Cutolo vince la sua guerra contro i giudici di Napoli di Francesco Santini

Cutolo vince Ica sua guerra contro i giudici di Napoli Ci vorrà ancora molto tempo per giudicare la Nuova camorra organizzata Cutolo vince Ica sua guerra contro i giudici di Napoli Per il boss di Ottaviano è stato il primo successo dopo mesi di sconfìtte (i pentiti, i dissociati, le retate) - In carcere ha brindato al trasferimento del processo - Per le elezioni di Napoli, don Raffaele può ancora offrire voti DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI — Il dramma della città s'avverte a Castelcapuano, nel deserto del Palazzo di Giustizia, abbandonato dal giudici nella giornata di sabato. Il processo Cutolo è saltato: Napoli e i suoi magistrati hanno rinunciato alla sentenza contro la Nuova camorra organizzata. Per giudicare l'uomo che mise a ferro e fuoco la città, ci vorrà altro tempo. L'Industria criminale del boss di Ottaviano, una volta ancora, ha vinto sullo Stato e dal carcere di Ariano Irplno s'apprende che, una volta ancora, Cutolo e 1 suol luogotenenti si sono lasciati andare ad un brindisi. Nel silenzio di Castelcapuano c'è, al lavoro, soltanto un magistrato: è il giudice istruttore Gennaro Costagliela, l'uomo che per quindici mesi ha messo In piedi il processo alla Nuova camorra organizzata, 42 fascicoli, centinaia di nomi, migliaia di pagine. Documenti, fotografie, bobine e trascrizioni. Un anno e tre mesi della vita di un magistrato per sconfiggere e giudi' care quell'esercito di killer che ha segnato nel sangue le giornate napoletane degli ultimi anni al ritmo di un morto ogni ventiquattr'ore. Costagliola è sconcertato. Quattro udienze e, Infine, due ore di camera di consiglio, venerdì sera, per accogliere le eccezioni della difesa e cedere ai giudici di Santa Maria Ca pua Vetere la possibilità di chiarire, sino in fondo, le collusioni e 1 misteri della Nuova camorra : duemila «dipendenti: un Consiglio d'amministrazione, un centro di assistenza legale, estorsioni, ogni anno, per duecento miliardi, attività diverse, dal contrabbando alla droga, dagli appalti al traffico dei voti, dai contatti con i servizi segreti alle storie di eversione meridionale. Nella sentenza di rinvio a giudizio, il giudice Costagliola ha sostenuto che •l'impressionante espansione della camorra è avvenuta, a Napoli, proprio quando sempre più grave si è mostrata la latitanea dello Stato». E questa latitanza il magistrato l'ha avvertita anche nella sera di venerdì, quando il tribunale ha rinunciato al giudizio. Cosi, ad una camorra che si è data una struttura Istituzionale, ricalcando il profilo di «Stato nello Stato», la magistratura ha risposto con un rinvio. A, un'associazione criminale che si è organizzata in potere -istituzionale», dove l'esecuzione segue la sentenza in tempi rapidissimi, i giudici della città hanno risposto prendendo tempo. Adesso il processo passa a Santa Maria Capua Vetere perché sei imputati su centosessanta, responsabili di; estorsione, avrebbero commesso il reato tra Aversa e Caserta, spostando su altri magistrati il dovere del giudizio. Ma Santa Maria Capua Vetere non ha strutture sufficienti per il dibattimento. .Era sufficiente—dice Costa-: gitola — stralciare queste po-' steloni e lasciare la sostanza del processo a Napoli, nel tentativo di chiarire sino in fondo la struttura della Nuova camorra e i suoi risvolti». Che il processo fosse destl- nato a fallire, a Castelcapua-no si diceva da qualche mese. Già alla prima udienza, 11 presidente del tribunale aveva mostrato estrema comprensione nei confronti degl'imputati e Cutolo, sin dalle prime battute, aveva orientato il dibattimento imponendo la propria regia, le regole arroganti di capo del tribunale della camorra, di grande manager dell'organizzazione criminale. E' caduto il sipario sul teatro di piazza Neghelli, a Fuorlgrotta, dove s'era dovuto ospitare il processo del centosessanta. Cinquecento uomini erano stati mobilitati per le scorte e i servizi, con la tangenziale bloccata dal militari al mattino per consentire un trasferimento rapido degl'imputati, con gli elicotteri che, dal cielo, controllavano i percorsi. Adesso quegli stessi uomini sono impegnati per il terremoto di Pozzuoli, mentre, per il 17 ottobre, è già fissato il processo alla Nuova famiglia del boss Bardellino. Il giudice Costagliola si domanda come la struttura giudiziaria di Napoli avrebbe potuto sopportare due processi tanto numerosi in contemporanea. Ecco, allora, il sospetto che per Cutolo fosse già decisa la rinuncia. Una rinuncia che a Napoli è passata inosservata: la città che ha scioperato con-, tro la camorra, la città dei cortei del commercianti contro le tangenti, in queste ore, non mostra stupore. Dice Costagliola: -Coni dissociati clic si moltiplicano e abbandonano Cutolo, sarebbe stato un dibattimento meraviglioso». Con la rinuncia, si è preferito il silenzio. E lo stesso Cutolo, venerdì sera, ha mostrato, una volta ancora, di essere potente: ha lasciato l'aula due ore prima della fine del dibattimento. -Rientriamo — ha ordinato — mi sono annoiato». Poi il brindisi. La consultazione elettorale si avvicina e a Napoli Cutolo può ancora offrire i suoi voti. Francesco Santini