L'amaro giovedì dei titoli bancari di Renato Cantoni
L'amaro giovedì dei titoli bancari 11 «Ristretto» tocca nuovi minimi, da mesi quotazioni in discesa L'amaro giovedì dei titoli bancari Da.molto tempo il giovedì è una giornata amara per. le centinaia di migliaia di azionisti degli istituti di credito: appaiono infatti sui giornali le quotazioni del «mercato ristretto» che una volta la settimana — il mercoledì — ha luogo a Milano, principale centro di intermediazione mobiliare del nostro Paese. 1 ribassi sono spesso vistosi, attraverso scambi di una certa entità, segno che la tendenza al disinvestimento si allarga notevolmente. Mercoledì scorso l'indice Ibi (10 maggio 1978 uguale 100) ha segnato con 327,27 l'ennesimo minimo dell'anno, quasi la metà del massimo toccato nel 1981. Se si tien conto della modestissima remunerazione reale, si può affermare che chi ha acquistato titoli bancari nel' momento del «boom» ha perduto effettivamente due terzi del capitale. E' questo lo scotto bruciante che pagano coloro che. hanno commesso un grave errore di valutazione comprendendo le azioni delle banche — e particolarmente quelle delle Banche popolari — nel settore dei «patrimoniali», dando troppa importanza alla voce «avviamento». Hanno peccato di eccessivo ottimismo anche quelle' aziende di credito che gravarono di un fortissimo sovrapprezzo le azioni di nuova emissione. Non sono rari i casi di quotazioni oggi notevolmente al di sotto del prezzo, richiesto negli ultimi due anni per gli aumenti di capitale. Da qui delusione e rimostranze dei soci e imbarazzo delle banche, che non sono irW?FfeSd,fr&fl?rfi.J9,.?n<laf? di realizzo-che hanno impe- ìgMtoigrp^oquafltitArftti dero naro per difendere i corsi dei propri titoli. E' a causa di queste difese che i prezzi stanno calando esageratamente. L'acquisto di azioni proprie, se non espressamente autorizzato dalle assemblee dei soci accantonando all'uopo una parte degli utili di esercizio, è consentito in misura modestissima dalla legge al solo scopo di mantenere un'indispensabile elasticità di mercato. Se ne sono accorti gli amministratori e i funzionari del fallito Banco Ambrosiano, che si sono visti incriminare per avere acquistato ingenti quantità di azionj. de! Banco stesso al momento dclrintroduzipn^rfll Jsljn'c^uffji |, ciale del titolo. qqcpnadlcdqp,( Ora nessuno vuol correre questo rischio e le quotazioni qualche volta scendono verticalmente per assenza di compratori. 1 risparmiatori devono però fare bene attenzione a non esagerare: molti valori di buone banche sono scesi a livelli eccessivamente sacrificati e, per chi non ha immediata necessità di denaro liquido, non è una bella pensata vendere oggi, lasciandosi trascinare da un eccessivo pessimismo; Basti un esempio. La fianca Nazionale dell'Agricoltura, il più importante Istituto ,di credito privato italiano, due anni'TaJaVeW*B^gnmto (unj vaiata Waitste^t&ài tre 2 mila miliardi; mercoledì 7 ottobre valeva invece circa 750 miliardi, vale a dire meno dei mezzi propri. L'avviamento, un tempo ipervalutato, è sceso ora sotto zero. Non. si tratta degli effetti di qualche rovinosa insolvenza, per-' che il contenzioso di questa banca è in linea con quello medio, del settore e non tale da compromettere la solidità e la redditività dell'istituto. Considerazioni analoghe potrebbero essere fatte per gli altri pilastri del mercato ristretto, Banca Popolare di Novara, di Milano, di Bergamo e Credito Bergamasco. Lo stesso comportamento mostrano i bancari trattati al. terzo mercato. In una simile situazione è diventato assai positivo raccogliere nuovi capitali necessari per riequilibrare i mezzi propri dinanzi all'in' cremento dei depositi incessali te me me aumentati a causa dell'inflazione. Non hanno perciò tutti i torti quegli amministratori che contestano l'impressione di eccessiva buona salute delle aziende di credito nei confronti del resto delle imprese. Gli anni immediatamente successivi alla riforma tributaria del 1973 sono stati effettivamente grassi per le banche, che hanno beneficiato anche delle impennate inda zionistiche e della solita vi schiosità del sistema creditizio nella crescita dei tassi passivi; ma ora che i tassi tendono a scendere i profitti comprimono. In quanto alle polemiche sulla validità del mercato ristretto, ristrutturato nel 1978 è inutile cercare colpe esterne: è nato male e sin dal principio, er^ evidente che non sarebbe servito agli- scopi "che fefcnicjrfj^nftprpppsii, , Renato Cantoni
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