«Sindona era talmente rispettato che per lui violavamo la legge»
«Sindona era talmente rispettato che per lui violavamo la legge» Deposizione di Bonacossa, responsabile per Testerò della Banca Privata «Sindona era talmente rispettato che per lui violavamo la legge» MILANO — «Jn quel periodo i' giornali scrivevano che Sindona era l'astro nascente della finanza italiana e che godeva di notevole. prestigio in Italia e all'estera. Anche se ci ordinava di effettuate, razioni non proprii™ renti sul conti fiduciari, per noi andava tutto bene'. Così Raffaele Bonacossa, primo interrogato tra gli imputati del processo per la bancarotta della Banca privata italiana, ha ricordato le manovre finanziarle che hanno consentito in pochi anni l'accumu¬ larsi di un buco che ha finito col travolgere l'istituto di credito e i suol azionisti. La quarta udienza del processo Sindona si è trascinata ieri abbastanza stancamente, uesta battuta .elje*psib)}llche reÌazlor51vift«eampc« finanziar rio. Il dibattimento si è riaperto nella sua sede naturale, cioè l'aula dell'ottava sezione penale dopo 1 fasti dell'aula magna la settimana scorsa. Pochi gli avvocati, quasi assente 11 pubblico, smorzato 11 tòno degli interventi. Eppure, al banco degli imputati sedeva un personaggio che ha svolto un ruolo di rilievo nella vicenda: Raffaele Bonacossa è stato responsabile del settore «esteri» della Banca privata negli anni caldi. Era lui che provvedeva materialmente a quali centinaia di miliardi sono defluiti dall'Italia verso la Svizzera, gli Stati Uniti e altri Paesi. Su un buco complessivo di 268 miliardi, almeno, 237 sono stati determinati proprio da queste operazioni, cioè trasferimenti di somme dalle banche italiane di Sindona a banche estere. Le disposizioni valutarle consentivano infatti quei movimenti di danaro nell'ambito dei normali rapporti interbancarl. Il dolo già messo in evidenza nella fase Istruttoria e confermato in parte anche da Bonacossa, consisteva nel fatto che 1 danari usciti dalle banche italiane di Sindona venivano accreditati a società fantasma Queste somme venivano poi utilizzate per speculazioni di Borsa, sui cambi e sulle materie prime. Se le operazioni si chiudevano in attivo, 1 capitali ripercorrevano la strada in senso inverso e rientravano in Italia lasciando all'estero 1 profitti; se c'era la perdita, questa veniva scaricata sulla banca. Persino gli aumenti di capitale della banca venivano effettuati con questo criterio. Insomma una tecnica molto rozza, che ridimensiona la statura di Sindona anche come genio della finanza internazionale. E Bonacossa, che in quegli anni occupava una posizione di rilievo, alle dipendenze dei direttori Clerici di Cavenago e Pavesi, ieri ha però risposto con una serie di «non ricordo», «non ne sapevo nulla; «le decisioni venivano prese da altri, io eseguivo gli ordini» al¬ le domande del tribunale. Si è quindi già delineata la strategia degli imputati «minori» di 'questo processo. Gli ordini venivano dall'alto, da Sindona, che grazie al suo carisma poteva ispirare una fiducia nei sottoposti tale da .far loro n'ett|re.TrfégrolarItà contabili è violazioni del codice penale. Sono poi emersi nel corso dell'interrogatorio alcuni sotterfugi utilizzati nell'Interno della banca per coprire operazioni fiduciarie: 1 documenti relativi venivano custoditi dalla società di un certo rag. Marino, del tutto estraneo al giro di Sindona, che però aveva 10 studio al quarto piano della sede della Banca privata, proprio davanti all'ufficio del banchiere siciliano. Gianfranco Modulo
Luoghi citati: Italia, Milano, Stati Uniti, Svizzera
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