Boomerang nella tenda di Gheddafi di Igor Man

tenda di Gheddafi CHE COSA CE* DIETRO LA NUOVA CAMPAGNA ANTI-ITALIANA DI TRIPOLI? tenda di Gheddafi I magazzini del «benessere rivoluzionario» ora sono spogli - La crisi petrolifera e le spese militari costringono la Libia a una dura austerità - C'è un'atmosfera da Albania mediterranea - Il colonnello ha sempre più difficili rapporti con la burocrazia, la borghesia, i militari di mestiere - Ma i giovani sono con lui ■ Sul suo tavolo la storia di Mitridate DAL NOSTRO INVIATO TRIPOLI — Un fante con le molletttere e il casco coloniale, come lo illustrava Beltrame, solo che brandisce una croce macchiata di sangue. E ancora un enorme cappello d'alpino sormontato da ima civetta a gravitare sopra un teschio. L'ultima iconografia gheddafiana è questa, ossessivamente ripetuta in migliaia di manifesti che tappetano Tripoli. Infine, sotto i portici che guardano {'antica residenza di Balbo, una lunga teoria di stinte riproduzioni d'antiche fotografie ahimè autentiche: erano negli archivi del governatore fascista della Libia e documentano la repressione di Oraziani in Cirenaica negli anni della cosiddetta ticonquista (italiana). Mostrano grotteschi e, al tempo stesso, truci personaggi col casco coloniale di antica foggia e uno scudiscio in mano, sovrintendere a impiccagioni di massain quadrilateri di terra battuta, delimitati da miserevoli capanne. Rogassi in blue-jeans, ragazze in divisa verde, le unghie laccate di rosso, e anziani dall'espressione impenetrabile guardano i manifesti, le terribili fotografie. In silenzio, chi sorseggiando bibite dalle lattine, chi fumando nervosamente. Domando in inglese, che qui è la seconda lingua, a un ragazzo dall'aria, sveglia cosa vogliono dire quel manifesti, le fotografie. Risposta: «E' 11 colonialismo italiano con le sue infamie». Tutfintorno rugghia un traffico caotico, con le automobili che corrono all'impazzata in un polifonico urlare di clacson. Macchine di grossa cilindrata cercano di soppraffare-utilitarie italiane e nipponicìie, terrorizzando con i loro sorpassi sui cigli rari pedoni. E' strano ma per le vie del centro si incontra poca gente che va a piedi, tutta la zona di quella che fu la Tripoltdi ttedlci.annlfa-i.ogr. gl l'arengo di una tumultuosa glmkana automobilistica piena di incidenti. E dove la città s'allarga e si espande è un cavalcar d'orribili costruzioni che riecheggiano lo astile '900', a mortificazione di qualche palazzina Liberty sopravvissuta non si sa come. Il suk, che ancora due anni fa resisteva all'assalto del lussuosi «magazzini del popolo» in vetrocemento, straripanti bendiddio, dalle mazze da golf ai biscotti inglesi, dai vestiti italiani alia biancheria francese, è un deserto calcinato dal sole. Giusto nella primavera del 1981 Gheddafi assestò un calcio alla filosofia del bazar, un fatto culturale vecchio di millenni, per aprire al popolo i magazzini del benessere rivoluzionario Oggi sono spogli della bella roba seguita alla compiaciuta inaugurazione, solo al plano terreno funzionano spenti supermercati, davanti ai quali si snodano interminabili file di gente rassegnata ad attese lunghissime, spesso coronate dall'insuccesso: certi giorni scarseggiarlo pure i generi di prima necessità. Fino a due anni fa a guardare il porto dt Tripoli veniva il capogiro: centinaia e centinaia dt navi si assiepavano ai moli rimanendo alla fonda durante settimane o mesi. In una gran confusione, i mercantili scaricavano su una vasta distesa di cemento (la gigantesca banchina costruita a.tempo di