Roma, protestano i liberi professionisti «Il governo ci trascura e ci discrimina»

Roma, protestano i liberi professionisti ci trascura e ci In un'assemblea denunciano la doppia contribuzione sociale Roma, protestano i liberi professionisti ci trascura e ci DALLA REDAZIONE ROMANA. ROMA — Contro la doppia contribuzione sociale di malattia a carico dei liberi professionisti, prevista dal decreto-legge n. 463 del 12/9/1983, attualmente all'esame del Parlamento, numerosi professionisti provenienti da tutta Italia, in rappresentanza di quasi tutte le categorie libero-professionali, hanno dato vita ad una manifestazione di protesta organizzata al Cinema Adriano dal Comitato unitario permanente delle libere professioni. Il nuovo organismo è stato costituito poche settimane fa su iniziativa della Federazione nazionale Ordini dei medici (Fnom) e ha avuto la piena adesione degli Ordini nazionali e dei Collegi professionali di medici, ingegneri, avvocati, biologi, architetti, chimici, notai, geologi, attuari, farmacisti, consulenti del lavoro, geometri, ostetriche, infermiere professionali e tecnici di radiologia. I lavori sono stati aperti dal prof. Eolo Parodi, presidente nazionale della Fnom, il quale ha illustrato le ragioni che hanno indotto gli ordini e i collegi professionali a dar vita al Comitato permanente. •L'art. 14 del decreto-legge n. 463 prevede al secondo comma per tutti i liberi professionisti, compresi quelli che siano nello stesso tempo lavoratori dipendenti o titolari di pensione, l'obbligo di versare, non soltanto la quota in misura fissa ma anche la maggiorazione del 3 per cento sul reddito professionale imponibile ai fini Irpef—ha detto Parodi —. Assoggettare i professionisti- dipendenti o pensionati anche alla quota fissa costituisce una vera e propria discriminazione, poiché determina una doppia imposizione allo stesso titolo. E si tratta di un'imposizione priva di qualunque fondamento logico e giuridico. Per i Uberi professionisti, anche .se privi di I , I qualsiasi reddito- professionale, la quota fissa rappresentat la loro partecipazione minima necessaria per assicurarsi l'assistenza sanitaria garantita dal Servizio sanitario nazionale. Ma il professionista dipendente o pensionato partecipa già, e in maniera piuttosto cospicua, al finanziamento del Ssn mediante i contributi sui suoi redditi da lavoro dipendente». Parodi ha ancora ricordato che diversi pretori hanno già dichiarato non manifestamente infondata la questione di legittimità, al punto da richiedere una pronuncia al riguardo da parte della Corte Costituzionale. Contro questo caso di discriminazione in materia tributaria le voci ai condanna sono state numerose. Il decreto è stato infatti definito «iniquo, anticostituzionale, discriminatorio e vessatorio». Altri hanno sostenuto che la norma contestata è una vera e propria angheria, esercitata con spirito persecutorio, nei confronti dei professionisti. I motivi per definire assurda e iniqua questa norma, è stato ricordato, sono più d'uno. Esistono sperequazioni notevoli fra 1 contribuenti e fra soggetti che esercitano la stessa professione. Cosi gli iscritti alle mutue pagano contributi di misura diversa. Quelli che prima della riforma erano iscritti all'Inam pa- gano ancora i vecchi contributi é cioè 1'1,20 per cento, mentre gli iscritti all'Enpdep pagano 1*1,75 per cento e i dipendenti degli enti locali pagano il 2,90 per cento. E quest'ultimo è pròprio il caso di tutu 1 dipendenti degli istituti ospedalieri. Oltre a queste macroscopiche disparità fra' dipendenti di enti diversi c'è' poi quella fra dipendenti di uno stesso ente. Dopo che l'ingegner Terracciano ha tracciato un'analisi storica e sociale dell'evoluzione della società e del ruolo determinante che nel tempo hanno assunto le professioni, l'avvocato Valenzise ha elencato 1 provvedimenti legislativi di tipo punitivo che il potere politico emana ormai con periodicità costante e sempre più stretta a danno dei professionisti. ■ po dove ricopriva incarichi di alta responsabilità, come quello di direttore generale della Banca privata italiana, membro del comitato esecutivo Flnabank, direttore della Edilcentro Internazlonal, amministratore della Società Generale immobiliare, ecc. Uomo preparato dal punto di vista tecnico. Clerici, rispondendo alle domande del presidente Chiarolla e del pubblico ministero Viola nel corso dell'interrogatorio davanti ai giudici dell'ottava sezione del tribunale di Milano, ha sostenuto di aver sempre accertato la regolarità delle operazioni e di non avere, di conseguenza, mai pensato che vi fossero episodi di distrazione di fondi per coprire le esposizioni di società del gruppo Sindona. Clerici ha affermato che il via alle operazioni veniva da Sindona: compito del suo ufficio, che regolarmente lo svolse, era accertare la copertura finanziaria e il destinatario dei finanziamenti. «Certo —ha detto — le società con le quali. venivano stipulati crediti fiduciari avevano un ruolo strumentale, ma davano alle bandie le garanzie necessarie, offrendo in pegno le azioni delle società die andavano a comprare. Tutto il resto, e cioè lo scopo dell'operazione, essendo la nostra una struttura piramidale, spettava a Sindona».

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma