Si potrà mantenere il cervello giovane?

Si potrà mantenere il cervello giovane? La Terza età e il decadimento cerebrale Si potrà mantenere il cervello giovane? E' solo sempre triste arteriosclerosi ed esistenziale solitudine — da «colpa primaria» degli anni e da «colpa aggiunta» della società — quel decadimento cerebrale che, nell'anziano, può portare a diminuzione della memoria, disorientamento tempora-spaziale, ridotta capacità motoria, labilità emotiva o indi/)'ereti-' ea, all'ambiente? Oppure c'è1 modo, farmacologico o non, infrenare — mèglio ancora se giocando d'anticipo» sul rischio, a partir dai 50 anni —la cosiddetta Inevitabile spinta dell'età,' .vèrso le alterazioni mentali, conoscitive, affettive e comportamentali dell'Invecchiamento cerebrale? Nel 1990 — missili e altre cosette atomiche permettendo —.saremo forae 11 milioni e più, in Italia; noi ultrasessantenni: e il problema che già oggi, a livello individuale e socioeconomico, ha 11 peso che sappiamo, potrà davvero assumere dimensioni corali II numero di famiglie con anziani in casa è pressoché raddoppiato negli ultimi decenni: e la società corre versò il «pieno» della terza età con a rimorchio il problema biologico ed esistenziale di chi, tra gente sèmpre più frettolosa è intollerante, si trova solo, vecchioe «nonpiù all'altezza». E' dall'esterno o dall'Interno, che può venire l'antidoto? Dall'amore della famiglia e della società (ammesso che quell'ideale modello sia mai 'storicamente esistito), oppure, dalle «strutture» (che non siano certi «ghetti» di Paesi del Nord dovè l'anziano, tra l'altro, deve ogni giorno sopportar anche la presenza dell' «animatore sociale»), oppure dai farmaci? Anche dal farmaci, non c'è dubbio: purché, finalmente, , non siano solo più quelli con cui abitualmente oggi si tengon «fermi e tranquilli» gli anziani, più per comodità nostra che loro. Questi sono indubbiamente anni di verificati progressi e di entusiasmanti promesse nel campo dei farmaci -attivatori del substrati di energia, cellulare cerebrale-. Ne fa fede il recente Convegno Scherlng, a Berlino, su «Neurotrasmettltorl e sistema nervoso centrale» (W. Kehr, R. Horowski, R. Schlechen) dove si è affermata la possibilità — con farmaci che agiscano più sul'l'.acceleratore» che sul «freno» — della più selettiva manipolazione , chimico-farmacologica dèi comportamento, del tono motorio, della memòria e.della vigilanza. E ne fa fede il recentissimo XI Congresso internazionale U.C.B. su «Farmaci nootropi., Roma (R. Paolettl, N. A. Lassen, A. Agnoli, F. S. Feruglto), che ha messo a fuoco l'importanza del «piracetam» come capostipite di una nuova linea di farmacologia a precisa azione di attivazione molecolare cerebrale. L'invecchiamento cerebrale — che non è obbligato sinonimo di arteriosclerosi — è dovuto in gran parte al deficit di -neurotrasmettitori» e «neuromodulatori» (particolari sostanze neuro-ormonali per il trasporto degli stimoli nervosi), al deficit di 'recettori» (la rete di specifici «sensori» cellulari per la ricezione e la elaborazione degli impulsi neurotrasmessi) e, in particolare, al deficit di disponibilità di substrati metabolici energetici. Al Congresso di Roma, la moderna,tecnica della. T.E.P. (tomografia a emissione di positroni) ha. dimostrato — con tutta l'impassibile obbiettività dell'elaboratore'' che «conta» i positroni dell'attività cerebrale e U traduce in fo togrammi di «funzione istan tanea» — che la dove esistono aree cerebrali a depresso metabolismo, la molecola «piracetam» ha indubbia azione di «attivazione». Via aperta quindi — o per lomeno promessa per l'uomo e per la società—alla preveiv zione e- terapia del cervello che ammala o invecchia per sopravvenuto torpóre nella disponibilità di materiali e di rete di trasmissione energe tleaf EzioMInetto

Persone citate: Agnoli

Luoghi citati: Berlino, Italia, Roma