Non vedremo più galoppare i cavalli? di Angelo Conti
Non vedremo più galoppare i cavalli? L'ippodromo «Federico Tesio» di Virtovo rischia di chiudere a fine anno Non vedremo più galoppare i cavalli? L'amministratore delegato della Società torinese corse è pessimista: «La situazione è diffìcile: abbiamo fatto di tutto per ridurre i costi, ma gli introiti continuano a essere insufficienti ad ogni logica economica» - Una soluzione triste per la città che ha dato i natali a Federico Tesio, l'uomo che ha creato Ribot L'ippodromo del galoppo di vinovo chiuderà 1 battenti alla fine dell'anno? E' quanto lasciano trasparire una serie di progetti ed alcuni lavóri, già cominciati sul prati del «Federico Tesio». All'origine della decisione ci sono esigenze di ordine economico: «La situazione del galoppo a Torino è difficile —, spiega l'amministratore delegato della Società Torinese Corse Cavalli, dott. Guido Melzi d'Eril — non più risolvibile nell'attuale realtà economica di una città che avverte in modo netto la crisi. Tutto quello che poteva essere fatto per ridurre i costi è stato tentato: anche il numero dei dipendenti è ridotto, appena una trentina contro i ISO di Roma e i 300 di Napoli. Manca un adeguato gettito economico: il galoppo rende 500 milioni lordi l'anno. Sono troppo pochi per giustificare l'impegno economico della società di gestione. La logica economlce dice che non 'si può continuare». A rendere inevitabile la chiusura sarebbe anche l'atteggiamento degli enti tecni ci: «fono tre anni —continua Melzl — che abbiamo chiesto al Jockey Club ed all'Unire una più attenta compilazione del calendario, anche per evitare dannose concomitanze con l'ippodromo milanese di San Siro. Non abbiamo mai avuto risposta, come non ha avuto riscontro la richiesta di una maggior qualificazione tecnica ed economica di un certo numero di giornate, cosi da realizzare un meeting: Non ci saranno comunque ripercussioni sull'occupazione : »/t tutti i dipendenti è garantito il posto di lavoro, tanto piti che non'pensiamo •che le giornate possano diminuire di mólto: nell'ipotesi di uria chiusura del galoppo verrebbe potenziata l'attività del trotto: L'ultima speranza per scongiurare la chiusura sembra essere riposta in una riu¬ nione, in programma nella sede romana dell'Unire il prossimo 14 ottobre: «Afa noi andremo a discutere partendo da posizioni di grande'fermezza: uria soluzione transitòria, capace solo di trascinare il problema più in là di qualche mese, non. avrebbe alcun senso». All'eventualità della chiusura si oppone fermamente l'associazione proprietari ca¬ valli purosangue, che ha Indetto una riunione per stasera alle 21 presso la segreteria dell'Ippodromo: «Anche noi starno, contrari ad uha: soluzione precaria —spiega 11 presidente, geom. Bruno Cavlgtollo—e contiamo di chiarire la situazione in un incontro con la Torinese e l'Unire. Fino •ad oggi siamo stati tenuti all'oscuro di tutti i programmi: è stato addirittura sospeso l"u- tilizzo del campo addestramento ostacoli a nostra insaputa.'Se alla base di questa situazione ci sono solo problemi economtei; jjroponiamo (a cessione degli impianti ad un gruppo milanese che si è detto disposto a rilevarli. Se invece i progetti sono altri, potremo Jarepoco». Oli «altri progetti» sarebbero la realizzozioe di un tracciato per il golf e un campo da polo, forse con l'annessione del Polo club. In questo senso l'immobiliare Micia ha già cominciato una serie di rilievi per la costruzione di un campo da golf di 9 buche (ampliabili poi sino a 18) per una spesa, pare, di circa 300 milioni. Qualcuno ha infine messo in relazione la probabile chiusura del galoppo con l'Imminente presentazione del plano regolatore di Vlnovo che potrebbe modificare la destinazione della zona dell'Ippodromo, tuttora considerata «verde sportivo». Per Torino sarebbe una perdita grave: dopo la chiusura di numerosi cinematografi ora potrebbe scomparire anche l'ippodromo del galoppo, dopo 65 anni di continua attività (dal primo dopoguerra al '60 a Mirai lori, dal '61 a Vlnovo) e un bilancio recente non disprezzabile: neli'82 ha registrato oltre 50.000 presenze e quasi 5 miliardi di scommesse. Una soluzione comunque triste per la città che ha dato 1 natali a Federico Tesio, l'uomo che ha creato Ribot. Angelo Conti
Persone citate: Bruno Cavlgtollo, Federico Tesio, Guido Melzi D'eril, Ribot
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