Quanti grattacapi avere un Gesù in famiglia

Intervista: Festa Campanile e il suo nuovo romanzo su San Giuseppe Intervista: Festa Campanile e il suo nuovo romanzo su San Giuseppe Quanti grattacapi avere un Gesù in famiglia ria, cioè della loro storia d'amore vista dàlia parte di lui. Crede che ci sia qualcosa di male nel fatto che Giuseppe e Maria si amassero? Io dico di no, eppure già si parla di questo mio libro con sospetto ma io sostengo che dove c'è amore non ci può essere scandalo, anzi l'amore è un tale messaggio che mi scandalizza che scandalizzi». — L'amore di due persone comuni non dà scandalo, ma una Madonna e un San Giuseppe innamorati? •A me commuove l'idea che Maria fosse innamorata di Giuseppe, come una ragazza qualunque, e che Giuseppe fosse anche geloso. Si sono amati nonostante le difficoltà della vita e l'annuncio fatto a Maria è una difficoltà enorme per un amore. Eppure hanno continuato a volersi bene. Soltanto che lui non l'ha mai capito il senso della Rivelazione, però l'ha rispettosamente accettata, per amore, solo per amore, appunto». — Giuseppe, come lo vede lei, non era affatto casto prima di sposare Maria, era anzi un amato e un amante delle donne. Dopo si è conformato al voleri della sua sposa con tranquillità? •No. nel mio libro Giuseppe si adegua ma soffre _ terribilmente. Non riesce a ' capire cosa gli sia capitato. In effetti gli è capitata la cosa più straordinaria che possa capitare a un uomo, sposare la Madonna e avere per figlio Gesù, quel ragazzo che è già,un ribelle da piccolo, uno scavezza¬ ci metto un pizzico di divertimento, di ironia. Mi diverte e intenerisce la gelosia di Giuseppe, mi fa ridere che uno possa essere geloso della Madonna. Racconto di qualche tenero bacio di Maria a Giuseppe, di Giuseppe a Maria, e queste sono cose che nessuno ha mai osato fare ». — Per Umore di lesa sacralità? «Forse. Io penso che ci sia al giorno d'oggi un bisogno diffuso di religiosità ma che 1 giovani, soprattutto loro, non vogliano più avere tra le mani del santini, vogliono saperne di più sul lato umano e io penso che attraverso un processo di umanizzazione si riesca anche a amare di più certi personaggi della Storia Sacra». — In effetti Dio si è fatto uomo, per essere più amato. Ma lei non affronterà prima o poi con le parole d'oggi la storia di Gesù, del protagonista? •Carlo Bo mi ha Invitato a farlo ma sono incerto, per ora mi sento attratto dai personaggi minori che hanno una loro grandezza. Cerco di renderla esplicita umanizzandoli, togliendogli aureole e gigli...». —Lo fa con umorismo? •E perché no? C'è forse qualcosa di peccaminoso nel sorriso?». collo. E Giuseppe muore senza sapere, preoccupato anzi per li futuro del ragazzo che non frequenta la gente per bene ma se ne sta sempre in compagnia dei poveri, degli emarginati, dei perdigiorno. Chissà mai cosa farà da grande, si domanda Giuseppe, un padre come tutti gli altri, come tutti noi oggi e ieri e forse sempre, cioè un pessimo padre». — In questo suo secon^j romanzo d'argomento sa-' ero serpeggia motta sensualità. «Serpeggia? Forse, ma non come un serpente, quello tentatore. Vede, gli amori di Giuseppe prima che incontrasse Maria non possono scandalizzare nessuno, lira un bel ragazzo normale, un uomo come gli aitii. Poi è evidente che io Renata Pisa

Persone citate: Carlo Bo, Festa Campanile, Gesù, Renata Pisa