«Dateci cinque miliardi di riscatto» ma la famiglia ha soltanto 40 milioni

«Unteci cinque miliardi di riscatto» ma la famiglia ha soltanto 40 milioni «Unteci cinque miliardi di riscatto» ma la famiglia ha soltanto 40 milioni DAL NOSTRO INVIATO REGGIO CALABRIA — Dura ormai da 146 giorni l'angoscia di un uomo che ha avuto la moglie e il figlio di 9 anni sequestrati. Gli hanno chiesto cinque miliardi di riscatto, una somma che egli non riesce neppure a immaginare. Per aumentare la sua disperazione, i malviventi gli hanno recapitato, tramite la «Gazzetta del Sud» di Messina, una fotografia dei congiunti incatenati l'una all'altro. L'immagine è sconvolgente: gli anelli girano attorno al collo, si avvolgono ai polsi e scendono a impastoiare le gambe delle vittime. La donna, Fausta Rigeli in Lupini, 42 anni, ufficiale sanitario di Molochio e il figlio, Rocco, sono stati, rapiti il 18 maggio, pochi minuti di distanza l'una dall'altro; la dottoressa stava andando in laboratorio, il figlio a scuola accompagnato dal fattore, Giuseppe De Masi. Tre i banditi armati di fucile. Quel mattino il capofamiglia, Giuseppe Lupini, 45 anni, agricoltore, era a Sibari per affari. Lo hanno avvisato venti minuti dopo. Giuseppe Lupini ha 28 ettari di uliveto e cinque di frutteto. La sua proprietà non vale certo cinque miliardi. E in questo momento non riuscirebbe neppure a venderla per un pezzo di pane. Nessuno si farebbe avanti per acquistarla ^perché non si infierisce su un uomo die è già a terra- di-' cono. Lupini si trova in questa drammatica situazione e non sa come uscirne. Spera solo che le persone che tengono prigionieri 1 suol cari si accontentino di quel poco che può disporre: 40 milioni. Ma 1 banditi hanno fatto sapere che non scendono neppure di una lira. La fotografia era accompagnata da una lettera scritta dalla moglie e dal figlio evidentemente sotto dettatura. La donna lamenta «che sono passali quattro mesi e mezzo e ancora non hai fatto nulla per noi. So che ci hai valutato 20 milioni ciascuno, è questo il bene die vuoi a tua moglie e a tuo figlio?'-. Rocco aggiunge di non aver mal perso la fiducia nel padre «ma questa volta S0710 indeciso. Non credo die sci l'uomo da dimenticarti così presto di noi. Ti saluto nella speranza che farai il tuo dovere da vero padre e marito per la mamma-, -Questa è la mia situazione — dice Giuseppe Lupini che incontriamo nella sua palazzina immersa tra gli ulivi In contrada Mangrone di Molochio, sull'Aspromonte —. Non so die cosa fare, posso solo offrire 40 milioni-. Piccolo di statura, voce bassa che fatica a uscire dalla gola. 'Sono due mesi e mezzo die non ho più contatti con le persone die tengono i miei cari prigionieri — aggiunge —. La lettera e la fotografia le ho trovate pubblicate sul giornale il 29 set tembre. E' stato un colpo terribile, mia moglie e mio figlio legati come bestie...-. Secondo lei i rapitori sono di queste parti, chiediamo Lupini sospira. «£' gente die se gridiamo ci sente- e guarda dalla finestra il verde sbarramento degli ulivi carichi di frutti. 'Da noi chi ha un piccolo patrimonio è potenzialmente sequestrabile — aggiunge — e nella mia famiglia di sequestri, prima di questo duplice, ne abbiamo avuti quattro. Uno zio è morto con l'autista perché tentavano di difendersi-. Il possidente ha risposto al banditi tramite una lettera pubblicata sempre sulla Gazzetta del Sud». Si augura che sia stata letta anche dalla moglie e che quest'ultima sia riuscita a convincere i carcerieri 'die il marito non può dare ciò die non fia-. Ha anche scritto che è «doloroso vedervi così duramente provati per colpe da i>of non commesse-; una frase emblematica. Reggio Calabria, madre e figlio sono prigionieri da 146 giorni

Persone citate: Giuseppe De Masi, Giuseppe Lupini, Lupini

Luoghi citati: Messina, Molochio, Reggio Calabria