Manila, i carbonari del video di Vittorio Zucconi

Manila, i carbonari del video Una cassetta che mostra la verità sull'assassinio dell'oppositore Benigno Aquino sta scalzando il potere dei Marcos Manila, i carbonari del video Il nastro, girato da due giapponesi, va a ruba e viene proposto ai turisti come un tempo le prostitute - Costa come un film pornografico (proibito): 2400Tire - Dall'elite si è diffuso nei quartieri poveri e nelle campagne, viene proiettato in scuole, parrocchie, conventi - Smaschera la grande menzogna del regime: quella di un killer solitario che sparò all'aeroporto il 21 agosto scorso DAL NOSTRO INVIATO MANILA — Oli occhi del ■U|ssl8ta dardeggiano nello specchietto retrovisore, sop*: pesando con consumata pro,\ fessionalltà le origini, le volitile, le debolezze del passeggèro appena sbarcato dall'aereo. Questa è Manila, questi sono 1 Mari del Sud, dolce, estenuante brodo di coltura per romanzeschi piaceri tro* plcali. Arriverà l'offerta ruffianesca e preparo le risposte standard: si può morire di consunzione e dilapidare una fortuna, dando retta ai tassisti filippini. Ecco la proposta: -Hey Joe (gli stranieri sono tutti Joe), la vuoi vedere?-. Vedere cosa? Oli occhi nello specchietto ammiccano: «Ma come che cosa? La Betamax, no?» Manila non sei più tu. In questa febbre di libertà e di rabbia, forse profonda o forse passeggera, contro Marcos, anche 1 ruffiani perdono la testa. Non più -nice ladies-, signore servizievoli per la sera, ti offrono, ma «fa Betamax-, la videocassetta, sinonimo, " dal 21 agosto scorso, di verità 'opposta alle bugie di regime, "'dt ribellione contro, il silenzio '"è'l'acquiescenza. In quella Be" ta'max c'è la prova che la versione ufficiale dell'assassinio '"ai" Benigno Aquino, all'aero porto internazionale di Mani ' la. non tiene. Il potere è in un pulsante de' videoregistratore, e una cassetta Sony può piegare i fucili. La rivoluzione dei nuovi media visivi esce dai tediosi convegni di specialisti e arri va nel barrlos di Manila, negli shanties, le baracche di lamie ra ondulata di Santa Ana e di Quezon City. Cominciò con Kennedy — ricordate?—, con quel «16 millimetri» girato dal cineamatore che sembra mostrare 11 Presidente colpito non solo alla nuca (versione ufficiale) ma dal davanti, con la ripresa In diretta dell'assassinio di Oswald da parte di Jack Ruby. Poi fu il Vietnam, la «guerra nel soggiorno», il figlio ucciso dentro il televisore di casa, via satellite. E la prova del fuoco rivoluzionarla fu l'Iran, dove il matrimonio fra elettronica e consumi, fra nuovi media e politica, partorì una rivoluzione, grazie alle audiocassette con le prediche Incendiarie dell'ayatollah, ripetute in milioni di registratori. Oggi è qui nel Pacifico, sul filo dell'Equatore, in queste Filippine a metà via fra 11 Giappone, che le inonda di videoregistratori, e l'America che insegna come si adoperano, che dà il gusto d'essere tutti in «presa diretta» con 1 fatti. Un videoregistratore costa caro, un milione, ma se ne trovano di buoni usati per due -' trecentomila lire. E poi Manila è una Napoli alla centesima potenza, una città che s'arrangia, si ingegna a vivere di qualunque espediente: i negoziettl che yendono e noleggiano video sono un numero incalcolabile, letteralmente a ogni angolo di strada, decine di migliaia. Con un investimento modesto, e una pirateria degna degli antenati malesi, qualunque filippino può aprire la propria network di videocassette. E in questo reticolo capillare di videocontrabbandieri, è arrivata la cassetta Betamax con le scene dell'assassinio di Aquino, tagliando fuori il controllo di Stato della televisione. Mentre-la