Festaval de Paris senza i baroni jazz

Festa vai de Paris senza 8 baroni jazz S'inizia stasera al Théàtre de la Ville; risparmio e talenti emergenti Festa vai de Paris senza 8 baroni jazz PARIGI — Il jazz che durante l'estate si abbandona al sole della Costa Azzurra ritorna, con le nebbie autunnali, a respirare 11 fragore della metropoli e Incomincia proprio a Parigi la grande stagione del concerti Internazionali con 1 homi che fanno cartellone, che fanno discutere. Il quarto Festival de Paris si Inizia stasera nel Théatre de la Ville e si concluderà il 1° novembre. Alcuni nomi americani (Paul Motian, Jack De Johnette, George Lewis, Sun Ra) e altri europei (In primo plano quello del violinista Didier Lockwood) si alterneranno in scena durante una rassegna che pare organizzata con acume critico ma anche In economia: mancano Infatti quel «big», quel «baroni» che da anni danno lustro al festi¬ val di tutto 11 mondo. Anche a Parigi si è tenuto conto dell'alto còsto imposto da un dollaro che vola in alto e quindi le scelte dei produttori si sono limitate a musicisti non troppo vicini alla condizione di star. L'operazione dovrebbe consentire di dare spazio — per una volta — a quel talenti emergenti o comunque sempre compressi in quel limbo riservato agli eterni «aspiranti». Tra gli europei invitati svetta il nome di Didier Lockwood (sarà di scena dopodomani), l'ultimo grande violinista della tradizione francese (gli altri sono l'Intramontabile Stephane Drappelli e il modernista Jean-Luc Ponty), un giovane ormai nella piena maturità, un solista di cui si .parla da qualche tempo e che ora a Parigi appare in primo plano per la consacrazione Internazionale. Didier ha già suonato (In jam sesslon a Nizza) con Dave Brubeck, Herble Hancock e Tony Williams, santoni del jazz macìe In Usa. Al Festival di Montreux, una giuria di specialisti lo ha eletto «miglior violinista del mondo» durante due occasioni (nel 1981 e nel 1982). Grappelli è tra gli scopritori del talento di Lockwood di cui lntessé le lodi nel giorni degli esordi. Didier ha suonato pure in Italia dove non ottenne un grande successo, forse perché aveva scelto di presentarsi con un gruppo «fuslon» dove il jazz cercava di coabitare accanto a formule e mode «funky». Franco Mondin! Didi Didier Lockwood

Luoghi citati: Italia, Nizza, Parigi, Usa