record da una ditta giapponese, inghiottendo la spiaggia e duecento metri di mare) tonnellate e tonnellate di .merce perloppili superflua. '■ ■ > oò I •OrtìiaV'mAnistcro deliaco- nomta dicono che la Libia •ha voltato pagina», che la crisi petrolifera (cioè l'eccesso dt offerta del greggio) «ci ha costretto a polare i piedi per terra, a non camminare più sulle nuvole». Una volta accadeva che sbarcassero S milioni di reggipetti quando la popolazione femminile della Libia rivoluzionaria non supera il milione e mezzo. Oppure tonnellate dt medicinali scaduti o -centinaia di contenitori colmi di palline da golf. Fino a due anni fa era lo spreco, oggi l'austerity, è una realtà sgradevole che tormenta la povera gente e accentua il mugugno degli ultimi epigoni della borghesia compradora. Si sente dire: «Piuttosto che destinare il 40 per cento" del bilancio alle forze armate, perché non si pèhsa a'plànirìcare friforhimentl di frutta, marmellata, farina, ecc.? Noi libici siamo gente pacifica, invece ci tocca vivere col cardlopalmo: ogni giorno una nuova impresa, ogni giorno una minaccia a questo o a quel Paese che diventa subito un boomerang». Oli umili non parlano, ma le facce di molte persone ricordano l'espressione fissa e rassegnata del cittadini di Tirana. Ecco, per molti versi Tripoli, non dico la Libia intera, ricorda l'Albania. Un'Albania mediterranea che sembra nascondere sotto l'orpello del boom edilizio sofferenze molteplici catafratte nel silenzio della gente comune. 1 baschi blu (la polizia militare) non va per lì sottile; la ferma militare dura cinque anni e tutti t Ubici abili, dai 16 ai 60 anni, sono costretti ad addestrarsi un mese e mezzo ogni anno. Prima la campagna anttcorruzlone ("«Siete un popolo di infingardi, nessuno vuol lavorare, avete tre televisori e una media di quattordici elettrodomestici per famiglia ma a mandare avanti la baracca sono I lavoratori stranieri, vergognatevi!», tuonò nel 1980 il colonnello); poi la dura austerità hanno finito con lo scontentare un po' tutti. I proprietari dt case che si son vlstt sottrarre gli alloggi dagli inquilini, i proprietari terrieri cui hanno confiscalo l poderi, primi fra tutti t religiosi, che, fra l'altro, accusano Gheddafi di flirtare col diavolo perché nel suo Libro Verde non c'è alcun riferimento alla Sunna, oSorma (il complesso delle tradizioni che riportano tutto dò che il Profeta avrebbe detto — gli Hadtth —, e fatto). E ancora t commercianti e slnanco i militari dt carriera. Ma allora, chi è contento di Gheddafi? I giovani. Su tre milioni e mezzo di abitanti, dt cui 500 mila stranieri allineino, essi sono piti della metà della popolazione. Un milione dt ragazzi frequentano le scuole, dalle materne alle superiori. Hanno accettato con entusiasmo l'addestramento premilitare, specie le ragazze che nella divisa, nei moschetti han visto lo strumento della loro sospirata emancipazione. Durissimo con gli anziani, il colonnello è oltremodo condiscendente col giovani con i quali si incontra spesso. A loro beneficio ha allentato un po'il rigore moralistico e oggi si vedono nei giardini pubblici coppiette che si tengono per mano. E' al giovani che Gheddafi ha affidato i 'Comitati rivoluzionarli che fanno vivere la Libia in un eterno Sessantotto. Ci sono 'Comitati rivoluzionari' perfino nell'esercito e spesso accade che un imberbe tenentlno riesca, con una assemblea, a fare rimangiare a un colonnello questo o quell'ordine dt servizio. II settimanale Marcia Verde, organo dei comitati rivoluzionari, è recentemente partito lancia