tv nazionale mostrava ricostruzioni di comodo della tragedia, centinaia di migliaia di persone si passavano di mano le vincocassette con la ripresa autentica, fatta da operatori giapponesi, sollevando anche nei più miti, anche nei meglio pensanti, la collera di chi si sente trattato da cretino. La Betamax è diventata insieme un affare fantastico per 11 popolo del «bassi» di Manila, e una minaccia al potere dei Marcos più acuta dell'endemica e sorvegliatissima guerriglia comunista nel Sud, a Mlndanao. Noleggiare un film in videocassetta costa 5 pesos, mezzo dollaro, 800 lire. Un film pornografico (in teoria proibito) costa il doppio o il triplo, fino a 20 pesos, secondo la quantità di pelle e di attività visibile. La cassetta con l'assassinio di «Ninoy» strappava a fine agosto 150 pesos, quasi 15 dollari, 24 mila lire, un decimo dello stipendio mensile di un funzionarlo dello Stato. Ma la Betamax è riproducibile all'infinito, non ci sono limiti alla proliferazione elettronica del «messaggio», se si ha a disposizione il «mezzo» e quindi i prezzi sono scesi. Oggi, 6 settimane più tardi, veder morire Aquino costa co- me vedere due a letto: 15 pesos. Sesso e violenza tornano alla pari. E la cassetta viene mostrata nelle scuole, copiata nelle parrocchie e nei conventi. Chiunque possieda un videoregistratore si offre gratuitamente di riprodurla. Sta raggiungendo le campagne. Soltanto trovare le cassette vergini è diventato un problema, 1 negozi ne sono ormai quasi sprovvisti: «A giudicare dai risultati — dice scherzando uno dei leader dissidenti — viene il sospetto che Aquino sia stato ucciso dalla Sony, per far pubblicità ai propri apparecchi Betamax». Me l'hanno fatta vedere una sera, gratis, nell'aula magna di un liceo cattolico, coperto dall'extraterritorialità di una chiesa, qui come in Polonia troppo potente e universale per essere attaccata da un potere indebolito e contingente. L'ho guardata, in mezzo a un silenzio di adolescenti, liturgico e catacombale, e non ho visto niente, se non la commozione di quel giovani che credono in Dio e nel Betamax e porteranno dentro indelebile 11 ricordo. La cassetta è un collage delle riprese fatte da due operatori di netivork giapponesi, la Nhk nazionale je la Tbs privata, e quella che vedevamo doveva essere la milionesima copia, a giudicare dalla qualità ectoplasmatìca dell'immagine. Solleva dubbi, ma quelli già c'erano. Dimostra l'impossibilità che 11 proiettile sia partito dal killer ufficiale, il sicario ■comunista Rolando Galman che avrebbe dovuto essere alto due metri e 15 centimetri per sparare dall'alto in basso, come indica la traiettoria del proiettile. Inquadra un misterioso personaggio che scappa di corsa dalla scena del delitto portando via la borsa di Aquino, verso una macchina in attesa ai piedi dell'aèreo, quindi sicuramente ufficiale. La cassetta aluta a smascherare una bugia—quella dell'assas¬ sino solitario, Galman —, ma non afferma una verità propria alternativa. Sospetto che ciò non importi affatto, e che il miracolo sia davvero non nel messaggio, ma nel gesto, nel mezzo. Questa scatolina di plastica nera con dentro un nastro magnetico fa tremare una dittatura e ha cominciato a Manila un cammino che potrà portare la vldeorivolta, le sue vldeoverltà, 1 suoi vldeodubbi, ovunque i partiti - Stati, i poteri assoluti pretendano di controllare le menti e le immagini. Dicevano che la tv doveva renderci tutti cretini: almeno qui a Manila, ha reso la gente un po' piti. Ubera dalle verità di Stato. Mal più senza videocassetta, compagni. Vittorio Zucconi

Persone citate: Benigno Aquino, Jack Ruby, Kennedy, Rolando Galman