la Vostra Maestà e le Vostre Signorie chiedono una risposta semplice, ne darò una senza ambiguità.e senza asprezze: a meno che io non sia convinto con la Scrittura e con chiari ragionamenti (perché non accetto l'autorità dei papi e dei Concili che si sono contraddetti e hanno errato), io sono vincolato alla mìa coscienza e prigioniero della Parola di Dio. Non posso e non voglio ritrattare nulla, perché non è giusto né salutare andare contro coscienza». E subito aggiunge in tedesco: «Che Iddio mi aiuti! Amen». Con questa sfida Lutero rischiava tutto. E con questa sfida — scrive Claudio Pozzoli nella sua leggibilissima e ben documentata Vito di Martin Lutero — «il Medioevo era crollato». Di qui nascerà la dissoluzione dell'unità cristiana europea, e ben presto il sangue comincerà a scorrere, in Germania e al di là dei confini tedeschi. • Il figlio del minatore, il monaco scrupoloso, il professore universitario che Lute¬ Z. che dà il titolo al libro, la scena è Dulsberg, periferia 'di Amburgo, quartiere con edifici in mattone, tigli davanti alle case, negozietti, bambini che schettinano sul marciapiede. Un'immagine quasi idilliaca che nasconde frustrazioni, solitudini, ambizioni che marciscono. Gli autori non sfornano ricette sociologiche,' non manipolano la vicenda, lasciano parlare i personaggi come se si confessassero al registratore., «Mia madre beveva e se ne stava con quel tipo.... ERA un titolo piccolo, su un giornale di Amburgo. Diceva: .Ospite di un istituto di rieducazione ucciso- da un colpo d'arma da fuoco». La mor-, te, giunta quasi «per caso», di uno spostato, un «rocker». Ma che cosa c'è dietro una notizia di cronaca nera? Due giornalisti (Kai Hermann coautore di «Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino» ed Heiko Gebhardt, studioso di questioni politiche e sociali) hanno scavato e tirato fuori uno spaccato di vita. Li aveva incuriositi l'età della vittima, 16 anni, e la figura dello sparatore, un irreprensibile commerciante cinquantenne. Sono andati nelle loro case, tra gli amici, hanno raccolto testimonianze, ricostruito una storia che è anche l'istantanea di un malessere delle grandi città, il ritratto di certe bande giovanili che net dossier della polizia figurano come «individui emarginati e violenti». Il protagonista è Andreas famiglia che sta franando. Un ragazzo solo, a 15 anni: «Credo che fossero ben contenti di non accorgersi più di me Lo seguiamo per strada, al parco, in cerca di amici. Quei legami che non trova più in casa, li scopre nel gruppo, anzi nella «banda». Ci sono compagni più. anziani, come Holger, ragazze come Anja, Biggi, Patricia. Scherzano, fanno bravate, intrecciano flirt. Andreas è un tipo sensibile, ma il bisogno di affetto lo rende inquieto e aggressivo. Comincia a bere qualche birra e qualche liquore di troppo. Ha una specie di divisa: stifali con tacchi altissimi, jeans, l'orecchino. Vanno in giro, giocano al flipper, sono assidui ai film di kung-fu e picchiare qualche passante gli sembra una prodezza. La sessualità oscilla tra spacco-. «Andreas Z.»: un r s _ 1.utero brucia la bolla papale di scomunica che, ponendo la croce di Cristo In luogo della gloria divina, e quindi la «fede» in luogo della «religione», ha aperto la'via al moderno passaggio dal «sacro» al «profano». Incidendo in modo decisivo sul sorgere di una nuova epoca storica. comuni dell'apologia protestante come della polemica cattolica senza soffermarsi sull'opera teologica del grande interprete delia fede cristiana che Lutero certamente e prima di tutto fu. La prospetti-, va in cui.Pozzoli si póne può cosi mettere in chiaro diverse cose, ma non rende adeguatamente conto—io credo—del punto, decisivo: In realtà è una tesi teologica quella Claudio Porò», Rusconi, ragazzo e la violenza delle strade

Luoghi citati: Amburgo, Berlino, Germania