Fuga di capitali Nessun condono di Paolo Lingua

Fuga di capitali Nessun condono Conferenza valutaria a Genova Fuga di capitali Nessun condono Lo ha detto il ministro Capria annunciando modifiche alle restrizioni in vigore GENOVA — Lo spirito di Ugo La Malfa, che nel primo governo De Gasperl, del dopoguerra, come ministro del Commercio Estero «liberalizzò » gli scambi commerciali facendo rientrare l'Italia nel congegno economico e non solo strettamente valutario dell'Europa e dell'occidente, ha aleggiato Indubbiamente nella sala dell'auditorium della Fiera internazionale di Genova dove s'è svolta, per due giorni, la conferenza valutarla nazionale, organizzata dalla locale Camera di commercio, e alla quale hanno preso parte i ministri Nicola Capria e Francesco Forte, mentre il ministro del Tesoro Giovanni Gorla, impossibilitato a intervenire, ha inviato una memoria che è stata letta dal sottosegretario (ligure) al Tesoro onorevole Manfredo Manfredi.' In sintesi, questo il pensiero di un po' tutti gli oratori che erano stati Introdotti venerdì da una relazione del professor Victor Uckmar, ordinarlo di scienza delle finanze e considerato 11 più importante commercialista italiano: la vecchia legge «159» sulle restrizioni valutarle deve considerarsi superata; occorre tornare, sia pure con qualche gradualità, a un sistema di libera circolazione del capitali nello spirito del trattato di Roma costitutivo della Comunità economica europea; occorre anche «mettere una pietra sul passate; vale a dire attuare rapidamente, il condono per 1 reati valutari compiuti sia dagli operatori, sia dagli Istituti di credito indirettamente. Il ministro Capria ha parlato esplicitamente della necessità di considerare la riforma come un grande impegno del governo «in direzione della libertà del movimento del capitali' attuando «una deregolazione' e una *deburocratizzaeione». Secondo Capria (che ha escluso qualsiasi forma di condono In materia) si tratta di uscire dalle secche della politica antlnflazlontstlca (che determinò la legge «159» tutta restrittiva) andando però verta, liberalizzazione, «cogliendo spazi e opportunità' e procedendo «con ragionate empirismo'. Il progetto di legge, ha spiegato ancora il ministro, servirà anche a chiarire 1 rapporti, tutt'ora confusi, tra norma finanziarla e norma penale. In pratica si propone un'«ampia depenalizzazione' (questo anche per evitare che eccessivi gravami blocchino l'evoluzione degli scambi) sia pure contenuta nel limiti delle violazioni, commesse in passato, sino a cento milioni di lire. Il limite del cento milioni significa assolvere i cosiddetti. reati turistici». Oli stessi concetti sono stati ribaditi dal ministro Francesco Forte che ha ricordato come ali ' in ter no della Comunità economica europea 1 Paesi monetariamente più forti, cioè la Oermanla e la Gran Bretagna «non sono vincoli* sti». Secondo Forte, la «liberalizzazione italiana, in clima di trasparenze, potrebbe ottenere un ruolo di particolare favore per i conti in Ecu». Forte ha sostenuto che In mancanza di norme comunitarie non è-oassentlto a un governo di agire centro un cittadino e ha spezzato una lancia a favore d'una normativa penale troppo punitiva. In questo senso è intervenuto anche Rinaldo Ossola il quale ha ricordato che 1 Paesi della Cee (all'interno della comunità la liberalizzazione della circolazione dei capitali andata assai più a rilento degli altri settori dell'economia industriale) svolgono 1 due terzi delle loro operazioni valutarle al di fuori del canali della Cee, basti pensare il giro d'affari con il Nord America e 11 Terzo Mondo. Ha precisato che «é di sapore mercantilistico l'opinione secondo cut l'uscita di capitali è perdita secca di risorse per'un Paese» ed è ancora più erroneo tentare di bloccare questo fenomeno con «leggi eccessivamente punitive». Nella sua relazione, letta dal sottosegretario Manfredi 11 ministro Oorla ha preso in esame in termini storici le motivazioni che nel 1976 avevano portato alla ormai superata legge «159», poi ha aggiunto che ormai la fantasia di chi vuol esportare capitali è maggiore della burocrazia ehe pone vincoli, cosicché si arriva solo a una situazione normativa «di nocumento alla nostra bilancia dei pagamen- tu Paolo Lingua

Luoghi citati: Europa, Genova, Gran Bretagna, Italia, Nord America, Roma