Béjart: «Il mio balletto contro l'atomica da un'idea del "vescovo rosso" Càmara»

Béjart: «H mio balletto contro l'atomica da un'idea del "vescovo rosso" Càmara» Il coreografo parla del suo spettacolo che debutterà il 13 dicembre a Bruxelles Béjart: «H mio balletto contro l'atomica da un'idea del "vescovo rosso" Càmara» BRUXELLES — «/o non saprei credere In un Dio die non sappia dannare*. Questa epigrafe di Nietzsche era apposta da Maurice Béjart alla sua Messe pour le temps présent, rappresentata nel 1967 ad Avignone e poi entrata nel repertorio del Ballet du XXme siede. A quella ormai famosa messa danzata laica, Béjart ne sta facendo seguire una seconda che si intitola. Messe pour le temps futur. Sorprendentemente 11 soggetto è stato proposto da monsignor Helder Càmara, il brasiliano «vescovo rosso» di Recife, che si batte strenuamente per 11 terzo ' mondo. Càmara, inoltre, nei prossimi giorni porterà in Italia (11 20 ottobre al Conservatorio di Milano) un suo oratorio su musica di Kelllng di cui egli stesso sarà «voce recitante». Béjart sta provando con la sua compagnia, visibilmente claudicante ancora dòpo l'incidente che lo scorso anno gli ha fatto sospendere alcuni spettacoli, compresa la creazione Dyonisos per la Scala, che andrà in scena il prossimo giugno e alla quale lavora già molto attivamente. Anche stavolta sarà Nietzsche ad ispirare Béjart, che ha con temperato la visione del mito greco ispiratore della danza con AI di là del bene e del male. C'è anche un ricordo di Wagner: insomma un intréccio di temi cari all'ispirazione del coreografo di Marsiglia, già messi in evidenza dalla scelta delle musiche di Wagner, Beethoven e dal repertorio folcloristico greco. Le scene di Dyonisos saranno del pittore giapponese Tadanorl Yoko, 1 costumi di Gianni Versace, ormal lanciatissimo nel mondo del balletto alla Scala dopo la collaborazione con Russino. Intanto Béjart è a buon punto con la sua Messa che andrà in scena al Clrque Royal di Bruxelles il 13 dicem¬ bre, preceduta da altri spettacoli di repertorio già visti in Italia come Eros thanatos, Sagra della primavera e Violin concerto di Stravinsky. La novità impiegherà sessantacinque danzatori di ogni Paese (c'è anche l'Italiana Maria Grazia Galante) compresi alcuni allievi del «Mudra», laboratorio bejartiano che ingrossa le file della compagnia. Il Ballet du XXme slècle è appena tornato da un giro negli Stati Uniti e In Canada e si prepara alla sua stagione Invernale in sede prima di trasferirsi a Parigi in febbraio, dove replicherà questa Messa insieme ad una nuova produzione che si intitolerà Baudelaire e sarà, naturalmente, una sorta di «biopic» in danza del poeta del Fleurs dumàl. Per la sua Messe pour le temps futur Béjart ha scelto musiche varie, come fa spesso. Stavolta più che mai voglio musica popolare e religiosa di tuttii popoli e di tutti i continenti-. Una vera musica ecumenica. Sul balletto poche anticipazioni. Si sa soltanto che il tema sarà la paura, la grande paura del futuro atomico e apocalittico che attanaglia gli uomini di oggi. «L'idea del futuro ciperseguita, ci affascina e ci respinge». E sarà anche «uno specie di manifesto contro la degradazione del valori' caratteristica della gente del nostro tempo. Per ora non è prevista uria trasferta italiana della Messe. Ma. normalmente, gli spettacoli di Béjart vengono rodati un palo di anni prima di ventre trasferiti in tournée. A meno che si tratti, come nel caso di Dyonisos, di commissioni di un teatro, come la Scala che non è la prima volta che tiene a battesimo una creazione del coreografo francese. Luigi Róssi