Handicappato e respinto? di Liliana Madeo

Handicappato e respinto? A Cagliari dibattito sulla prevenzione e il reinserimento Handicappato e respinto? Non esiste un censimento nazionale, ma si calcola che il problema riguardi dal 4 ài 7 per cento della popolazione ■ L'aspetto sanitario e gli interventi sociali e scolastici DAL N08TR0 INVIATO CAGLIARI — Secondo il rilevamento di un gruppo di esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità, circa il 25 per cento della popolazione nel mondo si trova in qualche modo interessata a un problema di Inabilità, comprendendo in tale conto sia le persone con handicap sia quanti sono a loro legati da necessità assi- | stenzlall e legami affettivi. A questa preoccupante stima si aggiunge, sempre da parte degli esperti, una non meno allarmante previsione: nel prossimo trentennio il numero degli handicappati non accennerà a diminuire, anche se all'interno del Paesi industrializzati avverrà una nuova distribuzione degli handicap, delle loro cause e relative categorie. Per quanto riguarda il nostro Paese, dal dati rilevati in | diverse regioni, si può ricavare per approssimazione un'ln- /cidenza dei fenomeni che portano alla -perdita di capacità . operativa- pari al 4-7 per cento della popolazione, con un'alta percentuale di individui colpiti in età evolutiva. Ma cifre esatte non esistono. Un censimento nazionale non è mai stato fatto. Esistono rilevamenti sparsi, ma la dlffe< renza del metodi usati impedisce di ricavarne un quadro che abbia una qualche con cretezza. Nel '79-11 ministero della Sanità, sulla base delle Informazioni comunicate da 309 enti pubblici e privati che gestiscono centri di riabilitazione, comunicava che 62.000 persone, lo 0,11 per cento del- ■vla popolazione, presenta 'handicap classificabile grave . e sottoposto ad assistenza-. •Per 11 ministero dell'Interno, nel 1980, gli handicappati al quali viene riconosciuta una indennità economica (ciechi, sordomuti, invalidi) sono 372 ..mila, pari allo 0,66 per cento della popolazione. Quanto questo problema Incida sulla collettività. In puri termini economici, non è ìnaLneppure stato calcolato. Non si sa, Insomma, quanto si "spènde. Eppure questo "èiiiho del termini da cui non si può prescindere a voler affrontare un serio discorso sulla prevenzione e la riabilitazione degli handicappati, intendendo per riabilitazione non solo il ricupero da un punto di vista sanitario che è l'obiettivo dell'intervento specialistico, bensì quell'Intero processo scolastico, sociale, lavorativo, ohe dovrebbe portare all'integrazione dell'handicappato nella società. E' la premessa culturale e politica che, oggi finalmente — dietro le spinte venute dal Paesi di lingua anglosassone, nel secondo dopoguerra — viene fatta quando si esamina la questione degli handicappati. Da questa premessa hanno tratto alimento le prime critiche al sistema sanitario nazionale, alle carenze legislative, al ritardi, le contraddizio¬ ni, le sfasature istituzionali, fin dalle prime battute del convegno sul tema «Nuove problematiche della riabilitazione-, iniziatosi l'altro ieri a Cagliari, promosso dall'Associazione italiana assistenza spastici, patrocinata dai ministeri della Sanità e della Pubblica Istruzione. -Craxi ha fatto un bellissl-. moprogramma, interessandosi per la prima volta al problema — ha detto il presidente del Consiglio nazionale dell'Alas, dottor D'Amato. — Peccato che la legge fInanelarla stia bloccando l'inserimento dell'handicappato nel mondo del lavoro. E questo significa vanificare tutto il lavoro per it ricupero fisico dell'handicappato, gettarlo in uno stato di irreversibile frustratone e regressione, facendone un pensionato a vita, magari un supertnvalido, con costi per la collettività inflnltamenteplù elevati'. ' Per il professor Bompiani, presidente della Commissione sanità del Senato, è fondamentale si l'intervento preventivo e precoce, la rieducazione specialistica e intensiva, e quindi un'organizzazione territoriale che renda possibile questo processo, ma è doveroso — ha sottolineato — che «una politica organica di riabilitazione si apra verso il sociale, con un grande sforeo da parte degli 'abili'per adeguare le situazioni ambientali e i propri comportamenti alle possibilità concrete di inserimento sociale manifestate dai 'dtsabtle'-. Nello sforzo per una riabilitazione integrale, ha detto, sono coinvolte una serie di discipline (biologia, statistica, fisiologia, economia), oltre a valenze psicologiche, culturali e antropologiche. Ha ricordato come esiste una gamma assai ampia di atteggiamenti anche legislativi di fronte all'handicap. In Cina, ad esemplo, alle vittime di Incidenti del lavoro provvede la comunità, mentre è la famiglia che si fa carico di quanti sono affetti da patologia congenita. In alcuni Paesi al concetto di diritto all'assistenza è stato sostituito quello di diritto-dovere all'inserimento del disabile. Un concetto, questo, che In altri Paesi ancora «viene contestato dagli Ideologi della tndipen-, dent living; che reagiscono alla promozione forzosa dell'inserimento lavorativo dell'handicappato, quale manipolazione della libertà della persona-. In Italia la situazione è tale che egli ha concluso 11 suo intervento facendo appello alla Costituzione, alla dignità umana, anche quella dell'handicappato e del disabile, che va promossa e rispettata. Liliana Madeo

Persone citate: Alas, Craxi, D'amato

Luoghi citati: Cagliari, Cina, Italia