Emigrati di lusso nel mito di N. Y.

Emigrati di lusso nel mite di N. Y. PRIME FILM; «Lontano da dove» Emigrati di lusso nel mite di N. Y. Lontano da dove di Stefania Casini e Francesca Marciano, con Victor Cavallo, Monica Scattini, Franco Schlpani, Claudio Amendola, Stefania Casini. Produzione italiana a colori. Commedia. Cinema Ohaplln Uno di Torino. Cinema Capranica di Roma. Cinema Vip di Milano. Chi non ha una patria non può soffrire la lontananza, può stare In un luogo lontano e chiedersi 'lontano da dove?», come nella storiella ebraica della Mitteleuropa che ha già dato il titolo a un libro del saggista Claudio Magris. Ma chi ■Ita per patria Roma o, per stare grandi, l'Italia, quando va all'estero si sentirà lontano? E da dove? Caspita, dalla cultura di casa, dalla chiacchiera romanesca; da una pena e da un'allegria di vivere che ha alle spalle un lungo disincanto. I personaggi di Lontano da dove sono divertenti esuli dell'Italia giovanllistica; non sono partiti per bisogno, ma per voglia di cambiare e desiderio d'America. Negli anni scorsi pare si sia formata a New York una piccola colonia di ragazzi scappati di patria, pronti a riconoscersi e a recitare insieme volendo crederci, la leggenda della capitale del mondo. Stefania Casini e Francesca Marciano, ex attrici, giornaliste televisive, girovaghe eclettiche hanno pensato di fare un film sui ragazzi italiani di New York, il loro primo film, artigianale, molto garbato, pungente soprattutto per quello che sottintende. Certo, la presenza in concorso al festival di Venezia è stata per il film un'arma a doppio taglio; certo, la pubblicità troppo Insistita, le polemiche sugli sponsor (le due registe portano etichetta socialista) non hanno aiutato la serenità dei giudizi. .Mfil'apetat. curipsamente doppia, non è il ritratto di macchiette contemporanee (del resto, non sempre calibrate), è il resoconto ironico di un mito vissuto al di sopra delle proprie possibilità. Tutti millanta■no con se stessi un credito die non hanno. La brutta-brtllante Monica Scattini fa la cameriera sperando di far l'attrice, il rockettaro lucido Franco Schipani si sostiene con superdosl di chiacchiera come un personaggtno di Verdone, la mondana Casini insegue un ritmo di vita che interpretato da lei diventa ridicolo. Per fortuna, a ristabilire lintelligente mediocrità c'è un Victor Cavallo In forma, flnalmentenon antipatico. Quanto al resto, tutto vuol mimare la finta spontaneità, si recita l'alba davanti a Manhattan come epigoni di Moretti, si cerca l'aneddoto come liberazione quando l'ironia non tiene. Ma, appunto. Lontano da dove, é un film utile se si accetta nei limiti della sua scommessa e se si fa tesoro dell'imbarazzo antinewyorchese clic suscita, s. r. Stefania Casini