Dopo l'esodo l'inferno dell'accampamento «Viviamo come porci, 6 nello stesso letto»

Dopo l'esodo l'inferno dell'accampamento « vìviamo come porci, 6 nello stesso letto» Dopo l'esodo l'inferno dell'accampamento « vìviamo come porci, 6 nello stesso letto» Lungo tutta la costa domiziana sono nati campi profughi - Spazi verdi occupati, villaggi improvvisati, baracche e tende che lasciano filtrare pioggia e umidità - L'attesa di aiuti e la paura di un inverno all'aperto iprivacy violata? 'Impossibile. Questa è la nostra vita*. Solo lenzuola appese, tante lenzuola che fanno da pareti. Assunta Cacace ha 35 anni: -E cinque figli, signore. Ho perso, •tutto, a 35 anni con 5 figli.. Adesso dicono che ci vogliono dare un contributo, adesso è il tempo delle promesse, le tireranno avanti per una vita. Ma ;noi come faremo a tirare avanti? Mio marito è bidello in una scuola elementare, possiamo anche star digiuni noi e i figli nostri. Ma non per tanto. Quello che ci vuole, ci vuole*. Ma c'è anche qualcuno che non si lamenta. Nella tendopoli di Licola c'è un medico, 11 vitto viene fornito gratis: «JVon è quello che facevamo a casa, ma è pur sempre un pasto caldo». Un'autobotte distribuisce acqua potabile. Ma poi: questi odori, le televisioni fra i letti a castello, anche 11 sole sembra infelice. *E' difficile farsi un bagno, i servisi igienici sono in comune e il disagio si fa sentire. La pollare entra dappertutto, ce la troviamo addosso, i bambini sono sempre sporchi*. E fra 1 disagi e le sofferenze si insinuano 1 dubbi. E una paura, antica: quella di sentirsi abbandonati, di dover affrontare da soli *questo inverno che sta per arrivare*. 'L'altro giorno pioveva. E per riparare la mia bambina l'ho coperta con le buste di plastica della spesa. Bisogna che succeda qualcosa, che si faccia qualcosa prima che le giornate siano tutte brutte. Ancora più brutte di queste*. I a. 1. | DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NAPOLI — I panni stesi, 1 ragazzi che giocano, le urla di, madri che chiamano 1 figli e le cantilene dei giradischi. Baracche fatiscenti e tende, tante tende, piantate cosi, attaccate una all'altra, e poi gli odori e 1 fornelli che bollono' l'acqua per la pasta e 1 crocchi di gente e gli sguardi senza speranze. Peggio del bassi, qui manca 11 calore e la sicurezza delle mura domestiche. Vivere nelle tendopoli: è un dramma che hanno conosciuto 11 Belice, il Friuli, l'Irplnla. E ora Pozzuoli, abbandonata da migliala e migliala di persone, dopo 1 primi giorni dell'ansia, quando per rabbia e per paura la gente si è infilata sulle strade del litorale a cercare notti più tranquille. Sono nati cosi 1 «campi profughi del bradisismo», disseminati lungo la costa domiziana, in ogni spazio di verde non coltivato. I terremotati si sono gettati addosso a questi rifugi, li hanno presi d'assedio, hanno Improvvisato villaggi tristi, a volte senz'acqua e senza luce. | Al «Cyrùs camping» di Licola hanno trovato precaria sistemazione una cinquantina di famiglie, poco più di 400 persone. Sono gli sfollati di via Napoli — la zona denominata di alto rischio, nel centro di Pozzuoli — quelli della prima ora, i primi ad aver cominciato l'esodo, all'alba di una domenica di settembre più terribile delle altre, in fila con le macchine stracariche di masserizie. Si sono portati dietro le loro cose, quelle ritenute indispensabili: 11 televl- Napoli. Blocco stradale di alcuni abitanti di Bagnoli, vicino a Pozzuoli, per richiamare l'attenzione delle autorità sullo stato di pericolo delle loro case, danneggiate dal bradisismo (Tclcfoto) meabilizzate e poggiano sul terreno a malapena coperto da un telo. L'umido al calar della sera entra nelle ossa e diventa pungente. «Qui ci ammaliamo, i figli miei si ammaleranno*. I ogni tenda ci sono almeno cinque o sei letti sistemati uno accanto all'altro o l'uno sopra l'altro a castello. Come risolvere il problema della piovuto, hanno dovuto correre i pompieri. Eravamo tutti allagati». •Questa non è vita, altro che terremoto. Qui ci sono anche i topi. Che schifo-. E Pasqualino De Filippo. 80 anni compiuti: ^Viviamo come porci, in un letto sei persone. Speriamo che finisca presto*. Le tende, protesta la gente, non sono sufficientemente imper¬ sore, il frigorifero, 1 materassi, un po' di biancheria, un fornellino. Fuori dalle tende montate dal miliari, le auto. Una madre di sei figli se ne coccola uno fra le braccia, iGesummio, quanto durerà ancora questo tormento? Credete che ci daranno presto una casa? Così non possiamo vivere. Oggi c'è ancora il sole, ma gli altri giorni, guand'è

Persone citate: Cacace, Pasqualino De Filippo

Luoghi citati: Friuli, Napoli, Pozzuoli