Venezia, i miliardi da soli non bastano

Venezia, i miliardi da soli non bastano Per salvare la città necessarie nuove tecniche e tanta fantasia Venezia, i miliardi da soli non bastano DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA — Quando si parla di nuovi finanziamenti per Venezia scatta automaticamente un moto di .diffidenea, se non d'incredulità. Da troppi anni i progètti si ripetono e si rinnovano, si aspettano vanamente le soluzioni di problemi che hanno impegnato scienziati italiani e stranieri, come quello dell'acqua alta. C'era stata una legge speciale, nel 1973, ma Venezia va ancora sott'acqua e 17 mila abitazioni, su un totale di 35 mila, comprese nel centro storico, si stanno sgretolando. Ora il governo stanzia, con la legge finanziaria, ZOO miliardi per Venezia. Ben vengano, ma senza destare attese di prodigi. Per realizzare tutti i progetti di risanamento idra-, geologico ed ecologico, compreso quello degli sbarramenti mobili atte tre bocche della laguna, non basterebbero mil¬ le miliardi. Senza tener conto dei miliardi occorrènti per mettere finalmente ih moto la macchina del risanamento conservativo delle abitazioni. La legge del 1973 aveva destinato alla laguna di Venezia (non ài solo centro storico) 300 miliardi. In dieci anni si è visto che i quattrini potevano essere spesi con relativa rapidità nel settore delle opere, pubbliche: restauro di edifici monumentali, canali, porto,. fognature in terraferma, difese dal mare aperto. Era invece» paralizzato dalle macchinose procedure il settore residenziale, benché dei 300 miliardi ben 90 fossero stati destinati al consolidamento dell'edilizia abitativa nel centro storico. Le previsioni che si fanno a Venezia sull'impiego dei nuovi ZOO miliardi tengono conto dell'esperienza passata. In attesa della legge apposita per l'uso dei fondi (ci sono stati incontri fra delegazioni del Comune è commissione Lavori Pubblici della Camera) qui si ritiene probabile che partano al plU presto altre opere pubbliche. L'escavatone di canali interrati, la costruzione di sponde, il rafforzamento1 dei murazzi, hanno già assorbito oltre cento dei trecento miliardi stanziati nel 73, ma assorbiranno una parte dei nuovi duecento. Circa 70 miliardi cono stati spesi finora per fognature e depuratori nel Comuni della terraferma gravitanti sulla laguna, ma il programma non è realizzato per intero. Circa 65 miliardi sono andati al restauro di monumenti e di edifici di uso pubblico, altre decine sono necessarie. Nulla è stato fatto, con i fondi della legge speciale, per risolvere il gravissimo problema degli scarichi di acque luride nei canali del centro storico, privo di fognature, non dico di depuratori. A Venezia tutto finisce nel canali, con le conseguenze valutabili da qualsiasi turista: acque melmose e spesso putride, cattivi» odori. Alcuni interventi sperimentali, come quello di Cannaregio, sono serviti soprattutto a sottolineare la complessità eccezionale di un'opera di risanamento igienico che non ha riscontri in nessun'altra città del mondo e che richiede tecnologie particolari, da studiare quasi canate per canate. La Regione Veneto ha chiesto al FIO (Fondo Investimenti e Occupazione) ItLfomma di 164 miliardi per completare il -piano direttore» del disinquinamento della laguna. Dovrebbero aggiungersi ai ZOO* stanziati dal governo, con la speranza che bastino. La protezione dall'acqua alta richiederà investimenti ben più sostanziosi. Il solo proget¬ to approvato nel 1981, con i tre sbarramenti mobili alle bocche della laguna, costerebbe 550 miliardi di due anni fa. Ma non sarebbe il rimedio di tutti i mali. Infatti il Consiglio comunale di Venezia ha chiesto die gli sbarramenti mobili siano accompagnati da interventi radicati per il ripristino degli equilibri idrogeologici ed ecologici dell'intera laguna. Venezia costa cara, ma senza investimenti adeguati gli appelli per salvarla restano vane parole. S ai miliardi oc-' corre aggiungere un po' di fantasia, di elasticità, di pragmatismo, per adottare nuove. tecniche e per sveltire te procedure per recupero di abitazioni nel centro storico, altrimenti destinato a sfaldarsi progressivamente lasciando in piedi soltanto i monumenti e le residenze privilegiate, sullo sfondo di una città morente benché tanto amata. Mario Fasto

Persone citate: Mario Fasto

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