Battaglia, fumetti d'arte

Battaglia» fumetti d'arte E' MORTO UNO DEI PIÙ* FAMOSI DISEGNATORI DI «COMICS» Battaglia» fumetti d'arte E' morto nella sua casa di Milano uno dei più famosi disegnatori di comics del mondo. Dino Battaglia soffriva da tempo di un terribile male, e non si è smentito sino all'ultimo, sino all'ultimo è stato fedele a quel suo modo di vivere schivo ma non remissivo, educato ma non ingenuo, sobrio ma non disarmato: era un grande disegnatore nato in ritardo, un illustratore per libri importanti costretto da questo anacronismo a far fumetti, eppure capace di trasformare l'esigenza di mercato in un artigianato tanto rigoroso da approssimarsi all'arte e nell'arte sconfinare irresistibilmente. Questo, però, ci si sente di proclamarlo liberamente ora che non c'è più: a dirglielo o scriverglielo in vita, come mi è capitato a volte, l'immancabile risposta era un sorriso lievemente sospettoso e una battuta dolce'e agra insieme, da veneziano sottile. Battaglia, infatti, per quanto lavorasse da tanti anni a Milano, era Venuto al mondo a Venezia nel 1923. Essere di Venezia per un disegnatore di quella leva significa appartenere agli innovatori del fu-1 metto italiano. Di Venezia,' appunto, sono i grandi disegnatori Hugo Prati, il creatore di Corto Maltese, e Guido Crepax, il creatore di Valentina, di Venezia è il soggettista e sceneggiatore principe, Alberto Ongaro, divenuto an-' che inviato speciale deU'£uropeo e romanzine, autore, tra l'altro, di Un romanzo d'avventura in cui di fumetti si parla molto. A Venezia Battaglia era stato collaboratore ira il 1945 e il 1947 di quello stràordinai rio e mitico giornaletto di co- mlcs fatti in casa Asso di Picche con Faustinelji, Bionda, Damiani, Ongaro, Bellavilis, Prati. «Con /'Asso di Picche nessuno si arricchì, nemmeno Faust incili che era il capo...» ricorda Prati. Ma un giorno dall'Argentina era arrivata una proposta d'ingaggio dall'Editorial Abrile, e cosi qualcuno della banda era parlilo per l'avventura oltre oceano. Battaglia era restato a casa, ma di là aveva continuato a collaborare con gli «argentini», pur essendo sempre più e solo Battaglia. Con Prati aveva appena in comune una storia, Junglemen, disegnala prima dail'u310 poi dall'altro, più in dissimiglianza che in concordanza di stile. E, comunque, passando gli anni, si sarebbe accresciuta la dissimiglianza di sti¬ a ¬ le nella vita. Battaglia pareva refrattario a propòrsi come eroe, pareva non avere eroi suoi da esaltare, ma si .impegnava, si accaniva, e la parola non è esagerata per un illustratore cosi minuzioso e raffinato, dedito non ai contrasti manichei tra bianco e nero, ma alle sfumature, ai semiioni, alle ombre, ai sospetti, s'accaniva, insomma, sui protagonisti delle storie immortali da San Francesco a Moby Dick di Melville, dai racconti, di Maupassant agli incubi di Poe, dai misteri di Hoffman a Tartarino di Daudet. Solo negli ultimi tempi aveva cominciato a affezionarsi a un suo eroe, o almeno a un eroe nato in famiglia, insomma concepito dalla moglie Laura, sua preziosissima aiutante in tutto: l'Ispettore , Coke. Nell'ultimo numero di Alter è appunto in corso l'avventura: L'Ispettore Coke e la mummia. Battaglia figura tra i collaboratori più illustri di tutti i giornali d'elite o di massa che .hanno fatto qualcosa per il fumetto in Italia: // Vittorioso, Il Corriere dei piccoli, Il giornalino, il Messaggero dei ragazzi, il Corriere dei ragazzi, Linus e Alter. Ma appare anche, e continuerà ad apparire, perché i classici dei comics non invecchiano, su tutti; i giornali a fumetti del mondo. All'estero, in Francia, in Spagna, in Argentina, è addirittura più noto che in Italia. Ma non si è mai dato arie e non si è mai risparmiato: disegnare è una fatica paziente e inesauribile. Oreste del Buono Battaglia: una illustrazione per «l.a scommessa» di Edgar Allan Poe (Linus)