Barenboim ha incantato Parigi con Liszt, musicista-computer di Giorgio Pestelli

Barenboim ha incantato Parigi con Liszt, musicista-computer Inaugurata la stagione sinfonica, al pianoforte la Argerich Barenboim ha incantato Parigi con Liszt, musicista-computer PARIGI — Un giorno dopo l'Opera anche l'Orchestre de Paris ha inaugurato la sua stagione 1983-84 nella modernissima e capace Sai le Pleyel: ressa sul marciapiedi di Faubourg Saint-Honoré e code nell'atrio e ai botteghini per salutare il ritorno a casa di Daniel Barenboim e della «sua» orchestra dopo una lunga tournée che si è conclusa una settimana fa a Torino con gli ultimi concerti di Settembre Musica. Nel programma, fra le sintesi sinfoniche di Olandese volante, Maestri Cantori, Tristano e Isotta e i\ Primo concerto di Liszt con Martha Argerich solista, fa sentire 11 suo tantallzzante richiamo una trascrizione per grande orchestra dell'Andante cantabile dell'Arciduca di Beethoven, elaborata da Liszt. . ■ SI verrà mal a capo di tutto quello che Liszt ha rielaborato e trascritto a maggior gioirla e diffusione della musica? Questo Andante (Tema con variazioni) risale al 1870 e do- veva essere l'introduzione orchestrale a una grande Beetlioven-Kantate per celebrare 11 compositore nel primo centenario della nascita: dopo quattro battute d'apertura, si i passa al Tema affidato a strette armonie di legni nel registro basso che producono un timbro da perfetto corale organistico; per un po' si re¬ sta sperduti ritrovando le fidate note di quella pagina unica proiettate nell'immensità sinfonica. Una volta ambientati si può notare la maestria di certe soluzioni (le note puntate di un flauto per imitare il piano!or te nel registro acuto) e il tono generale da Andante- della Nona Sinfonia che emerge dal tutto. Resta, comunque sia, una trascrizione fedele, funzionale, senza voli di fantasia o interventi che possano giustificare un Ingresso della pagina nel repertorio stabile. Al quale si è subito tornati con 11 Primo concerto di Liszt in mi bemolle: Martha Arge rich è molto brava a suonare l'entrata, celebre per i suoi salti di ottava, a velocità tipo Terzo Concerto di Prokofiev: a quel grande gesto d'apertura, autoritratto di un'epoca toglie ogni accento di maestosa retorica, cioè tutto. Nelle parti cantabili dell'/idagio, la temperamentale pianista lascia invece parlare la sua sensibilità più segreta con momenti di incantevole raccoglimento; ma è sopraf tutto la sua veemente aggres slvltà, e l'estro zingaresco est' blto nel finale che sollevano l'entusiasmo del pubblico e l'insistente (ma vana) richiesta di un bis. Grandi feste anche per Barenboim che ha diretto le pagine wagneriane con la partecipazione che abbiamo sentito a Torino, qui, in questa sala modello, esaltate da un'acustica di straordinaria evidenza. Giorgio Pestelli

Luoghi citati: Faubourg, Parigi, Torino