Sono europeo

Sono europeo Sono europeo — A Roma le farebbe piacere di Incontrare il Papa? «Non credo, non vedo l'interesse. Io non sono cattolico, non sono nemmeno sicuro di essere cristiano, sono piuttosto un agnostico, un; libero pensatore. Un agno-I stlco è una persona che noni ..crede possibile la conoscenza. Né vi è ragione perché l'universo sia comprensibile ad un-individuo colto sta del!' XX che di altri secoli. Ho usato I diversi sistemi meta-; fisici e teologici a fine letterario, ma i critici hanno ere-, duto che io professassi tali sistemi, mentre me ne servi-: vo soltanto. L'idea di un eie-; lo ecclesiastico, come nelle' pitture di El Greco, di un' cielo dunque simile al Vati-. , cano, mi fa paura...». — Dopo le Malvlnas ho; sentito in Argentina un'ostilità dura per l'Europa. «Spero che non lo dirà mai di me. Io sono un europeo, non sono un gaucho. Ecco, lo sono un vecchio signore europeo esiliato nell'America del Sud in fin dei conti. E poi, lo ripeto, lo sono cosi europeo che talora penso di essere un "gringo" perché non ho accento-italiano, mentre tutti qui ne hanno. Uno straniero In fin dei conti. Ma che posso fare? Sono un ar-; gentlno con sangue spagnolo,' Inglese, portoghese, belga e sangue ebreo, un po' di sangue francese perché uno; dei mici antenati era un Betancourt, un nome normanno. Il sangue ebreo mi viene da mia madre che si chiamava Eleonor A ce vedo. Un ceppo ebreo portoghese. Noi ci trasferimmo in Europa nel 1914 con papà che voleva farci studiare In Svizzera a Ginevra. E' a Ginevra che ho preso il mio "bac", l'unico diploma che conservo. «Eravamo cosi Ignoranti allora, in Argentina, in fatto di storia che non immaginavamo per nulla che presto sarebbe scoppiata la prima guerra mondiale. Mio padre diceva sempre che la storia dell'Argentina aveva sostituito il catechismo e che ci aspettavamo che venerassimo tutto ciò che era argentino. CI avevano insegnato la. storia argentina prima di parlarci di tutti i Paesi e 1 secoli che avevano determinato il suo sviluppo. A Ginevra, capii che quel modo di pensare la storia era privo di senso. La mia tenerezza per le lingue nordiche, e per il passato nordico, mi è stato rimproverato spesso da qualcuno del miei connazionali, I più nazionalisti, che mi considerano come un in-glese. Forse, senza saperlo, sono stato sempre un po' inglese: infatti da giovane pensavo a Waterloo come a una vittoria. Perón mi face cacciare dal mio posto di bibliotecario perché ero' stato dalla "parte degli alleati"». — SI capisce cosi, storicamente, questa antipatia latente per gli europei? Ho letto sul giornali argentini espressioni contro noi deputati europei del tipo: "Ar-

Persone citate: Betancourt