Sul disarmo la prima sconfitta per il nuovo leader del Labour di Paolo Patruno
Sul disarmo la prima sconfitta per il nuovo leader del Labour La sinistra del partito chiede la rinuncia unilaterale delle armi nucleari Sul disarmo la prima sconfitta per il nuovo leader del Labour DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ' LONDRA — Fin dalla sua prima giornata come leader, Neil Kinnock ha tratto al congresso di Brighton l'esatta percezione delle difficolta che l'aspettano per rimettere ordine nel partito laborlsta, dilaniato da rivalità personali e da lotte di correnti. Stilando il bilancio di queste prime ore alla guida del «Labour», Kinnock può mettere in conto un risicato risultato di parità, un 'uno a uno, una vittoria e una ' sconfitta che si bilanciano ma che gii lasciano egualmente l'amaro in bocca. La sua prima sconfitta, accusata la notte di domenica poche ore dopo la plebiscitaria designazione a leader, Kinnock l'ha registrata sull'importantissimo tema del disarmo nucleare che da anni costituisce il crinale sul quale si scontrano le due anime del ..partito, quella più estremistica e populista e quella riformista-socialdemocratica. Sul disarmo, dunque, 11 comitato esecutivo ha chiesto l'altra notte l'approvazione di una mozione In linea con lo sfortunato «manifesto* elettorale del partito, che chiede una inequivocabile e incondizionata rinuncia «a tutte le armi e basi nucleari esistenti, compresi l sommergibili Polaris, sul territorio e nei mari britannici», come primo atto di un futuro governo laborlsta. Contro questo documento di disarmo unilaterale Immediato da proporre al Congresso nella discussione plenaria di domani, si è naturalmente pronunciato il capolista dell'ala moderata, Denis Healey, che con l'ex primo ministro Callaghan non aveva celato nemmeno durante la campagna elettorale il suo totale disaccordo con la leadership del partito Ma anche Kinnock si era dichiarato per l'aggiornamento della mozione e per 11 rinvio della discussione all'assemblea, dove evidentemente pensa di poter imporre meglio le sue Idee. Ma nemmeno il peso della sua fresca leadership ha fatto mutar parere al comitato esecutivo, che ha approvato 11 documento a stretta maggioranza e con l'astensione di Kinnock, rifugiatosi in una posizione di arbitro. Il nuovo leader ha registrato invece un successo ottenendo, come volevano d'altronde anche gli altri dirigenti del partito, l'espulsione di cinque esponenti della corrente estremista filo-marxista che fa capo alla rivista «Mllltant». Peter Taffee e i suoi compagni sono stati allontanati dal partito laborlsta dalla nuova leadership, consapevole del fatto che proprio 11 «frazionismo- e la continua contestazione della linea della direzione hanno fatto precipitare negli ultimi anni a un cosi basso livello la credibilità del «Labour». Con queste espulsioni, Kinnoch vuole evidentemente1 mettere in guardia soprattutto l'estrema sinistra del partito, che si coagula attorno all'aristocratico «rosso» Tony Benne e a Michael Meacher, battuto nella corsa alla carica di «vice» dal moderato Hattersley. Paolo Patruno
Persone citate: Callaghan, Denis Healey, Kinnock, Michael Meacher, Neil Kinnock, Peter Taffee, Tony Benne
Luoghi citati: Londra
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