in resta, nel quadro della lotta alla corruzione, proprio contro l'esercito «residuo della vecchia società». Un editoriale era intitolato: 'Esercito: hashish e frivolezze' ed elencava una sfilza di presunte nefandezze commesse dagli alti gradi: dal traffico di stupefacenti alle bustarelle, dalllmportaeione di alcol e film pornografici al controllo del mercato nero. Gheddafi ha preso le distanze dallo scritto invero violento, ma ha ripetuto più volte che l'esercito dovrà essere sciolto, «un giorno o l'altro». Secondo notizie non controllabili, due tentativi di colpo di Stato militare sarebbero stati sventati nell'ottobre dell'anno scorso e nel gennaio del 1983. Naturalmente Il governo libico ha definito «ridicole, prive di fondamento» le voci di golpe, ma. è un fatto come l rapporti fra il colonnello e l'esercito di carriera stano tutt'altro che idilliaci. Ed è per tutto ciò; la sua fede nei piovani (che lo adorano), il suo difficile rapporto con la burocrazia, con la bor¬ ghesia e con t militari di mestiere, che l'ultima alzata dingegno di Gheddafi, vale a dire la pretesa che l'Italia paghi per «i delitti commessi durante 35 anni di colonialismo», non può non preoccupare. I giovani hanno un nuovo altare su cui bruciare la loro fede: la lotta contro il colonialismo duro a morire, hanno il solito bersaglio contro cui accanirsi: l'Italia. Ogni 7 ottobre la Glamahiria Ubica celebra l'anniversario della cacciata dei «fascisti italiani». Nell'occasione il colonnello pronuncia un discorso, avendo accanta a sé, sul palco, ex combattenti ultrasettantennt, avvolti nel tradizionale barracano bianco. Il discorso del 7 ottóbre dt quest'anno è stato particolarmente duro: come si sa Gheddafi ha chiesto che l'Italia paghi le sue colpe colonialtste. E nella conferenza stampa concessa agli inviati delle più importanti testate italiane, venerdì 13 ottobre, ha rincarato la dose affermando che a cospetto dei nostri delitti quelli di Hitler impallidiscono. Perché quest'ultima fuga in avanti? A Rimini, al convegno euroarabo del 'Pio Manzù; l'ambasciatore Ubico a Roma ha smentito che la Libia voglia con questa mossa azzerare i debiti verso le industrie italiane (alllndrca 1000 miliardi di lire). E allora cosa c'è dietro questa nuova 'messa solenne per Colonnello e orchestra'? Forse il bisogno di esorcizzare un 'pericolo' che Gheddafi, con la sua sensibilità esasperata, sente avvicinarsi. Nella piccola tenda beduina dove ha ricevuto i gtornaUstt italiani, protetta da un cordone dt sicurezza dt 40 metri, con intorno bunker da cui spuntano i cannoni ad alzo zero del carri armati, ho visto sullo spartano tavoltnetto da lavoro di Gheddafi, accanto alla branda militare, un Ubro su Mitridate. Converrà ricordare che Mitridate il Grande (132-63 a. C), acerrimo nemico di Roma, dopo aver vinto il possibile fu sconfitto da Lucullo e Pompeo. Lasciata la reggia del Ponto, dal Mar Nero si rifugiò nella Scizia. Infine, tradito dal figlio Farnace, Mitridate decise di suicidarsi, ma non riuscendovi col veleni al quali era da lungo tempo assuefatto, si fece uccidere da un ufficiale. Come tutti gli eruditi, ti leader della Giamahiria è un gran divoratore di libri. Vien fatto di domandarsi, tuttavia, se il volume su Mitridate, che in queste sere compensa la sua abituale insonnia, sia capitato per caso nella tenda beduina di Gheddafi o sic stata una scelta precisa delI Insondabile colonnello. Igor Man Tili Sld i i Tripoli. Soldatesse in parata: le ragazze libiche hanno visto nella divisa lo strumento della sospirata emancipazione